L’Italia è un è un luogo incantevole. Ma per certi aspetti un territorio sconosciuto. Un Paese lontano dall’essere Nazione con un popolo diviso più di ieri tra Guelfi e Ghibellini. Attenti a chi dice sì a tutto, attenti a chi dice lo so, attenti a chi dà un appuntamento o fa una promessa che non potrà mai mantenere, attenti, perché qui, in Italia, quasi nulla è quello che sembra. E poi scopri che, per fortuna, c’è chi come, Francesca Spallanzani, modenese, con un bagaglio di formazione classica con studi umanistici, riparte dai piccoli dettagli quotidiani per narrare una città, un paesaggio, un territorio…
Un viaggio, incredibile ma vero, raccontato dalle fotografie parlanti di un popolo che non conosciamo – come non conosciamo verità, luoghi, chiese, arte e palazzi – e di cui dovremmo sapere di più. A iniziare dalla storia antica e dall’esperienza dei nostri genitori o dei nostri nonni, quando eravamo bambini, seduti nei parchi, a osservarli nel far volare gli aquiloni, con la speranza di mandarli così in alto. Questa storia, che andremo a narrare vi ricorderà abitudini comuni, alternate a sprazzi di vita di casa e vita professionale, tra chi tira a campare e chi tocca il cielo con un dito, grazie a un clic.
Francesca, in controluce, la tua arte nel fotografare, persone, oggetti, case, può essere letta anche come la costruzione di una certa idea di donna. Da cosa nasce questa esigenza di creatività?
Nasce dalla curiosità di ‘rubare’ momenti che spesso sfuggono alla nostra quotidianità, spesso frenetica. In effetti, può essere che l’occhio femminile abbia una sensibilità maggiore verso la ricerca dei particolari. In qualche modo, con i miei scatti cerco di trovare dettagli e squarci insoliti. Al contempo, l’intento è valorizzare certi spaccati sfruttando inquadrature ricercate. Sono convinta che soggetti in apparenza insignificanti, come per esempio un porta biciclette, possa suggerire vortici affascinanti, a patto che ci sia un ‘finale’ degno di nota. Amo ritrarre contesti diversi tra loro: dai panni stesi a situazioni più suggestive come composizioni creative e geometri di luce in ambito urbano. Inoltre, provo un’attrazione particolare per le atmosfere mattutine, specialmente spiagge deserte tra trabucchi e attimi dal sapore introspettivo.
Sei d’accordo che i social ti fanno capire subito che il mondo è grande e ognuno di noi ha la sua nicchia?
Sì, sono d’accordo. Come nella vita reale, anche sui social la tendenza è quella di cercare un proprio ‘gruppo dei pari’, cioè persone con cui avere passioni in comune. A proposito, da qualche mese ho il piacere di condividere questo interesse verso la scoperta di nuove mete e soggetti di immortalare. In particolare, attualmente gestisco la pagina modenese (@Clickfor_Modena) della community ‘Clickfor_Italia’ nata a settembre 2018 da un’idea di Simone Roccheggiani (in arte Woody Saimon), che si occupa di promuovere il territorio attraverso la condivisione di scatti digitali, reel e stories, in una sorta di tour virtuale tra nord e sud, isole comprese. In poco tempo, grazie all’aiuto di diversi clicker, è diventata una community sparsa in tutta Italia. Al suo interno, inoltre, vanta altri ‘spin-off’ dedicati a soggetti più specifici come, per esempio, i borghi più affascinanti e gli scatti in bianco e nero. Tutto questo mi ha permesso di conoscere tante persone, di target differenti e spesso più esperte di me, con le quali scambiamo esperienze ed idee fotografiche, oltre a organizzare uscite specifiche che diventano anche occasione di formazione. E’ altrettanto vero che, essendo la rete un universo sconfinato, è facile imbattersi con realtà diverse dalle proprie attitudini, ma che ti aiutano comunque a crescere e a conoscere nuove situazioni.
