Il cibo rappresenta sempre più un simbolo delle profonde diseguaglianze del nostro pianeta. una bela fetta della popolazione ha sofferto e soffre tuttora di malnutrizione cronica e gli esperti ci dicono che si sono moltiplicate le malattie legate a una cattiva alimentazione, basti pensare all’aumento preoccupante dell’obesità infantile.
E così via alle campagne informative per correggere le cattive abitudini alimentari, a cominciare dall’allattamento e dallo svezzamento, restituire all’infanzia stili di vita a misura di bambino e contrastare alleandosi con le famiglie. E tra un convegno e l’altro scopri pure che gli affamati sono cresciuti per approfondire l’argomento abbiamo chiesto aiuto alla dottoressa Maria Neve Mazzeo, Master di II livello presso l’Università Tor Vergata di Roma, in Nutrizione Personalizzata: basi molecolari e genetiche, completando il percorso con una tesi “Endometriosi ed Alimentazione”.
Dott.ssa Mazzeo come si comporta l’italiano a tavola?
Gli italiani sono ormai consapevoli che una corretta alimentazione si ripercuote sul propri stato di salute. Il momento di mettersi a tavola, per la maggior parte degli italiani, è fra quelli preferiti, è convivialità, è famiglia, è serenità. Purtroppo, oggi, si ha molto meno tempo a disposizione per stare tutti insieme a tavola, per via della vita frenetica e degli innumerevoli impegni di piccoli e grandi. Ciò porta inevitabilmente ad avere abitudini sbagliate, a saltare i pasti o a consumarli frettolosamente. Mangiare bene è fondamentale così come scegliere gli alimenti corretti e cucinarli in maniera accurata. Il tempo che si dovrebbe dedicare al consumo del cibo è inoltre indispensabile, perché ricordiamo che la prima digestione avviene in bocca, con una masticazione lenta e prolungata. Si è visto per giunta, che chi presta molta attenzione al consumo del cibo, oltre ad apprezzarlo di più, perché ne percepisce il reale sapore, tende anche a raggiungere un senso di sazietà anticipato e ad avere un introito inferiore di cibo che si traduce nel controllo e mantenimento del proprio peso corporeo.
Noi sosteniamo che l’alimentazione gioca un ruolo determinante nell’impostazione di uno stile di vita corretto. In un frase: è vero che noi siamo quello che mangiamo?
Assolutamente si, noi siamo quello che mangiamo. Tutto ciò che noi ingeriamo e tutto ciò che non ingeriamo, a lungo termine si ripercuoterà sulla nostra condizione fisica. Nutrendoci, non andiamo solo a immettere cibo nel nostro corpo, ma andiamo ad alimentare tutti i processi che sono alla base del corretto funzionamento del corpo umano e ciò equivale a mantenerci in salute e forti. Una giusta alimentazione deve essere la protagonista nel corso di tutta una vita, a partire da quella prenatale a quella adulta, contrassegnate da diverse esigenze.
Papa Francesco è intervenuto su questo argomento: un’alimentazione sana per un mondo “famezero” evidenzia la distorsione del binomio cibo-nutrizione. Come si cambiano certe abitudini?
Dipende delle abitudini. Nella maggior parte dei casi sono abitudini insite nell’uomo da tutta una vita, trasmesse dalle generazioni passate che molto probabilmente passeranno a quelle future, per cui difficilmente sradicabili. Ancora oggi, nel mondo, esistono due realtà completamente opposte: una realtà di estrema povertà, dove vige una carenza di cibo e acqua potabile, e un’altra, in cui l’eccesso di cibo porta addirittura allo spreco. Necessario è quindi un cambiamento nel nostro modo di agire, d’intendere questo binomio cibo-nutrizione, in quanto dobbiamo iniziare a considerare il cibo non più come mero prodotto di uso e consumo, ma iniziare ad apprezzarne il reale valore, senza sprechi e senza eccessi.
Obesità e sovrappeso nell’infanzia?
