Sonia Bergamini, ha 22 anni e lavora come modella freelance. Sonia ha una storia da raccontare. Parla il linguaggio dei giovani, ci invita a guardare oltre la bellezza. Si definisce «influencer», appartiene a quella categoria di persone che hanno la capacità di influenzare i comportamenti in ragione del loro carisma e della loro autorevolezza. Parla dei suoi progetti, dei suoi sogni e della vita quotidiana.
“Fare la modella -sottolinea – è qualcosa che in un certo senso mi completa: quando ho iniziato avevo alcune insicurezze sul mio aspetto fisico (come tutte le ragazze credo) ma a oggi posso sicuramente dire di averle superate grazie alla fotografia. Lavorare sul set significa lavorare su se stessi. Una cosa molto interessante è che la fotografia è arte e come ogni arte, permette di esprimere le proprie emozioni. Questo si aggancia al fatto che ho sempre sfruttato la musica e il palco scenico per esprimere me stessa. Si può dire che io sia cresciuta sul palcoscenico, tra spettacoli, saggi, sfilate, concerti ecc sono sempre stata sottoposta agli occhi delle persone e la cosa evidentemente mi viene naturale. Ho fatto qualche anno anche al Conservatorio, suonando il pianoforte e questo mi ha lasciato impresse 3 cose: tecnica, competizione, perseveranza”.
Il credo di Sonia riecheggia nei volti e nelle storie dei tanti ragazzi che si mettono in gioco nonostante tutto: difficoltà, raccomandazioni, prevaricazioni, disagio sociale, un nutrimento per lo spirito che ha pochi confronti. E poi che altro? “Oggi tra le altre cose sono anche influencer: i brand spesso mi contattano per sponsorizzare i loro prodotti sulle mie pagine social più seguite. Una cosa che vedo fare spesso da altre influencer è accettare qualsiasi tipo di collaborazione, anche quando il prodotto non è di loro interesse. Questo io lo evito, perché se consiglio un prodotto ad altre persone, prima di tutto deve piacere a me. Il digital marketing però non riguarda solo i social, in poco più di un anno ho approfondito vari aspetti del mondo online, prendendo anche una valida certificazione sul mondo dei funnel. Oltre a questi studi mi sono da poco laureata in Psicologia a Padova con 109/110 e a Ottobre inizierò la Magistrale in Neuroscienze”.
Sonia, modella, influencer, sognatrice: svelaci quello che gli altri non sanno di te. Com’eri da bambina?
Ero spensierata, vivace, facevo danza, amavo giocare con gli amici e non amavo molto i compiti a casa. Caratteristiche comuni a molte bambine direi. Da ragazza invece ho iniziato ad apprezzare di più lo studio e ho seguito un percorso di studi molto articolato: liceo sociale, laurea triennale a pieni voti in Psicologia, Conservatorio, laurea magistrale in Neuroscienze, certificazioni in ambito Digital Marketing. Da bambina/ragazza mi piaceva molto anche il palcoscenico, tra saggi, concerti, spettacoli e sfilate sono diventata molto più estroversa. A molte persone spaventa anche solo l’idea di esibirsi di fronte ad un pubblico, a me invece da molta energia.
Il tuo rapporto con i genitori?
Ho un bel rapporto sia con i miei genitori, sia con mia sorella. Siamo una famiglia unita e con famiglia ovviamente intendo anche la nostra dolce cagnolona: Dea.
Guardando le tue foto ci siamo detti: ragazza molto bella, dal sorriso che non scema e lo sguardo che trasmette in
assoluta trasparenza desiderio di vincere, desiderio d’emozione, desiderio non di apparire quel che è ma di
coincidere perfettamente con quel che appare. Colpita e affondata?
Sicuramente dalle mie foto traspare il mio aspetto fisico e in particolare la mia immagine come modella. Non ho il desiderio di apparire qualcosa che non sono, per questo cerco di mettere me stessa anche nelle foto. È importante per me esprimere chi sono, l’ho sempre fatto: prima con la danza, poi con la scrittura, poi attraverso la musica e ora tramite le foto. È Arte.
Qual è stata la reazione dei tuoi quando hai iniziato a fare la modella?
Ci sono state due reazioni principalmente: entusiasmo e preoccupazione. È un mondo complicato e soggetto (purtroppo) a tantissimi pregiudizi. È normale che ci sia un po’ di preoccupazione, ma sono molto felici quando vedono che partecipo a progetti importanti. Sono molto attiva anche sui social network, dove condivido i backstage della mia vita e soprattutto della mia attività da modella. Mi ricordo di una volta in cui mia mamma è tornata a casa un po’ confusa perché una persona l’aveva fermata per strada, chiedendole com’era andata la mia vacanza. Lei non riusciva a spiegarsi come facesse quella persona a saperlo. Così gliel’ho spiegato io, la risposta era Instagram! Poco dopo, mia mamma ha scoperto anche le Instagram Stories e ha iniziato a seguirmi con molto entusiasmo.
