Martina Attanasio – Editor, laureata in Scienze della Comunicazione indirizzo Giornalismo, fondatrice dell’agenzia di servizi editoriali TiEdito, co-fondatrice del sito di recensioni Rock’n’Read e dell’associazione culturale Dire Fare Cambiare, dove è la responsabile della sezione Letteratura. Leggere e scrivere, comunicare e il contatto con la natura, oltre all’altalena che si è fatta montare in salone, sono la sua sopravvivenza in questo pazzo mondo.
Martina: lettori si nasce o si diventa?
A mio parere lettori si diventa, assorbendo dall’ambiente circostante la confidenza con i libri come oggetti preziosi, la curiosità verso ciò che contengono e le infinite possibilità di vite che ci regalano. Famiglia e scuola sono i primi luoghi importanti per instillare in un essere umano questo rapporto, che una volta creato è pressoché indissolubile.
Scrivere un libro è ormai diventata una moda ma il problema di fondo è capire a chi è destinato ciò che uno racconta. Come cambia il rapporto con la parola?
Il rapporto con la parola cambia continuamente mi pare, in base all’epoca in cui viviamo, in base ai fruitori e alla formazione di chi scrive. Le mode passano, i bei libri restano.
Quando e come hai cominciato a esprimerti attraverso la scrittura?
La lettura e la scrittura sono mie compagne da sempre, sono cresciuta in una famiglia di lettori, ma nessuno mi ha mai detto di leggere, l’esempio mi ha formata. Leggere lo trovo affascinante, conoscere nuovi personaggi, storie diverse dalla mia, abitare luoghi remoti… a volte è stata addirittura una pratica salvifica. I primi anni professionali li ho dedicati al giornalismo proprio per approfondire e dare un senso alla scrittura, per poi arrivare al mondo dell’editoria che è la mia passione. Ma ora più che scrivere, da editor, seguo chi scrive. Ed è sempre un percorso soddisfacente, che umanamente mi arricchisce. Mi sento fortunata, amo molto il mio lavoro.
I tuoi autori preferiti?
Se parliamo di contemporanei posso dirti che entro di testa in tutto ciò che scrivono Manzini e De Giovanni, Isabel Allende, ma ce ne sono tantissimi altri… poi formativi per me sono stati Calvino, Herman Hesse, Verga, Silone, Fante, Tolkien, Machiavelli, Sepúlveda, Svevo. Ma il mio primo amore è stato Dante Alighieri. A dodici anni volli leggere, chissà come mai, la Divina Commedia e mi sembrò qualcosa di meraviglioso, un vero prodigio della mente.
I tuoi eroi nella vita reale?
Non so se sia un bene o un male, ma non ne ho. Di tutti cerco e scorgo le diverse sfaccettature, cosa che non mi ha mai consentito di idealizzare qualcuno. Ci sono persone che stimo molto, ma credo che se le conoscessi meglio troverei in loro delle “magagne” che li rendono imperfetti e molto umani. Trovo sia bello così.
Quale romanzo ha il tratto principale del tuo carattere?
Sceglierne uno solo è complicato, ma oggi direi Harry Potter, per la magia che porta con sé che è certamente il modo con cui guardo la vita e tutto ciò che mi circonda… con lo stupore e la meraviglia di chi osserva e sente di vivere sempre qualcosa di magico.
È molto più difficile che si cominci a leggere in una famiglia dove nessuno lo fa, dove un papà o una mamma non abbiano avvolto il sonno di un bambino leggendo una storia…
Assolutamente, come ho detto l’esempio è proprio la prima goccia della potente pozione che ci fa innamorare della lettura. Poi leggere qualcosa al proprio figlio/a la sera, prima di dargli il bacio della buonanotte è una cosa meravigliosa, che resta nel cuore a loro e a noi genitori.
Ricordo che alle Medie l’insegnante di lettere ci fece sentire l’importanza della lettura: ci chiedeva di dire le nostre impressioni sulle letture fatte…
Questa trovo sia una cosa bella e importante, leggere e sviluppare anche la capacità di tirare fuori ciò che è sbocciato in noi durante la lettura, cosa ha risvegliato. Un esercizio prezioso e per nulla scontato.
Anche nell’epoca dello smartphone e della playstation i ragazzi possono appassionarsi alla lettura?
Sì, sempre attraverso l’esempio e qualche regola, attraverso il rendere la lettura un’attività positiva, stimolante, anche da condividere a volte. Certo è innegabile che smartphone e Playstation rendono i nostri ragazzi più inclini a una fruizione veloce e spesso multipla. Forse questo li porterà verso letture diverse da quelle che hanno formato noi, ma credo che non sia grave.
Quali sono le strategie giuste da attuare?
