Giuliana Santoro è la protagonista della storia che andremo a raccontarvi. La sua è una storia di un rinascimento. O meglio, di una resurrezione che le nuove generazioni hanno saputo dare alla città di Catania con nuove idee e progetti all’avanguardia. Quelle paure di un territorio sempre alla ricerca di un padrone sono state scacciate e la voglia di riscatto sociale e imprenditoriale sono state chiave di volta della redenzione della città, oggi più che mai tornata a essere la Milano del Sud.
Ecco perché Giuliana fa parte di quella nuova classe imprenditoriale che ha fatto sì che Catania una città viva e forte, che ha saputo reinventarsi e proiettarsi al futuro.
“Dopo la scuola mi sono trasferita a Milano dove ho frequentato l’Università Cattolica del Sacro Cuore facoltà di Sociologia. All’interno della facoltà vi era un indirizzo sulla gestione del personale. Ho subito riscontrato un grande interesse in tutte le discipline sociologiche. Tra il secondo e terzo anno di università ho fatto le selezioni per la University of Glasgow dove sono stata ammessa per il programma Erasmus della durata di 9 mesi. Rientrata a Milano mi sono laureata e sono rientrata a Catania per alcuni mesi lavorando per l’impresa di famiglia. Successivamente mi sono iscritta alla specialistica sempre Scienze Politiche e Sociali – indirizzo gestione d’impresa. Durante gli studi ho fatto un stage curricolare presso la multinazionale Micheal Page. All’interno della divisione Retail mi occupavo della ricerca e selezione del personale per aziende terze nostre clienti. Conclusi gli studi mi sono ritrovata di fronte alla dura scelta di continuare a vivere fuori casa o di rientrare per occuparmi dell’azienda di famiglia, Villa Rigoletto, una location per eventi e matrimoni che si trova a Belpasso. La nostra attività nasce nel 1995 come ristorante (Il ristorante “Rigoletto” di Catania) e si poi specializzata nell’organizzazione di eventi. Insieme alla mia famiglia mi occupo della gestione complessiva della struttura; nello specifico io curo la parte commerciale, sono il primo volto che i clienti incontrano al primo appuntamento e mi occupo di tutta l’organizzazione dell’evento”.
Giuliana la nostra Isola è una terra bellissima, secondo alcuni è il luogo più bello del mondo. Noi siciliani non ci facciamo quasi più caso, sottovalutando spesso il valore e la bellezza di ciò che abbiamo intorno. A esempio la tua storia racconta che dopo aver fatto il percorso di studi a Milano e non solo, hai deciso di ritornare a Catania e di collaborare all’interno dell’azienda di della tua famiglia (Villa Rigoletto). Cosa ti ha spinto a questa scelta?
Tornare in Sicilia non è una scelta facile. Significa fare i conti con un futuro che non è tangibile, che non vedi, ma che puoi solo provare a immaginare. Significa accettare una crescita professionale diversa da quella che avresti ottenuto restando fuori. La mia decisione di rientrare a Catania è stata dettata dal forte desiderio di trasmettere al territorio quello che avevo imparato: la grinta a fare, a investire e a non smettere mai di formarsi. E se tutto questo volevo farlo per la Sicilia a maggior ragione sentivo il desiderio di farlo per la mia azienda di famiglia Villa Rigoletto.
La Sicilia è una terra viva e forte, che ha saputo reinventarsi e proiettarsi al futuro. Il vostro progetto – Sicule Will – ne racconta il percorso, in una narrazione corale che passa dai volti e dalle vostre esperienze. Come ci siete riuscite?
Ci siamo riuscite perché la Sicilia aveva questo bisogno nascosto: vale a dire quello di fare rete (e non solo). Ci sono tantissime giovani donne che hanno lo stesso DNA, che condividono gli stessi valori, ma che non riescono a dialogare. Ragazze che hanno bisogno di raccontarsi o di dare voce ai propri progetti, ma che si sentono sole in una Sicilia che le nasconde. Creare Sicule Will ci ha aperto le porte di una realtà che non si vedeva, una realtà di tante persone che aspettavano un luogo e un tempo in cui creare qualcosa di unico, che esiste adesso ma che si proietta a quel futuro che tutte sognavamo di poter costruire e che adesso inizia a prenderne forma.
Catania non è piegata su se stessa ma vive un momento di pieno fermento: si parla di recupero architettonico e di rilancio economico e culturale e di nuove frontiere per il turismo. È questa dicotomia a renderla unica e curiosa?
Catania è una città che si confronta tantissimo con ciò che c’è al di là dello Stretto di Messina. È un territorio ricco di cittadini che hanno spiccate capacità innovative, creative e imprenditoriali. Sicuramente questo aspetto è sempre stato un elemento di forte vantaggio per la città di Catania, che non si ferma mai ed è in continuo sviluppo.
Vista da fuori ci sembra l’eredità di una civiltà, di una generazione che è tornata a reclamare attenzione affinché i suoi valori possano essere tramandati e diventare il cardine dell’economia e della rinascita del territorio. E’ davvero così?
Siamo figli di un passato che non ci apparteneva più. E come fanno i figli quando arrivano all’età adulta, sentiamo il bisogno di riprenderci il nostro momento. Questo tempo è nostro! Abbiamo ereditato consuetudini che non legano più con chi siamo e con il cambiamento a cui si assiste quotidianamente, e per questo motivo abbiamo deciso di scendere in campo a modo nostro. Non siamo sicuramente la generazione delle ribellioni giovanili per come si sono sempre conosciute, ma la nostra rivoluzione la stiamo facendo. Stiamo realizzando progetti che hanno un grande risuono sociale, che uniscono di nuovo le persone, che hanno rispetto delle diversità, che sono sostenibili, che creano esperienze da condividere. C’è tanto da fare ma noi ci crediamo!
Siamo dell’idea che la sinergia tra i diversi attori della filiera del turismo insieme alla logica del “fare rete” siano i fattori fondamentali per la diffusione del turismo innovativo. E’ la strada da percorrere?
Fare rete è fondamentale! Non si va da nessuna parte da soli ed è importante accettare l’idea che oggi non è possibile offrire tutti i servizi: è necessario costruire legami e delegare servizi ad altre realtà locali. Questa è assolutamente la strada da percorrere: condividere le difficoltà, collaborare e costruire nuove idee.
Oggi il turista è sempre più esigente e più curioso e va alla ricerca di una vacanza diversa: cosa ci proponi?
Oggi il turista ha bisogno di vivere esperienze che lasciano qualcosa, un ricordo indelebile. Bisogna riconnettere chi viene in Sicilia con la natura che ci caratterizza, insegnando loro come sentire l’energia della Terra. C’è necessità di scoprire nuovamente le culture delle popolo siciliano, di tornare alle vecchie tradizioni e di raccontarle a chi non le conosce. Questa è la mia idea di turismo.
L’obiettivo che vi siete poste con Sicule Will?
Abbiamo disegnato una linea del tempo che ha un’inizio e un luogo ma che non ha una fine. In questo momento vogliamo allargare la rete, vogliamo raggiungere altri luoghi della Sicilia e connetterci con essi. Vogliamo dare voce e a tutti i progetti imprenditoriali siciliani, sia nuovi che vecchi, nel modo in cui solo Sicule Will sa fare.