Ilia Currò: Fatti non foste a viver come bruti. Portiamo i bimbi ai musei

Gli artisti vogliono e devono lavorare. Vogliono per passione e devono per vivere. Non lo ammettono in molti ma essere artisti in una terra come la Sicilia pesa. E ci sono momenti che in una giornata con poco sole pensi: l’arte, la scrittura, la poesia, non fanno per me… Finché ti accorgi che ti diverti. Finché scopri che senza quel momento di estrema sensibilità e bellezza non sei felice. Non si diventa ricchi con l’arte ma è un’aspirazione essere artisti, poeti, scultori, pittori. Un modo di essere e in un certo senso, il marchio più amato del pianeta: ah l’arte, bella l’arte! E’ così non possiamo farci niente.

Nonostante si faccia tutto per dissuaderli, gli altri umani invidiano gli artisti e sognano, un giorno, di scrivere un libro o partecipare a una mostra di quadri o sculture. C’è chi sostiene che la vita è una serie infinita di inizi anche se spesso la cronaca di Messina ci racconta che ripartire può diventare difficile, specie se vivi d’arte. Addirittura si può arrivare a pensare, dopo un fallimento o una dura prova, che ricominciare sia impossibile. La storia di Ilia Currò dimostra esattamente il contrario: ricominciare è possibile, sempre. Certo, non è facile. Si tratta di un’arte che va appresa con umiltà e con i piedi ben piantati per terra ma con tanta passione nell’anima.

 

Ilia Currò sei specializzarsi nella scultura. Sono volti o mezzi busti. Come nasce questa tua visione dell’opera?

Credo che nasca dal voler rappresentare il modo che è invisibile agli occhi, alla visione ordinaria, parlo del mondo dei sentimenti della sfera emotiva, dunque, credo che niente meglio di un’espressione o di una posa possa veicolare un messaggio emozionale. La mia scultura va oltre la ritrattistica fine a se stessa. Raggiunto l’obiettivo considero il lavoro compiuto, anche se in realtà mancano delle parti anatomiche… per me a quel punto secondarie.

Come diari le sculture narrano vite, errori e speranze degli artisti?

Non credo che narrino solo la vita e le speranze dell’artista, credo invece che raccontino la un po’ la vita di tutti gli esseri umani, ecco perché arrivano anche agli altri… Ognuno si identifica e prova quello che in quell’istante l’opera suscita in lui. Un messaggio universale e al contempo individuale.

Il dolore e la speranza di un uomo o di una donna in quale opere li hai ritrovati?

Ho notato che in alcuni autori questi sentimenti saltano subito all’occhio attento. Molti artisti, anche importanti e famosi, sono un libro aperto… si “legge” chiaramente quanto in quel momento l’artista provasse o volesse trasmettere … e in alcuni è molto forte il massaggio di speranza e tutta la tenera ambizione che guida la mano nell’atto stesso di dipingere. Molto commovente.

Quanto è complicato fare arte da queste parti?

È complicatissimo, specialmente se si vuol fare a un livello professionale. Ma non mi piace fare polemica, spero solo che presto la consapevolezza che l’arte sia fondamentale per la vita degli esseri umani prenda sempre più corpo, e spero che possa essere considerata nutrimento essenziale per la vita degli uomini.

Fatti non foste a viver come bruti… a chi lo vorresti ricordare?

Lo ricorderei a tutti, me in primis. Siamo nati per evolverci, l’unica vera “missione ” che abbiamo in questa vita è migliorare come esseri umani, intraprendere un cammino che ci porti ad una evoluzione interiore è l’unica via percorribile affinché le follie e le aberrazioni, che fanno parte di un mondo infimo, si allontanino per far spazio all’armonia e alla bellezza.