Non so esattamente ma posso raccontarti come funziona a casa nostra, dove per smartphone e Playstation ci sono modalità e orari. Quantomeno per educazione, poi c’è la questione di non usare dispositivi a luce blu poco prima di andare a dormire, condisci il tutto con lo studio e lo sport ed ecco che il tempo che resta da usare questi apparecchi sarà il giusto. La sera a letto si legge, immergendosi in una storia che ci coinvolge e buonanotte. Il punto non credo sia demonizzare qualcosa che fa inevitabilmente parte della loro vita, e che se usato come strumento può essere utile e importante, il punto sta nell’equilibrio. Io lavoro molto sull’equilibrio.
Come sarebbe bello se la Tv anziché un’arma di distrazione di massa diventasse un innesco per lettori in erba…
La tv ha perso la volontà di essere formativa e ha rinunciato completamente, mi sembra, a essere anche solo lontanamente qualcosa di ben fatto, di pensato per esseri senzienti. Questo è un vero peccato perché è ancora un veicolo forte, anche se ho la netta sensazione, e la speranza, che le future generazioni della tv generalista faranno volentieri a meno.
Le nuove tecnologie sono il vero nemico della lettura?
Assolutamente no, il nemico della lettura è l’abbassamento del livello culturale, degli stimoli che ci circondano, della curiosità, sono i pochi investimenti nella Scuola e nella Cultura da parte dello Stato, il permettere la chiusura di centri culturali e librerie indipendenti, sono gli atteggiamenti con cui viviamo che in qualche modo ci danneggiano.
IO LEGGO PERCHÉ VIAGGIO DOVE NON AVREI MAI POTUTO ANDARE. ANCHE PER TE?
Io leggo per fare nuove esperienze, per conoscere “gente” nuova, spesso più stimolante di quella in carne e ossa, leggo per continuare a scoprire diversi lati dell’animo umano, attraverso ciò che i protagonisti dei libri vivono, come reagiscono a ciò che gli accade. Leggo soprattutto per fare esperienze emotive direi, per arricchirmi da quel punto di vista. Perché, ad esempio, solo dopo aver letto Il sale della terra di Jeanine Cummins puoi comprendere le difficoltà di chi fugge dalla propria casa, le reazioni, i suoi perché. Questo ti donerà un mattoncino da aggiungere, come esperienza, come capacità di comprensione del mondo e del prossimo.
Gli esseri umani li possiamo dividere in due categorie: coloro che sono dotati di senso pratico, che imparano dagli attrezzi del mestiere con i quali si circondano e dei libri non sanno che farsene; quelli invece dotati di senso astratto che imparano dai libri, creati apposta per aiutarli a conoscere il mondo che si trova oltre il proprio naso, standosene, comodamente seduti…
Penso che anche i libri possano esser visti e vissuti come “attrezzi del mestiere”, qualcosa di molto concreto che ci porta altrove. Personalmente mi sento a cavallo tra queste due definizioni. Ho un solido senso pratico e fortissimo senso astratto. D’altronde sono sinestetica, sarà quello??!!!
Quali sono i libri che consigli per un regalo sotto l’albero?
Delle mie letture più recenti mi sento di consigliare Poesie per gente che va di fretta, Marcos Y Marcos. Si tratta di una raccolta di meravigliosi haiku, le poesie più brevi del mondo. Per rimanere in tema poesia vale la pena leggere Di tutto rimane il silenzio di Martina Dini, edito da L’Erudita. Poi Come addomesticare un umano, Giunti, che ci dà con leggerezza la possibilità di guardare le cose da una prospettiva diversa. Continuo i consigli con Capire il presente, Giunti, un libro accattivante e adatto anche per i più giovani, che ci spiega con estrema semplicità le complesse dinamiche che regolano il nostro complesso mondo. Uno qualsiasi a scelta tra i libri e i fumetti della Neo edizioni… mi fermo ma potrei continuare per molte righe ancora!
Ritornando ai classici, quali sono quelli che consigli in base all’età?
Non sono la persona più adatta per “dividere in base all’età”, a otto anni lessi Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, di Christiane F., certamente d’impatto per una ragazzina ma fu fondamentale per aprire la mente. Quando una cosa è bella credo che ci si possa con essa relazionare a qualsiasi età, la differenza è che ogni volta ci si troverà una cosa diversa. Dei classici che consiglio per ogni età ci sono certamente Il sentiero dei nidi di ragno, Siddharta, I Malavoglia, Frankenstein, Fontamara, Se questo è un uomo, Il piccolo Principe, La coscienza di Zeno, Jane Eyre, Uno, nessuno, centomila, Il signore degli anelli, Il diario di Anna Frank, Alice nel Paese delle Meraviglie…
Dopo questa intervista quanto mi detesti?
No, anzi, ti ringrazio perché per rispondere mi sono dovuta fare delle domande e questo è sempre prezioso per me. Poi oggi le risposte sono queste, domani chissà quali sarebbero state!???