Se qualche artista vede nelle bottiglie un universo di pieni e di vuoti, di luci e di ombre Lisa Sgarbossa copre le sue opere con una cascata di colori e facce buffe. Perché la nostra Lisa, nata a Cittadella, in provincia di Padova, appartiene a quella categoria di persone i cui lavori mirano a ricordarci di quanto sia bella la realtà, anche quando potrebbe sembrare brutta.
Lei ama riciclare bottiglie, dargli nuova vita, trasformandole in qualcosa di unico e artistico. Confinarla nella nicchia dell’arte del riciclo sarebbe un’ingiustizia al suo talento tanto che gli scatti, che immortalano i suoi tesori, allo sguardo attento di uno spettatore sembrano come organismi viventi capaci pure di ridere, giocare e pure di sognare. Le bottiglie di Lisa sono un paesaggio, una decorazione nella stanza vuota. Non a caso, l’artista ricopre le sue “compagne di gioco” di una patina di luce traducendo in immagine il sogno, la passione, l’amore verso gli oggetti che riporta in vita. E per certi versi, le bottiglie di Lisa sono “momenti” della nostra vita durante i quali sogniamo.
Di lei svela: “Sono una donna amante della creatività, fin da piccina. Se non sapevo cosa fare disegnavo e se sapevo cosa fare disegnavo. Ho frequentato l’Istituto d’arte, ma fatto tutt’altro per molti anni. Sono una curiosa, osservo, immagino, fantastico e sogno in continuazione, ogni scorcio è motivo di ispirazione. Mi piace la stranezza, l’estrosità e tutto quello che porta gioia. Da qualche anno a questa parte ho la mia pagina Instagram, ”le bottiglie di Lisa”dove pubblico i miei lavori, bottiglie di qualsiasi forma che riciclo e che trasformo in piccoli gioiellini rigorosamente dipinti a mano“.
Insomma, per Lisa arrendersi al vivace ma rilassante stile che la contraddistingue è stata la chiave del successo. E ci tiene a ringraziare i suoi complici… baristi, amiche, amici, nonnine, zie che di tanto in tanto mi scrivono: “Lisa ho roba per te”!
Lisa partiamo dall’inizio: come sei arrivata all’idea di riciclare bottiglie, dargli nuova vita, trasformandole in qualcosa di unico e artistico?
E’ nato tutto per gioco: si doveva allestire una serata di musica etnica, creare l’atmosfera, e mi sono inventata dei candelabri con delle bottiglie di vino vuote che ho dipinto … Così…senza tanto pensarci…beh, da quel giorno non mi sono più fermata, ho sperimentato tecniche, vernici, colori di ogni tipo, fino ad arrivare dove sono.
Credi in quello che sei: come ti definisci?
Si credo in quello che sono, credo in quello che sento, la mia guerra interiore mi sta aiutando a guardare la strada giusta, quella che mi fa stare bene con me stessa e con chi mi sa capire. Mi definisco fuori dal mondo, fuori dagli schemi, fuori dalle mode, fuori dal troppo, insomma mi sento “FUORI”.
Qual è la cosa che attira la tua attenzione verso un progetto? Cosa ti rende felice, che cosa ti accende?
La natura è al primo posto, i fiori soprattutto, disegnarli in qualsiasi modo, stilizzati, astratti, realistici, romantici e le mie facce, adoro le mie “facce buffe”, le mie “lady”in loro vedo leggerezza e simpatia, cosa sempre più difficile da trovare nella vita di tutti i giorni. Mi rende felice la gente felice, la spontaneità e il mio momento alla sera, dopo la fine del giorno, inizia il mio giorno con i miei colori. Mi rende felice la gente felice, la spontaneità e il mio momento alla sera, dopo la fine del giorno, inizia il mio giorno con i miei colori.
Una fonte d’ispirazione?
La mia fonte di ispirazione? Guardarmi intorno, una chiacchierata con la persona giusta, una passeggiata in campagna, un sogno.
Che cos’è per te svelarsi agli altri?
Svelarsi agli altri? Un sorriso reciproco.
Qual è il senso di essere un’artista oggi?
Essere se stessi, dare all’arte quello che sei.
Cosa ti differenzia dagli altri artisti?
Il fatto di non sentirmi un artista…
C’è chi usa l’arte per combattere lo stress e l’ansia. Che si ripercuote anche sulla bellezza esteriore: cosa ne pensi?
Assolutamente vero. Viviamo una vita senza tempo…e sì, a volte mi sento così: orribile, stanca, vuota… dipingere è la mia cura.
Quale opera ha il tratto principale del tuo carattere?
Tutte parlano di me: la mia pagina è colorata, felice, rispecchiano Lisa, quella che pochi conoscono.
C’è un ricordo particolare che custodisci di questa tua esperienza artistica?
Il ricordo di me bambina con la matita in mano.