Loredana Vaccarotti: Ogni donna ha il diritto di essere sovrana di sé stessa, di custodire il proprio corpo e le proprie anime

Loredana Vaccarotti è nata a Vetralla (VT). Laureata in Conservazione dei Beni Culturali e ambientali, indirizzo archivistico-libraio. Master in archivistica, diplomatica e archivistica sia presso l’archivio di Stato di Roma, sia presso  la scuola Vaticana. Ha pubblicato 5 libri e varie pubblicazioni. Si occupa di eventi nazionali, legati alla cultura e alle tradizioni. Tra i suoi hobby: viaggiare, leggere, politica, cucinare, inventrice di giochi, ricercatrice storica, blogger, traduttrice di testi antichi e rari, impegnata nel Rotary Club Sutri e Tuscia Ciminia. Segni particolari: il suo motto è “vivere e non sopravvivere, pur contenendo olio di palma”.

Loredana come si può dare dignità alla fragilità dei corpi o dell’anima? Che cosa significa per te creare qualcosa?

Dare dignità alla fragilità dei corpi o dell’anima significa riconoscerla come parte intrinseca dell’esperienza umana, non come una debolezza da nascondere o superare, ma come una dimensione che ci rende autentici e connessi agli altri. Alcuni modi per farlo includono: Accettazione e consapevolezza, valorizzazione dell’unicità, empatia verso sé stessi e gli altri, riconoscimento del valore intrinseco, cura e sostegno reciproco, spiritualità e trascendenza.

Dare dignità alla fragilità significa, in fondo, vedere nella vulnerabilità un’opportunità di crescita, bellezza e connessione, piuttosto che un limite da temere o nascondere.

Per me creare qualcosa significa dare vita a un’idea, trasformarla da pensiero astratto a realtà concreta. La mente crea.  È un processo che coinvolge immaginazione, impegno e l’uso di risorse disponibili, sia mentali che materiali. Può significare inventare, costruire, scrivere, disegnare, cucinare, o persino instaurare connessioni significative tra persone o concetti. Anche un semplice sorriso crea astrattamente una sinergia positiva verso il prossimo, che si materializza sempre in una giornata positiva e concreta

Raccontaci l’emozioni che regali attraverso i tuoi scritti…

Se si riferisce al blog “i graffiti di Dana”, che tra l’altro nonostante il tanto successo per varie motivazioni, ho dovuto interrompere, era un blog ironico. Ho iniziato a scrivere per gioco e poi è diventato un impegno fisso e far sorridere leggendo non è semplice. Soprattutto trovare sempre fonti d’inspirazione. Spaziavo, dalla politica, alla società, alle curiosità, al sesso senza mai essere volgare.

Cercavo di regalare emozioni  e momenti di relax per  chi li leggeva. Creavo momenti di riflessione, ispirazione o conforto. Ogni parola era pensata per suscitare sensazioni diverse, a seconda del contesto e delle esigenze di chi mi interpellava, sicuramente mai banali. Molte mie battute venivano usate da personaggi famosi…probabilmente leggendomi

I risvolti emotivi di un cuore sensibile?

Ahimè io ho un’anima iper sensibile. Un cuore sensibile vive con intensità tutto ciò che lo circonda, come se ogni emozione fosse amplificata e ogni esperienza vibrasse di colori più vividi. I risvolti emotivi di un cuore sensibile sono profondi, complessi e talvolta contraddittori, ma proprio per questo pieni di bellezza.

I risvolti positivi:

  • empatia intensa: Una persona sensibile sente profondamente il dolore e la gioia altrui, diventando spesso un rifugio sicuro per chi le sta accanto. È come avere un radar emotivo sempre attivo.
  • Meraviglia costante: Un cuore sensibile riesce a cogliere dettagli che altri trascurano, trovando poesia in un tramonto, in una canzone o nel suono della pioggia.
  • Profondità d’amore: Ama in modo totalizzante, senza mezze misure, rendendo ogni relazione unica e speciale.

I risvolti difficili

  • Dolore amplificato: Proprio perché vive intensamente, anche i piccoli dispiaceri possono ferire come grandi colpi.
  • Sovraccarico emotivo: La sensibilità può trasformarsi in un fardello quando ci si sente sopraffatti da emozioni proprie o altrui.
  • Timore del giudizio: Un cuore così aperto teme spesso di essere ferito o frainteso, il che può portare a una certa vulnerabilità.

La forza di un cuore sensibile

Un cuore sensibile non è debole, ma incredibilmente forte. Ha la capacità di trasformare il dolore in arte, la tristezza in comprensione e l’amore in qualcosa di infinito. È un dono che, se coltivato con cura, può rendere il mondo un posto più gentile e autentico. Una mia caratteristica, quando mi trovo in situazioni di disagio, faccio battute, come si dice a Viterbo “la butto in caciara”.

