La strada è lo specchio di chi la abita. Frase che calza a pennello se conosci Salvatore Manzo, designer talentuoso napoletano, cresciuto nel Rione sanità, cuore pulsante della città. Salvo da sempre è innamorato della moda: il suo viaggio è iniziato in Spagna come designer per poi intraprendere l’arte del sarto. In questi anni ha lavorato a numerosi progetti e oggi si dice pronto per fondare e creare il brand che porterà il suo nome. Dicono che quel che più cerca un artista in un luogo è la luce.
Non importa che gli spazi siano piccoli o grandi, non importa nemmeno il numero di stanze: conta la quantità di luce naturale che entra. In questa suggestione – a nostro avviso – c’è il segreto del suo talento. Perché la vita ti cambia, le relazioni ti cambiano e il talento si affina, oseremmo dire che diventa più sofisticato. Non è questione di soldi o lusso ma di soddisfazione in quello che si crea, Come nel caso del video che, con la sua cerchia di amici e collaboratori, ha prodotto ispirato a Sofia Loren, ovvero la massima espressione della “napoletanitá“. Un video bellissimo che mette in risalto la bellezza, i colori, la semplicità e la gioia con cui questi soggetti si sono fatti riprendere, orgogliosi di dove vivono.
Anime magari tormentate dalla vita, chi non lo è, visti i tempi, però fieri della loro essenza. Grazie a loro siamo stati spettatori a un vero e proprio viaggio nel tempo: la sfida dei nostri “eroi” è stata di sfruttare al meglio la spontaneità e il profumo della strada. La bravura, in questo caso, è riuscire a farsi “sentire” in un teatro senza microfoni. D’improvviso è come se i protagonisti che osserviamo avessero subito una variazione morfologica: sembrano tutti più giovani, più glamour, più attraenti. Ecco che la strada detta le sue regole: Salvo è il designer con il bagaglio pieno di idee. Arriva alla meta chi va dritto senza tentennamenti ma al tempo stesso, si salva chi torna sempre nel luogo dove tutto è cominciato: il Rione sanità!
Salvatore questo tuo amore profondo per Napoli è una scelta d’amore, una prova di coraggio o semplicemente una voglia di riscatto?
Attraverso la campagna MY DNA che, appunto porta alla luce le mie radici, la forte napoletanità che c’è in me, credo che l’amore viscerale per la mia città sia dettato proprio da una forte voglia di riscatto. Vorrei che Napoli venisse più rispettata, in primis dai miei concittadini fino ad arrivare alle istituzioni. Vorrei che si investisse di più sui giovani della mia città, Napoli brulica di talenti. In questo momento storico, sta attraversando un momento magnifico, tutti la amano, c’è una vera e propria Napolimania, Napoli oggi è cool ma non sempre è stato cosi. Oggi è facile amarla, io l’ho sempre amata!
Perché hai scelto di intraprendere questa professione? E’ stata una scelta lucida e consapevole?
Ricordo che ero solo un bambino e già ero affascinato, curioso di questo mondo. Avevo dieci anni quando organizzavo le prime sfilate, reclutavo alcune delle mie amichette, cuginette, proprio nel mio quartiere, creavo gli abiti con materiali di scarto. Ricordo in particolare una gonna a ruota ricavata da un ombrello, mi è sempre venuto tutto così naturale, cucivo senza aver mai studiato per farlo e passavo i giorni interi a disegnare finché non dovetti scegliere che liceo frequentare… a quel punto non ebbi esitazione, puntai tutto sull’Istituto Isabelle D’Este Caracciolo, lì è iniziato il mio percorso e la mia formazione professionale. Tutto questo ha contribuito al mio innamoramento di questa arte e ad avere il coraggio di sceglierla ogni giorno.
L’eterna domanda: essere artisti fino in fondo quanto paga?
Spesso non si è compresi, spesso si è allontanati… è difficile stare accanto a una persona con delle idee molto salde. Vedo il mondo alla Salvatore Manzo, una dimensione tutta mia, e a volte comprendo che non è semplice… Non si sceglie di essere artisti, lo si è e basta. Nasci con qualcosa di diverso, con una luce diversa, e questo nel bene e nel male ti ripaga sempre perché proprio grazie a questo si ha l’opportunità di vivere una vita unica, irripetibile.
Parlaci del video Dna, ispirato a Sofia Loren, alla massima espressione della napoletanitá… Il tuo primo ricordo di lei? Il film da vedere assolutamente?