Binomio più che attuale. L’obesità nell’infanzia è un problema che sta prendendo sempre più piede, in particolar modo, nei paesi in via di sviluppo, si è visto un aumento di questa in maniera direttamente proporzionale all’aumento del cibo che si ha a disposizione e alla riduzione dell’attività fisica. L’obesità è una condizione estremamente grave in quanto correlata a numerose patologie quali diabete, aumento del colesterolo, aumento di grasso a livello del fegato (steatosi), aumento della pressione arteriosa, aumento dei trigliceridi, nonché predisposizione all’insorgenza di malattie cardiovascolari. Tale patologia nel bambino, generalmente, è dovuta sia ad una condizione genetica (genitori in sovrappeso o obesi) che a delle abitudini alimentari scorrette. Personalmente penso che un modo per iniziare ad arginare il problema sarebbe quello di promuovere delle campagne sociali idonee a incentivare stili di vita sani, così come cercare di inculcare nel bambino quelle che sono le corrette abitudini alimentari, a partire dalla scuola, con delle ore dedicate all’educazione alimentare.
Un bambino obeso ha maggiori probabilità di diventare un adulto malato?
Certamente, esiste una forte correlazione fra bambino obeso e futuro adulto malato. Sono sempre più numerosi gli studi che attestano come l’obesità possa avere disastrose conseguenze a livello di vari apparati, quello locomotore, respiratorio, cardiocircolatorio. Questo porta inoltre, ad avere un’aspettativa di vita inferiore.
C’è un legame fra sovrappeso e artrosi?
Il legame fra sovrappeso e artrosi è più che evidente, ed è tanto più forte quanto più in eccesso sono i chili. Il sovrappeso va inevitabilmente a gravare sulle articolazioni di anche, ginocchia e caviglie. Ridurre il tessuto adiposo equivale anche a ridurre l’infiammazione nel nostro organismo, causata da ormoni pro-infiammatori prodotti proprio dal tessuto adiposo. Inoltre, nei soggetti sovrappeso che hanno subito dei traumi alle articolazioni, si ha un rischio maggiore di sviluppare l’artrosi proprio a quel livello. Per cui il controllo del peso è essenziale per ridurre il rischio di artrosi e consentirebbe anche al soggetto di poter effettuare un’adeguata attività fisica, che in presenza dei chili in eccesso e della condizione di artrosi, sarebbe impossibile.
Anemia, osteoporosi, perdita del tono della pelle, indebolimento dei capelli, alterazione delle unghie. Sono solo alcune conseguenze di una scorretta alimentazione delle donne: consigli utili?
Il corpo umano è una macchina straordinaria, tanto intelligente quanto fragile, motivo per cui ognuno di noi dovrebbe averne cura e accudirlo nel migliore dei modi. Una strategia semplice per farlo sarebbe quella di seguire un’alimentazione corretta. In particolar modo il corpo femminile, fisiologicamente sottoposto a dei cambiamenti nel corso della vita, e se non adeguatamente supportato, può incorrere in condizioni anomale quali appunto quelle sopra citate. Quest’ultime, trascurando cause di natura patologica, sono spesso dovute a carenze nutrizionali. A partire dall’anemia che può essere dovuta a un’alimentazione povera di Ferro, per cui sarebbe consigliabile introdurre alimenti che ne son ricchi, quali carni rosse e bianche, pesce, legumi, frutta e verdura, magari accompagnati da una fonte di Vit. C (kiwi, agrumi) che ne ottimizza l’assorbimento. Nei casi di osteoporosi, invece, che colpisce fisiologicamente soprattutto le donne nel post-menopausa, si potrebbe ovviare con un’alimentazione ricca di calcio, non proveniente solo da latticini, ma anche da verdure a foglia larga, cavolo, arance, legumi come la soia e soprattutto l’acqua. In questi casi l’assimilazione del Calcio, però, è compromessa dall’assunzione contemporanea di Fosforo (presente nelle carni rosse, cibi elaborati e ricchi di grassi) che andrebbe quindi limitata. La perdita del tono della pelle, altra condizione, che sebbene sia normale da una certa età in poi, spesso è associata ad un’alimentazione molto restrittiva ed ipocalorica, povera di proteine, che andrebbero ad aiutare la costruzione della massa muscolare, e da un apporto inadeguato di acqua che manterrebbe la pelle tonica. Infine indebolimento dei capelli e alterazione delle unghie, sono altre due condizioni dettate da carenze vitaminiche. Infatti, unghie e capelli rappresentano degli annessi cutanei che sono lo specchio del nostro benessere fisico ed una loro alterazione, seppur normale in determinate condizioni e periodi dell’anno, è spesso legata a carenza di ferro, zinco, selenio, magnesio, ridotto apporto di proteine, ridotto introito di grassi polinsaturi e idratazione insufficiente. Per tutte queste condizioni è consigliabile seguire un’alimentazione sana ed equilibrata quale la dieta Mediterranea.