Eppure nella vita professionale ti occupi di altro: quante anime nascondi?
Sì, nella vita mi occupo di altro. Vengo da una formazione classica con studi umanistici. Nel tempo mi sono sempre più specializzata nell’ambito della comunicazione e degli eventi, passando, durante gli anni del liceo e dell’università, da indossatrice per diversi brand, fino all’organizzazione di iniziative/sponsorizzazioni a carattere sportivo, istituzionale e culturale (come a esempio incontri con l’autore) per un importante gruppo bancario nazionale. Vegetariana, amante di musica (tra i miei preferiti ci sono Diodato, Cremonini e Venditti), viaggi e buon vino rosso, negli ultimi anni ho maturato una sempre più spiccata passione per la fotografia, che al momento rimane comunque soltanto un hobby.
Cosa ti ha dato questa esperienza, fama a parte?
Parlare di fama mi pare esagerato, forse meglio dire ‘un po’ di visibilità’ grazie ai tanti repost e tag di diversi miei scatti su gallerie fotografiche locali e nazionali, che mi stanno aiutando a far crescere il profilo.
Vivi a Modena: terra bellissima che ha dato i natali a tanti artisti e colossi dell’economia. C’è da essere molto orgogliosi…
Hai ragione. Il mio territorio è ricco di eccellenze, dalla lirica dell’indimenticato Big Luciano e il rock di Vasco alla cucina dello chef pluri-stellato Bottura, passando per la Terra dei Motori rappresentata da Ferrari e Maserati, senza dimenticare ‘tesori’ gastronomici celebri in tutto il mondo come l’Aceto Balsamico e i tortellini.
Più pragmatica o sognatrice?
Secondo me sono un po’ tutte e due: del resto, cosa saremmo senza i nostri sogni e le nostre ambizioni? Sono sicuramente concreta, in quanto mi piace essere organizzata, puntuale e proiettata a raggiungere gli obiettivi prefissati, ma al contempo vive in me un’anima sognatrice.
Chi sono i tuoi modelli e dove pensi di poter arrivare?
Se devo essere sincera, non ho veri e propri modelli di riferimento, piuttosto mi affido al mio istinto e all’interpretazione del momento. Ci sono però indubbiamente alcuni artisti della fotografia che guardo con ammirazione: tra questi, Vivian Maier, Elmut Newton, fino ad arrivare a Nino Migliori, Franco Fontana e Steve McCurry, che ho avuto anche il piacere di incontrare in occasione di iniziative culturali organizzate per lavoro.
C’è qualcosa nella trama della tua vita che avresti voluto modificare o va bene così?
C’è sempre qualcosa che faresti in maniera diversa, anche se in generale non ho particolari rimpianti. Ripensandoci, forse in passato il mio errore è stato quello di essere stata troppo accondiscendente con alcune persone, peccando di eccessiva compostezza ed educazione.
Noi scrittori proviamo sempre a far rivelare ai propri personaggi trame future o dettagli che il pudore convenzionale frena: se fossi una protagonista di un romanzo quale parte interpreteresti e perché?
Da appassionata di programmi d’inchiesta e cronaca nera, probabilmente mi vedrei nei panni di una moderna Miss Marple, detective creata da Agata Christie, in particolare per il suo spirito di osservazione oppure di una mitica e ironica Jessica Fletcher.
Che cosa ti rende davvero felice?
Amo le cose semplici, come per esempio progettare nuovi viaggi, abbuffarmi di pizza e cioccolata, ascoltare buona musica, leggere un libro, passare del tempo con le persone a cui voglio bene e prendermi delle pause per ‘ricompormi’.
Giusto per essere schietti e diretti: quante bugie hai detto in questa intervista?
Non ce n’è stato bisogno. Fortunatamente non mi hai fatto domande ‘sconvenienti’…