MY DNA nasce per raccontare chi è Salvatore Manzo, da dove viene, con cosa è cresciuto e quello che sta cercando di creare. Racconta la Napoli che ho vissuto io, quella bella e genuina, quella dove c’è ancora il contatto umano, dove si fa la spesa tra l’assaggio di una “cerasa” e qualche risata. Sofia è la mia musa, l’ho sempre amata, credo non esisterà mai più una donna del genere, amo i suoi film, amo il fatto che non abbia mai perso la sua napoletanità. Il primo ricordo che mi riporta subito da lei è quando per caso, da scugnizzo quale sono, mi ritrovai nel bel mezzo di un evento qui a Napoli, me la ritrovai di fianco, urlavano tutti il suo nome come se fosse una donna qualsiasi, lei con la sua umiltà si avvicinava a tutti e salutava tutti, era a casa. Il mio film preferito, nonché ispirazione degli abiti di DNA: Ieri, oggi, domani. Imperdibile! Il mio sogno? Incontrarla di nuovo e dirle quanto io la stimi.
Nel video c’è tanto glamour, le due protagoniste in passerella come a un appuntamento romantico che fa da specchio alla vita da strada della gente normale… E’ una terapia contro l’inquietudine che spesso avvolge il territorio?
Forse essere nato al Rione Sanità mi ha aiutato tanto, forse mi ha dato una marcia in più. Quando cresci in un quartiere così tanto bello quanto delicato, vedi le cose sotto un’altra prospettiva. Le uniche terapie sono; la fantasia e la curiosità.
A noi ha colpito la femminilità romantica e i dettagli maschili: inusuali sovrapposizioni e quei bellissimi contrasti di colore…Diremmo accessori fondamentali per portare a spasso lo spettatore. Una trovata geniale…
Ogni lavoro di questo genere è studiato nei minimi dettagli, anche se nel caso di MY DNA tante cose sono state improvvisate. Volevo fermamente un effetto naturale sia negli scatti e sia nel video spot. Non amo fingere, non mi piacciono le cose troppo costruite, sono un forte sostenitore del “non aggiungere ma togli”, amo la spontaneità.
Il progetto di cui vai più fiero?
Tra le cose che ho fatto fino a oggi credo sia questo uno dei progetti di cui sono più fiero, per tutta la storia che c’è dietro, per tutte le persone che hanno collaborato con me. Sono molto grato e riconoscente.
Com’è la tua scrivania?
Sono una persona molto ordinata, non mi piace il caos… La mia scrivania è in perfetto ordine, ho decine di libri ovviamente riguardanti la moda, ci sono tutte le cose che uso per creare e poi in un angolo c’è una coccinella, quella è sempre con me. Ha un valore inestimabile.
La tua fonte d’ispirazione?
Mi ispiro a tutto ciò che è bello, sono un esteta e non riuscirei a farne a meno ma mi ispirano anche tutte le donne forti che fanno parte della mia vita e che mi hanno aiutato ad arrivare dove sono, in particolare la mia mamma, mia nonna, e una donna che ha lasciato il segno nel mio cuore e nel mio modo di creare, la mia ex docente di modellistica, Annalisa De Luca. In alcuni momenti bui mi ha ricordato che non potevo mollare, le sarò riconoscente per la vita, mi ha trattato da essere umano e non come un semplice numero, auguro a tutti di incontrare, almeno una volta nella vita, una persona così.
Girando per le strade della tua città che emozioni provi più spesso?
Mi sento benedetto a essere nato qui, ogni giorno ringrazio Dio per questo, la gratitudine è l’emozione che provo.
Si dice che le piazze, i cortili di Napoli hanno qualcosa di magico: si percepisce il sacrificio e lo sforzo in maniera allegra. Anche nei momenti più duri il napoletano riesce sempre a ridere… Davvero la gente che vive nel tuo quartiere si aprono ai turisti invitandoli a entrare, senza paura, nella loro dimensione familiare?
Assolutamente sì! La gente del mio quartiere, ma in generale la gente di Napoli, la mia gente ha un cuore immenso. Qui nessuno è turista, nessuno è straniero. Siamo tutti parte della stessa famiglia.
Che cosa ha di speciale lo sport in una città del Sud con tanti problemi? Per te cosa ha rappresentato lo scudetto conquistato lo scorso anno?
Lo sport è importante, al Sud forse ancora di più, getta le basi per il rispetto reciproco e soprattutto in alcune realtà del Sud è una vera e propria valvola di sfogo, una fuga. Lo scudetto conquistato l’anno scorso ha rappresentato una rinascita, si sentiva nell’aria il cambiamento, si sentiva che qualcosa stava cambiando. Oggi, anche grazie a quello, ci sono dei risultati pazzeschi, Napoli sta vivendo un periodo storico magnifico.
Nella tua vita quali avversari temi? Mai avuto la tentazione di fuggire da Napoli?
Credo di aver fatto anch’io come tutti, i conti con la realtà e forse una delle cose che temo di più è di non sentirmi soddisfatto. Oggi lo sono, sono felice delle cose che faccio, sono contento del punto in cui mi trovo. Anche se a volte è complicato vivere in una città come Napoli, non riuscirei a vivere troppo tempo lontano, e in qualsiasi caso un Napoletano può andare via da Napoli ma non si potrà mai togliere Napoli ad un Napoletano!