E’ vero che i prodotti light contengono meno calorie?
Qui bisogna fare un po’ di chiarezza: i prodotti light sono così chiamati in quanto hanno dal punto di vista nutrizionale una quota di grassi generalmente più bassa rispetto al corrispettivo naturale. Dall’altro lato però sono ricchi in altri macronutrienti quali carboidrati (zuccheri) e proteine, per un totale introito calorico di poco inferiore e quindi per questo denominati light. Sono per cui dei prodotti che sono stati modificati dal punto di vista chimico. Io personalmente non li consiglio spesso, “light” non vuol dire “più sano”.
La tendenza a ingrassare può essere ereditata dai genitori?
Proprio così, un figlio di genitori obesi ha molta più probabilità di diventare obeso a sua volta. Questo dipende da diversi fattori: abitudini alimentari scorrette che regnano nell’ambiente familiare, ambiente che sarà obesogenico; componente genetica: uno studio dell’University of Sussex (pubblicato su Economics and Human Biology) afferma che l’indice di massa corporea dei figli dipende per il 20% dalla mamma e per il 20% dal papà. Anche la trasmissione epigenetica dell’obesità va ad incidere: una gravidanza condotta in uno stato di obesità, trasmetterà al “feto” dei marchi cellulari che determineranno delle alterazioni metaboliche predisponenti all’obesità. Quindi è opportuno che l’adulto trasmetti al bambino le basi di una corretta alimentazione.
Saltare i pasti fa dimagrire?
No, quello che porta a un dimagrimento è SOLO un deficit calorico: in parole povere noi dimagriamo se ingeriamo meno di quello che consumiamo. Saltare i pasti non è consigliabile, soprattutto se non si vuole incorrere in abbuffate per nulla salutari
L’attività motoria, sportiva quanto incide in una sana e corretta alimentazione?
Io oserei dire più il contrario, ossia una sana alimentazione quanto incide sull’attività motoria. Ricordiamoci che il nostro corpo è una macchina, con ingranaggi fantastici che si innescano solo se vengono correttamente sollecitati. Bene, l’alimentazione è il carburante del nostro corpo di cui necessita affinché funzioni alla perfezione. Se non ci alimentiamo adeguatamente, non potremo mai svolgere al meglio un’attività fisica.
Per coloro che praticano una disciplina sportiva a livello agonistico c’è una dieta specifica da seguire?
Una dieta non può mai conformarsi a più persone contemporaneamente; ogni individuo e ogni corpo ha la sua esigenza. Esistono sport diversi, di potenza, di resistenza e per ognuno di essi, e soprattutto per ogni fase di preparazione dell’atleta, va adottata una diversa alimentazione. Infatti gli sportivi, soprattutto a livello agonistico, sono monitorati costantemente da un nutrizionista specializzato nelle discipline sportive, il cui lavoro deve andare a favorire la performance, il recupero post-allenamento, riducendo il rischio di infortuni. Quindi subentrano numerose variabili nello stabilire la dieta più adatta: il periodo dell’anno in cui si svolge l’attività, la fase stessa dell’attività, il tipo e durata di attività, il luogo in cui si pratica. Variabili da prendere in considerazione al fine di garantire un’alimentazione soddisfacente dal punto di vista energetico e di prestazione per l’atleta.
L’ansia da Covid come può essere combattuta a tavola?
Questa pandemia, inevitabilmente, ha avuto ripercussioni su chiunque. Dall’ansia allo stress di una vita priva di contatti sociali, dalla paura di contagio all’angoscia per la situazione economica. Questa condizione di stress psico-fisico può farci cadere in episodi di “fame nervosa” e quindi momenti di abbuffate non richieste dal nostro fabbisogno energetico. Usiamo per cui il cibo come fonte di compensazione e non per mero bisogno fisico. Studi sulla coronofobia, ossia la paura per il coronavirus, hanno stabilito che un metodo che ci permette di controllare gli attacchi di fame dovuti allo stress, sia dormire bene durante la notte e prediligere nella propria alimentazione i cibi “anti-stress”: frutta e verdura, pesce e carne bianca, ma anche cioccolato fondente. Cercare di seguire un’alimentazione più variegata possibile e non saltare mai i pasti, partendo da una colazione energetica, fino ad una cena leggera e digeribile. L’ansia non fa altro che intaccare il nostro sistema immunitario, che se indebolito, ci predispone all’attacco di sostanze estranee.