Dietro i riflettori come si vive nei panni di una miss?
La modella è un lavoro come un altro. Come si vive nei panni di un giornalista? Per darti una risposta posso dirti che per fare la modella/i modelli bisogna essere portati. E con questo non intendo solo essere belli/e, perché non è una questione solo di bellezza. La cosa più importante è sapersi mettere in gioco, lavorare sul set significa lavorare su sé stessi. Un’altra cosa molto importante è la flessibilità.
C’è una leggenda che dice che la passerella dilata impietosamente qualsiasi corpo che non sia una filiforme taglia 38: possibile che certi luoghi comuni non muoiano mai? Per noi la bellezza è altro: cervello, curve, ironia, fascino, profumo, voce…
In una recente intervista ho detto “il problema non sta alle ragazze, ma alla base”. Tu dici “la bellezza per noi è altro”, eppure pochi giorni fa la famosa sorella di Chiara Ferragni, Valentina, è stata attaccata per aver postato una foto con un abito, a mio parere molto bello, che le stava molto aderente. Valentina non è una cosiddetta “filiforme taglia 38”, ha un bellissimo fisico, eppure poco è bastato per scatenare una guerra di commenti e critiche. Quindi… a quale <<Noi>> ti riferisci esattamente? Perché a quanto pare, a conti fatti, le critiche sono le prime a essere sputate fuori. Questo è solo uno dei tanti (troppi) episodi in cui una ragazza viene criticata per una sua caratteristica fisica. Ma tornando a noi, nei miei studi universitari si è definita la bellezza come un insieme di caratteristiche visibilmente piacevoli, strettamente collegate alla società/cultura di appartenenza. Già… come ho detto: “il problema non sta alle ragazze, ma alla base”. Siamo talmente abituati a criticare la bellezza femminile che abbiamo gli occhi avvelenati. Detto ciò, oggi le modelle sono le protagoniste di molte altre realtà, è riduttivo considerarle (anzi, considerarci) solo dei corpi taglia 38 che sfilano in passerella. Si tratta forse di un pregiudizio? In ultima analisi parliamo dei social network. Oggi più che mai noi modelle abbiamo la possibilità di condividere con il mondo il backstage del nostro lavoro e di abbattere questi vecchi pregiudizi. Non solo! È un lavoro che dà molta visibilità, quindi ciascuna di noi ha l’occasione di esprimere davvero se stessa, di raccontare la propria opinione in merito e di farsi ascoltare.
La fotografia a volte nasconde un disagio?
No, non sono d’accordo. Al contrario, la fotografia può aiutare ad accettarsi così come si è. Sembra strano a dirsi, eppure una bella foto è in grado di cacciare via le insicurezze e le critiche. Di fronte ad uno specchio tendiamo a osservare sempre prima i nostri difetti, non ti pare? Quando invece ci pongono di fronte uno scatto perfetto, in cui i protagonisti siamo proprio noi, la nostra autostima aumenta e, di conseguenza, anche la percezione di noi stessi. O almeno, questa è stata la mia esperienza.
Oggi per essere desiderati secondo gli esperti bisogna avere un corpo che deve essere tonico, abbronzato, liscio, e naturalmente sportivo. Ma davvero voi ragazze in un uomo guardate solo questo?
Ma chi sono questi esperti? Io qui parlo esclusivamente per me e ti dico: assolutamente No. L’idea che l’occhio faccia la sua parte, la condivido, ma non è l’occhio a innamorarsi. L’abbronzatura svanisce in fretta, il liscio e tonico sostituisce i giorni che passano e cosa ne rimane? Quello che conta davvero. Il carattere, la personalità, gli atteggiamenti, i gusti personali, i gesti, i valori, le idee… chi siamo dentro, non fuori.
Lo stress della competizione manda i tilt molti giovani: dallo studio, all’immagine, allo sport. Anche per te è un
tabù?
Io vivo la competizione come un forte stimolo a fare di più. Ci sono altre persone che la vivono diversamente, coltivando invidie e spargendo cattiverie. Mi è stato insegnato fin da piccola a fare più degli altri per raggiungere un obiettivo di mio interesse e credo che sia questo a fare la differenza. Ovviamente non è sempre possibile fare di più e allora possiamo fare meglio. Sono una persona molto determinata e ambiziosa, la competizione fa parte del gioco e mi spinge a impegnarmi di più. In uno studio ho letto che l’autoconvincersi di potercela fare ci porta più vicini all’obiettivo e le aspettative altrui influenzano le nostre azioni. Ma nonostante questo, le sconfitte sono sempre alle porte, insieme
ai progetti per cui non vale la pena di impegnarsi. Imparare a dire No è fondamentale.