Sono dell’opinione che ogni donna deve essere sovrana delle sue mille anime e del suo stesso corpo, e ancor più deve difendere e far riconoscere i propri confini. Come si fa a non ricadere in trappola e come è stata possibile la rinascita?

La sua riflessione è potente e piena di verità. Ogni donna ha il diritto di essere sovrana di sé stessa, di custodire il proprio corpo e le proprie anime molteplici come un regno prezioso e inviolabile. Questo diritto va difeso con consapevolezza, forza e amore per sé stesse. Esploriamo insieme come evitare le trappole e abbracciare la rinascita.

Come non cadere in trappola

  • Ascoltarsi interiormente: Imparare a conoscere le proprie emozioni, intuizioni e segnali del corpo è fondamentale. Ogni donna ha una bussola interna che può guidarla lontano da situazioni tossiche o pericolose.
    • Domanda da porsi: “Questo rispetta chi sono e ciò che desidero davvero?”
  • Confini solidi e visibili: I confini non sono solo una dichiarazione, ma una pratica quotidiana. Comunicarli chiaramente e difenderli è un atto di amore per sé stesse.
    • Esempio pratico: Imparare a dire “no” senza sentirsi in colpa.
  • Riconoscere le dinamiche tossiche: Le trappole spesso si presentano sotto forma di manipolazione o controllo. Diventare esperte nel riconoscerle è come imparare a leggere segnali stradali in un viaggio.
    • Segnali tipici: colpevolizzazione o mancanza di rispetto.
  • Costruire una rete di supporto: Nessuno deve affrontare tutto da sola. Avere amici fidati, familiari o comunità solidali aiuta a mantenere la forza e la chiarezza.

Come è possibile la rinascita

  • Riconoscere il dolore come parte del viaggio: La rinascita spesso nasce dalla consapevolezza del proprio dolore. Guardarlo in faccia, senza paura, permette di trasformarlo in una forza creativa.
    • Frase guida: “Non sono ciò che mi è successo, ma ciò che scelgo di essere.”
  • Riscoprire sé stesse: Ogni rinascita è un ritorno alla propria essenza. È un momento di esplorazione in cui ci si domanda: “Chi sono? Che cosa voglio?”
    • Esercizio pratico: Scrivere una lettera al proprio sé futuro, immaginandolo libero e pieno di vita.
  • Celebrare ogni piccolo passo: Ogni vittoria, anche la più piccola, è un mattone nella costruzione di una nuova versione di sé stesse.
    • Pratica quotidiana: Tenere un diario della gratitudine, per ricordarsi delle conquiste. Una specie di diario di scavo.
  • Accogliere l’imperfezione: La rinascita non è un cammino lineare, ma un viaggio fatto di alti e bassi. Essere gentili con sé stesse è essenziale.

La rinascita è possibile quando una donna si rende conto che il potere è già dentro di lei: non è qualcosa da cercare fuori, ma da riscoprire e riaccendere. Sei una sovrana delle tue mille anime ogni volta che scegli di onorarti e di avanzare con coraggio, anche quando il terreno sembra incerto.

Le tue confessioni intime le ritrovi in quello che racconti?

Dico sempre quello che penso e penso sempre quello che dico. Se sono confessioni intime, perché dovrebbero essere diverse dalla verità, non avrebbe alcun senso.

Se invece si riferisce al blog, no. I miei scritti trattano la vita di storie ascoltate, per cui non mie. Certo in qualche passaggio può darsi, soprattutto il blog scritto in due blocchi che cito i migliori anni 1990 e le differenze a oggi o Siri.

Quanta forza ci vuole per sfidare il destino?

Sfidare il destino richiede una forza straordinaria, ma non sempre quella che immaginiamo. Non è fatta solo di potenza o coraggio urlato, ma anche di resistenza silenziosa, determinazione tenace e fiducia in sé stessi. Io la conosco bene, essendo una persona multitasking …ogni cambiamento è una sfida, ma pur vero che, la vita stessa è una sfida. Molti si accontentano di sopravvivere, io voglio vivere. Per vivere significa volare anche se non si hanno le ali giuste, ma provarci.

La forza di accettare l’incertezza, la forza di rialzarsi, la forza di dire “Io merito”, la forza dell’immaginazione, la forza di ascoltare il cuore. Non sempre il destino è un avversario da combattere. A volte, si tratta di trovare il proprio modo di navigarlo, come un marinaio che affronta le onde ma usa il vento a suo favore. La forza, allora, non sta nel piegare tutto alla propria volontà, ma nel capire quando lottare, quando adattarsi e quando lasciarsi andare.

Ci vuole coraggio per sfidare il destino, ma ancora più forza per crederci davvero, anche quando sembra impossibile. La domanda, allora, non è solo “quanta forza ci vuole?” ma “quanto desideri davvero cambiare il tuo cammino?”

