Non è semplice la vita per chi è in cerca di sesso, amore e relazioni nell’universo digitale. E non è semplice neppure per chi vi vive un rapporto con solidi radici nel mondo fisico, ma si trova, quotidianamente, a dover fare i conti con le innumerevoli dating app, regole e interazioni che scandiscono le relazioni sentimentali contemporanee sul versante della Rete.
Di questo complesso e articolato panorama (virtuale), gli autori del libro Love, Sex e Web (Ed. Ledizioni) analizzano gli elementi salienti, provando a fornire una risposta semplice, concreta ed esaustiva ai mille interrogativi che, dagli incontri digitali, al sesso virtuale fino ai miti e tabù tecnologici, ciascun utente della Rete si è trovato ad affrontare… fino al momento in cui, improvvisamente, tutto è cambiato.
Per approfondire l’argomento abbiamo intervistato uno degli autori, Rossella Dolce, laurea in psicologia clinica nel 2004 a Milano per specializzarsi in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale a indirizzo Costruttivista. Professore a contratto per l’Università degli studi di Milano Bicocca. Rossella si interessa da tempo alle dinamiche familiari e al rapporto genitori figli e consegue il dottorato nel 2011 focalizzandone l’interesse sulle difficoltà della transizione genitoriale nella perinatalità. Socia ordinaria della SITCC (Società Italiana Terapia Cognitivo Comportamentale), svolge pratica clinica e di supervisione in progetti legati al sostegno della genitorialità.
Rossella Dolce, Love, Sex e Web: da dove partiamo per raccontare questo libro?
Dalla curiosità di noi autori di esplorare e comprendere l’universo digitale da più di dieci anni ormai. In un periodo di così forte cambiamento storico e sociale, in presenza di sfide quotidiane date prima dalla pandemia e poi dalla crisi, ci siamo chiesti come il digitale così prezioso nella relazione umana moderna potesse aiutare o complicare le cose.
Che cosa si può dire a una ragazza di 15 o 16 anni, che ti viene a raccontare, con libertà e forse con candore, che è andata a letto alcune volte con un suo coetaneo non per amore, ma per provare?
Sul fatto in sé non credo ci sia nulla da dire se non corrisponde ad un turbamento particolare che la mette in difficoltà e se l’esperienza è stata consensuale, soddisfacente, consapevole e condivisa. Nel caso che la ragazza provi del disagio a riguardo credo vada capito il perché. Se si tratta di temi sessuali, relazionali o se c’è una paura legata al giudizio. L’esplorazione consapevole sessuale in adolescenza non è certo un fatto strano. La scarsa comunicazione a riguardo e la mancanza spesso di piani di educazione sessuale rivolti a queste fasce di età invece è un problema molto serio.
Nell’era della comunicazione e dei social è ancora possibile mettere ordine nei pensieri, sentimenti ed emozioni intensi che vanno oltre il piacere fisico e la novità dell’esperienza?
Sentimenti e sensazioni intense fanno parte dell’essere umano, la loro ricerca penso non possa interrompersi per la comparsa del digitale. L’errore che spesso facciamo è il tentare di riprodurre tutto on line cercando la stessa intensità e lo stesso tipo di sensazioni con un mezzo che non è il nostro corpo. Il digitale è tutto un altro mezzo, con regole, segnali e capace di produrre sensazioni fisiche ed emozioni in modo differente, per una durata differente e soprattutto con stimoli differenti. Spesso nei racconti di storie d’amore durature nate nella conoscenza on line, si punta molto sul beneficio dato da una conoscenza pre incontro in cui ci si è presi e dedicati del tempo con lunghe conversazioni o numerosi brevi messaggi giornalieri che hanno permesso di avere un’idea della quotidianità vissuta reciprocamente. In questi casi la sensazione di intimità percepita è molto forte. Come nel mondo fisico però, questo tipo di racconto non è il più comune e non è quello che ci si aspetta di trovare in uno spazio virtuale in cui pregiudizi, inganni, scorciatoie paiono molto più facili da mettere in atto. Come sempre dipende dall’utilizzo e dalla capacità di mettersi in gioco in maniera relazionalmente rispettosa degli utenti a fare la differenza.
Nella sua esperienza psicologica quali sono state le storie che l’hanno colpita (ovviamente senza violare la vita privata di alcuno) e che l’hanno portata a riflettere che qualcosa andava fatto per aiutarli?
Sicuramente i problemi legati alla dipendenza dall’on line e il ritiro sociale che spesso ne deriva. La sostituzione della propria vita relazionale in favore di quella nel mondo digitale. L’ansia derivante dal non poter accedere alla rete, ma anche il rifiuto con terrore di farlo. Gli episodi di cyberbullismo o di odio in rete.
A un certo punto del libro voi vi domandate: quale è, e dove si situa, il confine tra la nostra vita online e quella offline, quali sono i meccanismi che lo regolano e come possiamo (perché è indubbio che dobbiamo) averne consapevolezza e comportarci di conseguenza. Tutto questo, vi chiederete, non esula forse dal dating? Può darsi, ma di certo il dating è un ottimo punto di partenza per cominciare a rifletterci su. Che risposta che vi siete dati?
In effetti, un confine tra on line e off line non è più così nettamente tracciabile ed è proprio a questo che la riflessione su questi temi è necessaria e la consapevolezza individuale diventa un obiettivo di benessere. La consapevolezza si raggiunge anche e non solo con l’osservazione non giudicante di sé, delle proprie azioni, sensazioni, emozioni e pensieri. Si tratta di comprendere perché facciamo le cose senza il bisogno di giustificarci ma con l’intenzione di capire a quali bisogni corrispondono e quali risultati portano. Serve a diventare più strategici nel modo di utilizzo del digitale ma anche più sereni e a proprio agio nelle relazioni tenute grazie a questo strumento. Capire quando e perché ci si affida al virtuale e quando invece al mondo fisico è fondamentale per l’equilibrio personale e riuscire a far corrispondere le azioni a bisogni e desideri è sicuramente l’obiettivo di tutti.