Stefania Previtera: Non riesco a immaginare la mia vita senza la Danza

Stefania Previtera è nata a Giarre (CT), segue i primi corsi di danza nella sua città, formandosi anche con Jaime Rogers, Michele Assaf, Mauro Mosconi, Germana Bonaparte, Mauro Astolfi. Nel 2006 è vincitrice di borsa di studio per il corso di perfezionamento “Modem” di Roberto Zappalà presso Scenario Pubblico (CT) e da quell’anno danza con la “Compagnia Danzabile” di Maria Grazia Finocchiaro.

Nel 2007 è ammessa in Accademia Nazionale di Danza a Roma, indirizzo Danza Contemporanea, dove studia con numerosi Maestri tra i quali: Dino Verga, Stefania Brugnolini, Enrica Palmieri, Elsa Piperno, Adriana Borriello, Cristina Caponera, Joseph Fontano, Ricky Bonavita, Nicoletta Pizzariello, Fara Grieco, Clarissa Mucci. Si perfeziona, inoltre, con Maestri e coreografi ospiti di fama mondiale: Cristiana Morganti (Tanztheater Wuppertal, Pina Bausch), Guillaume Siard (Ballet Preljocaj), Wayne McGregor (Coreografo residente al Royal Ballet di Londra, Direttore Biennale Danza di Venezia) e i suoi danzatori della Random Dance Company, Ismael Ivo (Direttore Biennale Danza di Venezia) e Karl Alfred Schreiner (Ballet director al Staatstheater am Gärtnerplatz di Monaco di Baviera).

Nel 2008 è vincitrice di borsa di studio presso la Escuela Nacional de Ballet di Cuba

Nel 2011 consegue il Diploma Accademico di I livello in Discipline Coreutiche – Danza Contemporanea e, nel 2013, il Diploma Accademico di II livello per l’Insegnamento delle Discipline Coreutiche – Danza Contemporanea, con il massimo dei voti.

Nel 2023 viene selezionata tra i 6 docenti idonei e quindi frequenta il CPD “Exploring Cunningham Technique Fundamentals” per docenti di Tecnica Cunningham con Jeannie Steele (Merce Cunningham Dance Company) presso il The Place di Londra (London Contemporary Dance School, UAL University of the Arts of London).

Stefania per preparare l’intervista ho letto la tua bio e alla fine mi son detto: questa ragazza è la prova vivente che l’Arte con la A maiuscola è nomade… Coraggio o voglia di emanciparsi?

L’Arte è nomade, hai detto bene.. Coraggio o voglia di emanciparsi? Credo siano entrambi ingredienti fondamentali per chi sceglie questa strada… che poi non è mai una scelta ma una vocazione. Dico sempre che non sono stata io a scegliere la danza, ma è stata la danza a scegliermi. Tu pensa che per un periodo della mia vita, dopo il liceo, ci ho pure provato a starle lontana..ma mi ha richiamata a sé e da quella volta non ci siamo più lasciate! Ci vuole sicuramente molto coraggio, soprattutto nel nostro Paese che non lascia molto spazio e possibilità agli artisti e in modo particolare ai danzatori, ma anche la voglia di emanciparsi e di affermare la propria natura artistica che in realtà è una viscerale necessità di espressione e comunicazione.

L’importanza di non sprecare il tempo e di imparare ogni giorno qualcosa di nuovo aiuta ad accettare i propri limiti. Potremmo dire che sei la risposta vivente per tutti quelli che hanno grandi sogni e che li inseguono con tanta energia…

Inseguire i propri sogni richiede sempre molta energia a volte anche quella che non credi di avere! Ricordo un periodo folle della mia vita durante il quale, prima di iniziare i miei studi in Accademia Nazionale di Danza (Roma) e quindi mentre mi preparavo per affrontare l’esame di ammissione al Triennio (in AND), frequentavo la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere a Catania (pure con buoni risultati). La follia stava nel fatto che contemporaneamente seguivo le lezioni di danza al mattino presso Scenario Pubblico grazie a una borsa di studio assegnatami da Roberto Zappalà, e al pomeriggio nella scuola di danza del mio paese (Giarre) dalla mia insegnante. La notte studiavo per dare gli esami universitari per rimanere al passo con gli studi e con tanto impegno e volontà ci riuscivo. Poi quell’anno, superato l’esame di ammissione in Accademia, sono riuscita a fare della danza la mia professione anche sotto l’aspetto degli studi universitari, essendo l’Accademia Nazionale di Danza un Istituto di Alta Formazione Coreutica AFAM e quindi autorizzato dal Ministero a rilasciare titoli equipollenti alle lauree universitarie. Diciamo quindi che se è vero che non bisogna sprecare tempo, è molto utile anche trovarlo questo tempo e sfidare i propri limiti… compreso quello di utilizzare tutte e 24 le ore di una sola giornata!