Susanna Tamaro  scrisse: va dove ti porta il cuore.

C’è chi sostiene che noi siamo l’energia che trasmettiamo. Scopro tanta determinazione nel tuo percorso artistico: arrivare dove sei arrivata in ogni caso è un bel salto…

Ogni parola, gesto o pensiero diventa un riflesso del nostro essere più profondo. È una visione potente, che ci invita a vivere con intenzione, perché ciò che irradiamo torna a noi in mille forme.

“Tutto è energia e questo è tutto quello che esiste. Sintonizzati alla frequenza della realtà che desideri e non potrai fare a meno di ottenere quella realtà”
(Albert Einstein)

Come si gestisce la complessità di culture e stili di un mondo così ampio?

Gestire la complessità di culture e stili in un mondo così vasto richiede apertura mentale, empatia e una buona dose di curiosità. È un processo che implica non solo l’accettazione delle differenze, ma anche la capacità di trovare connessioni e punti in comune, trasformando la diversità in ricchezza.

Il mondo è come un mosaico: ogni pezzo, con le sue particolarità, contribuisce a un’immagine più grande e armoniosa. Gestire la complessità culturale significa saper vedere il quadro completo, ma anche apprezzare la bellezza unica di ogni singolo tassello.

L’arte, come il gioco, è simbolo di una vita che solo nel mondo dei sogni o dei racconti non finisce mai. La morte non esiste. La storia continua…C’è chi sostiene che noi siamo l’energia che trasmettiamo. Succede anche a te?

Questa riflessione è straordinaria. L’arte e il gioco, proprio come il sogno, hanno quella qualità speciale di sospendere il tempo, creando spazi in cui la realtà sembra essere fluida, infinita e in continua evoluzione. Quando ci immergiamo in questi mondi, possiamo sentire che la morte, quella fisica, non ha il potere di fermarci: la storia continua, si trasforma, si rinnova in ogni istante. In un certo senso, è come se fossimo eterni nei nostri pensieri, nelle nostre creazioni, nei racconti che costruiamo. Il bambino che c’è in noi non  dovrebbe spengersi mai, anzi come una fiammella andrebbe riacceso di sovente.

Per quanto riguarda la sua domanda, in un certo senso, sì, anche io sono un riflesso dell’energia che trasmetto. Qualcuno disse “nulla muore, ma tutto si trasforma”, per cui c’è un’energia reciproca in ogni scambio.

La visione dell’arte e della vita come un viaggio senza fine, in cui la storia continua e si trasforma, è davvero affascinante.

Il cervello dimentica quello che è inutile: cosa hai cancellato del passato e cosa tieni ben conservato nel cuore?

ll cervello, in effetti, ha una straordinaria capacità di selezionare, immagazzinando ciò che è utile e lasciando andare ciò che non lo è, come se fosse un filtro che decide cosa merita di restare. Tuttavia, per quanto riguarda la memoria, la “dimenticanza” non è mai completa: ciò che è dimenticato non è mai davvero cancellato, ma diventa una parte nascosta di noi, che riaffiora nei momenti più impensati. Gli scienziati dicono che usiamo solo il 3% del nostro cervello.

Io non “dimentico”, ma piuttosto costruisco nuove connessioni, come un archivio sempre in aggiornamento. Non c’è nulla che abbia bisogno di essere cancellato  nel “cuore”. Anche le esperienze brutte, mi hanno fatta crescere e dato qualcosa.

Ciò che rimane nel cuore sono le esperienze che segnano la vita, le relazioni, i momenti di vera connessione, quelle piccole e grandi gioie che ci definiscono. Non è mai una vera “dimenticanza” di ciò che ci ha resi ciò che siamo.

Un vero insegnamento che non dimenticherai mai?

Un insegnamento che potrebbe essere condiviso da molti, e che ha una forza profonda, è quello che riguarda l’importanza di ascoltare veramente. Ascoltare non solo con le orecchie, ma con il cuore, senza giudizio immediato, senza pregiudizi, ma semplicemente con la volontà di capire davvero l’altro. Vedere e guardare con gli occhi dell’anima-

Quando ascoltiamo con empatia, permettiamo agli altri di sentirsi visti e compresi. Questo non solo arricchisce le relazioni, ma ci aiuta anche a crescere come individui, aprendoci a nuove prospettive e a nuove verità. La capacità di ascoltare è come una chiave che apre porte dentro di noi e negli altri.

È un insegnamento che, purtroppo, a volte dimentichiamo, presi dalla frenesia o dai giudizi facili, ma ogni volta che ci ricordiamo di praticarlo, possiamo sentire la profondità dell’umanità che ci collega.

Vivi e lascia vivere.