Hai dato l’anima per quale obiettivo?
Ho dato l’anima per più obiettivi. L’anno scorso per concludere l’esame più difficile dell’università per esempio, si trattava di un esame molto impegnativo di statistica, Psicometria, per il quale molti studenti non riescono a laurearsi. Alla fine, i miei sforzi sono stati ripagati da un 30 e Lode. Ho dato l’anima anche per entrare in quell’università a numero chiuso, studiando tutta l’estate per il test d’ingresso invece che godermi a pieno, come tanti altri, la maturità appena sostenuta. E lo stesso è successo per entrare al Conservatorio, ho messo il mio pieno impegno nei progetti musicali, suonando il pianoforte e allenandomi 2 ore tutti i giorni. Così come ho dedicato tanto impegno per raggiungere obiettivi a lungo termine e sogni, per esempio arrivare dove sono arrivata ora come modella.
Cosa pensi della politica? C’è un uomo politico italiano che ti piace?
Non ho intenzione di esprimere il mio parere a riguardo. Il voto è segreto e tale deve rimanere. Credo ci sia poca rappresentanza per noi giovani, però sarebbe stupido scrollare le spalle e girarsi dall’altra parte quando si parla di politica. I luoghi comuni ci ricordano tutti i giorni dello stereotipo dei “buffoni che fanno politica” e ci dicono di non credere a nessuno di loro. Ma suppongo che sarei io la prima buffona se me ne fregassi come dicono di fare.
Se dovessi per forza scegliere dove vivere fra Italia ed Europa cosa preferiresti?
Sinceramente nella mia vita vorrei avere la possibilità di viaggiare e di non fermarmi in un solo e unico posto per tutta la vita. Se dovessi scegliere tra Italia ed Europa, vorrei avere termini di paragone prima di scegliere a occhi chiusi la prima opzione. Tutto dipenderà molto da chi sarò domani, da cosa farò domani e da chi avrò al mio fianco.
Come ti vedi nel futuro?
Dopo tutti gli sforzi che ho fatto per il mio futuro, non si può dire che io non mi sia impegnata per aprirmi più strade. Qualche anno fa ero convinta che laurearmi con il massimo all’università mi avrebbe portata a fare il lavoro che desideravo. Purtroppo però la realtà è un po’ diversa, di laureati con voti altissimi ne escono tanti ogni anno e troppo spesso finiscono per rivestire un ruolo lavorativo distante da ciò per cui hanno tanto studiato. Non è questo quello che desidero. Se studio qualcosa desidero avere la possibilità di metterlo in pratica fin da subito. Sembrerà strano ma ho ritrovato tantissima psicologia nel web marketing, ho avuto modo di studiare e mettere in pratica tutte le teorie che avevo studiato. Un professore universitario è rimasto particolarmente colpito dai miei progetti online e dalla mia curiosità, dicendomi che stavo seguendo un percorso originale e degno di nota. Chissà, forse un tratto distintivo come questo può portarmi più vicino ai miei obiettivi. Per quanto riguarda l’attività da modella non so dove mi porterà, è una cosa che mi piace molto fare e ho 22 anni, se non faccio qualcosa che mi piace ora, me ne pentirò quando non potrò più farlo. In poche parole: Carpe Diem! Inoltre mi apre davvero tantissime opportunità, come questa intervista per esempio, o come l’invito ufficiale che ho ricevuto pochi giorni fa da Coco Rocha in persona, per partecipare al suo programma di Studio di Posa dedicato ad un’Elite molto ristretta di modelle.
Vita da single o vita di coppia?
Decisamente vita di coppia e assolutamente cani al seguito! Non siamo fatti per vivere soli e isolati, la carriera è importante ma anche la nostra vita al di fuori di essa lo è.
Dopo questa intervista starai più attenta a dare ascolto agli sconosciuti?
Mi sono molto divertita e in un certo senso “messa alla prova” nel rispondere a queste domande. Avevo già partecipato ad altre interviste ma questa l’ho presa a cuore, perché le domande hanno sollevato argomenti importanti. Probabilmente l’obiettivo era mettermi in difficoltà, ma sono convinta che quando qualcuno ha qualcosa da dire, lo deve dire, perché ci sono tante persone là fuori pronte ad ascoltare, che magari hanno proprio bisogno di sentire quelle parole. Aiutare gli altri, prima di tutto. Aiutare le ragazze come me, prima di tutto.