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Sara Rintuzzi vive a Gambellara (provincia di Vicenza). Quest’anno compirà 32 anni, ma da che ha memoria, ha sempre amato disegnare: profondamente influenzata dalle letture dei fumetti giapponesi (manga), l’utilizzo di inchiostro di china, colori acrilici e carboncino sono stati il suo mezzo per esprimere creatività nel tempo libero, sino all’ingresso nel mondo del lavoro.
Ahimè, come spesso accade, da qui le cose si sono complicate, poiché le nostre energie vengono pian piano assorbite dal sistema che la società ci ha servito, dove la priorità diviene performare e l’unicità dell’individuo viene messa da parte; poiché il tempo speso in attività che non rendono è considerato dai più come tempo perso. Per anni quindi, l’obiettivo è stato semplicemente sopravvivere, dando come priorità assoluta il lavoro, e come me molti altri là fuori. Devo ammettere che provo un istintivo senso di vicinanza verso chi ammette le fragilità.
Se qualcuno o qualcuna racconta solo cose positive mi lascia il dubbio che sia un’affermazione di cortesia. Ma soprattutto, quel tutto va bene mi suona come un moto della volontà di non raccontarsi. Come direbbe un mio amico: se uno la cerca la felicità arriva. Le cose capitano quando le vuoi far accadere. Oggi c’è un enorme flusso di comunicazione, ma tra la comunicazione e il toccarsi, anche in senso astratto, c’è differenza. Il tempo non lo vede nessuno, il virtuale lo vedono tutti. Quindi, si vive di premonizioni o di che altro? Sara è felice per quel che racconta. E voi, al posto suo, sareste felici? Suggestione necessaria per ritrovare il senso della nostra quotidianità.
Sara le persone semplici ispirate dalla poesia e dalla sfida creativa dell’immagine hanno sempre qualcosa da dire. Raccontaci i tuoi inizi nel mondo dell’Arte
Ho sentito la necessità di ritornare a coltivare quel lato creativo e rigenerante che qualunque attività che ci appassiona sa dare… ma stavolta sotto forma di fotografia, utilizzando il mio smartphone.
Cosa hai imparato dalla natura che fotografi?
Quando immortali la natura, essa ti obbliga a rallentare. E facendolo, ti insegna una cosa importantissima: riprendere a respirare, fermarti. A non programmare. A lasciare che le cose accadano in modo spontaneo, e così facendo eliminare il superfluo: pensare al verde mi riporta proprio a questo concetto e modo di vivere.
Se ti dico qualcosa di verde: pino, menta, pistacchio, foresta, prati, montagna, muschio e le foglie sugli alberi … che suggestione ti viene in mente?
Come individuo, ho il desiderio e l’obiettivo di coltivare la mia unicità. Etichette come operaia, donna, moglie, motociclista, climber, etc. non dicono molto di me, come non descrivono nulla su chiunque altro nel ruolo in cui egli si vede collocato da terzi. È limitante a ben pensarci, non trovi? Semplicemente, dovremmo fare le cose che amiamo oggi, e domani chissà? Continuare a evolvere se la spinta che sentiamo è quella di cambiare.
Dove ti piacerebbe arrivare come donna e come artista?
Il mio obiettivo non è arrivare da qualche parte, ma semplicemente muovermi oggi. Arrivare, diverrà così la semplice e spontanea conseguenza di una vita che è stata vissuta.
Nei tuoi progetti artistici che scegli di realizzare che cosa ti guida?
Nei miei scatti è di fatto questo messaggio che desidero far arrivare: la spontaneità delle cose anche più piccole, ma fatte a modo nostro, regala quella magia che è unica e irripetibile se lo facesse chiunque altro! Nei miei scatti, lascio sempre totale libertà al soggetto di esprimersi, dal vestiario alla posa. È importante che si senta a proprio agio per esprimere sé stessa/o: un elogio all’individualità e alla speranza che venga sempre coltivata.
Fotografare il tempo è un atto che caratterizza il genere umano e che ci condiziona: se dovessi immaginare una mostra da quali scatti partiresti e come chiuderesti il cerchio?
In una mostra fotografica, lascerei qua e là fra i miei scatti, delle macchine fotografiche istantanee che possano essere utilizzate dai visitatori, in modo che la mostra la riempiano loro stessi. Perché quando una cosa è bella, la si vuole condividere con qualcuno, o sbaglio? Altrimenti perché posteremmo sui social le nostre opere, anziché tenerle nella nostra scheda di memoria o nell’album, chiuso nel cassetto del comodino?
I social hanno rotto molti tabu: siamo dell’idea, però, che l’uso decorativo che si fa delle donne non ha niente a che fare con il vero ruolo delle donne nella società. Che ne pensi?
Molte donne ancora oggi non hanno l’emancipazione e la possibilità di esprimersi come dovrebbero invece poter fare. Al contrario, purtroppo, il loro stesso genere è motivo di limitazione e strumentalizzazione, oscurandole.
A furia di alzare l’asticella le donna in Italia sono finalmente al potere: stanno davvero cambiando le cose?
Viviamo in un periodo storico in cui c’è in atto un grande cambiamento, e viviamo situazioni talvolta contrastanti. La mia speranza è che un giorno, a prescindere da genere, etnia o età si possa semplicemente parlare di rispetto e amore, come dovrebbe essere. L’8 marzo rappresenta proprio questa speranza per me: quando potremo sentirci liberi di poterci esprimere, nel rispetto degli altri e di noi stessi, senza imporci né imporre, allora avremo raggiunto il vero amore: l’accettazione.
Codice rosso: le cronache purtroppo raccontano spesso casi di stupro. Quando si è perso il senso dell’amore?
Sapremo che azioni o parole, sono derivanti da nostre scelte personali. E non il frutto di tradizioni asettiche, o delle aspettative di qualcun altro verso noi stessi che abbiamo paura di deludere, né abitudini passive, e nemmeno delle non-scelte a cui non abbiamo voluto pensare né prenderci responsabilità. La differenza, la faranno le emozioni che proviamo, a quanto ci sentiamo vivi perché questo è scegliere di muoversi, anziché sognarlo e basta.
Qual è il modo migliore per dire amore?
Personalmente, sono stata fortunata. Ho incontrato qualche anno fa una persona speciale con cui poter realizzare tutti i miei sogni e che mi è sempre stata di supporto: mio marito Nicolò. Ci aiutiamo a vicenda a costruire terreni fertili per realizzarci e crescere come persone. Parliamo moltissimo, di tutto. E se penso ad una sola cosa che vorrei fosse sempre presente, è lui. Mentre tutto il resto può regalarmi scenari, sfide e stimoli sempre diversi, lui è la mia casa.
Prossima ispirazione?
Attualmente ci stiamo entrambi preparando a scoprire l’Italia in moto perciò ci saranno davvero molte storie da raccontare con i miei scatti: seguitemi nel mio profilo Instagram per non perdervi nulla!
Main account: @saradodger6