Magari basterebbe aggiungere che i nostri artisti sono stati fondamentali e innovatori nelle diverse epoche. Non è un mistero che l’arte italiana, nei principali musei del mondo, trova un grande rilievo nella programmazione…

Mi riempie di orgoglio sapere che l’arte italiana abbia avuto un’influenza importante a livello mondiale, ma mi piace di più pensare all’arte come un linguaggio universale privo di confini, che, a certi livelli, sconfina appunto nel sentire comune di tutti gli esseri umani qualsiasi sia la loro provenienza geografica o culturale (penso ai graffiti primitivi… meravigliosi). Quando osservo un’opera d’arte, l’ultima cosa che mi chiedo è dove sia nato l’autore. Ovviamente per chi studiare la storia questo ha un’altra valenza, io parlo da fruitore.

Cosa bisogna fare per debellare il flagello dell’ignoranza politica verso tutto ciò che arte, cultura, storia e memoria?

Insistendo! Cercando di far capire a chi ci amministra che l’arte e la cultura in generale sono il perno fondamentale di una società sana. Cercando quindi di far cambiare punto di vista su quelle che sono le priorità e quello che invece è superfluo.

Perché nella nostra Messina ancora non si è realizzato un centro per far crescere cultura e formazione, insomma uno spazio polifunzionale per favorire creatività e iniziative per i giovani per un welfare diffuso?

Sempre per lo stesso motivo… perché si dà priorità ad altro. Si pensa a come far circolare meglio le automobili, a come dislocare uffici vari o a chiudere o aprire strade, ma non si pensa mai a cosa fare per migliorare la situazione culturale di questa città. Credo che invece questo dovrebbe essere il punto fondamentale risolto il quale tante cose qui migliorerebbero di conseguenza.

Continuando di questo passo non si rischia che la percezione dei cittadini messinesi sia quella di vivere un inesorabile declino?

Purtroppo credo che questa sia una percezione fondata… basta guardarsi intorno per rendersi conto che va sempre peggio. Ma certe discese portano quasi sempre a delle risalite… Mi piace pensarlo e me lo auguro fortemente per questa città… che amo.

Che cosa aiuterebbe?

C’è una frase di Bufalino che pronunciò a proposito del problema mafia e che però credo si possa estendere tranquillamente a tutte le situazioni nelle quali l’ignoranza crei i presupposti per decadenza. Bufalino disse che a sconfiggere la mafia saranno le maestre elementari… e mai frase credo fu più saggia. Applicando questa idea all’argomento arte potrei solo suggerire di iniziare proprio da lì, dalle scuole elementari… Portiamo i bimbi ai musei, alle mostre cittadine, in visita ai laboratori di artisti locali… facciamoli familiarizzare con sculture e quadri, leggiamo racconti e poesie avviciniamoli sin da subito al mondo dell’arte e della cultura… Sono certa che così facendo potremmo porre le basi perché si formino persone migliori.

Sono state settimane di un cumulo di dolore in tante persone dall’Ucraina alle morti per incidenti stradali o suicidi in carcere. E dopo ogni evento le solite paure e polemiche. Per dirla in maniera semplice a volte è possibile dare aiuto, soprattutto nella fede in qualcosa o in una religione. Altre volte la fede ritorna. Ma altre volte la fede fa ammalare: perché Dio non mi aiuta? Tu che risposte ti sei data nei momenti meno felici?

Premetto che ho un profondo rispetto per ogni religione, e soprattutto per la religiosità che gli uomini abbiamo. Detto ciò, credo di aver imparato dai momenti infelici che sono solo una parte… dall’altra c’è il loro opposto. Vivere in equilibrio tra questi opposti è anch’essa un’arte.

Tra tante certezze effimere che cosa attendersi in chiave culturale per il prossimo futuro?

Credo forse di aver in parte già risposto … Mi aspetto una considerazione, anzi, riconsiderazione di tutto ciò che rappresenta cultura. Una rivalutazione che è sì collettiva amministrativa ma anche individuale, fatta di scelte quotidiane da parte di ognuno di noi. Questo per non sentirci estromessi dal problema, perché non lo siamo affatto.

Prossima tappa di Ilia?

Una casa in campagna con tanti animali!