Da ragazzina avrai dovuto fare delle rinunce, per dedicarsi alla danza. Quale ti è pesata di più?

Le ore di lezioni e le prove per gli spettacoli andavano sempre conciliate con lo studio e con la vita di una ragazzina. Ma non mi è mai pesato, anzi… più potevo fare, più volevo fare! Ricordo che, da piccola, spesso mi fermavo a scuola di danza dopo le mie lezioni per guardare le classi dei corsi avanzati perché volevo imparare dai più grandi e a casa poi provavo a riprodurre i passi. Forse ho avvertito le rinunce quando ho iniziato a diventare “grande”, quando inizi ad avere la consapevolezza del tempo che passa e che non torna più. Forse la cosa che mi è pesata di più è stata non rivedere i miei nonni per l’ultima volta perché sono andati via entrambi in momenti in cui non potevo tornare a casa. Ma la cosa positiva è che me li ricordo vivi e so che erano fieri di me, quindi sono sicura che mi guardano sempre e seguono tutte le mie avventure.

Sui social hai scritto che In Sicilia i colori non si limitano a finire negli occhi, ti entrano dentro le vene e le ossa… Quando sei partita da Giarre (Catania) avresti mai pensato che il tuo talento nella danza ti avrebbe portato in giro per il mondo? Quando hai capito che volevi diventare una artista visibile?

Partire da un paesino ti fa pensare sempre che quello che vuoi fare è davvero “too much”, ma io provengo da un paesino di gente intraprendente (Franco Battiato è nato proprio a Riposto, dove vivo attualmente) e in realtà non ho mai pensato a dove mi avrebbe portata
tutto questo. Mi sono limitata a fare il passo.. consapevole che era solo il primo e pronta a farne altri! Quando ho capito che volevo essere una artista visibile? Da piccola, credo! In estate, organizzavo veri e propri spettacoli in casa con mia sorella e le mie cugine, che comprendevano coreografie, scelta dei costumi, scenografia, luci. Avevo proprio fame di palcoscenico! Poi è arrivata l’età della consapevolezza e ho davvero iniziato a investire tutte le mie energie (e i miei genitori con sacrifici si sono occupati dell’aspetto economico) per realizzare il mio sogno. Ho mollato di punto in bianco l’Università di Lingue a 3 esami dalla tesi (a quei tempi non potevo frequentare 2 Atenei contemporaneamente e sono stata costretta a scegliere) per seguire il mio sogno in Accademia, quindi il passo vero e proprio l’ho fatto quando ho preso questa decisione.

Che cosa significa per te la danza?

Non riesco a immaginare la mia vita senza la Danza. Vengo da una famiglia di musicisti: nonno maestro di fisarmonica, papà musicista amatoriale di qualsiasi strumento. Credo che l’Arte scorra nelle mie vene anche se io l’ho canalizzata nella Danza. Immagina una casa nella quale papà suona il pianoforte e io danzo. Ho iniziato Danza a circa 6 anni. La mia primissima insegnante aveva una sala di danza al quinto piano del palazzo dove vivevo con la mia famiglia a Giarre. Un giorno i miei genitori mi accompagnarono da lei a fare una lezione di prova e fu amore a prima vista. Da quel giorno, ogni pomeriggio entravo dentro l’ascensore con le mie scarpette dentro il borsone, e i miei genitori mi mandavano su al quinto piano per la lezione di danza. La Danza è il mio mezzo di comunicazione, non riesco a immaginarmi senza. Entra in ogni mia attività quotidiana sia nel mio modo di vivere la vita seguendo la disciplina in ogni suo aspetto, sia nel mio modo di muovermi nel quotidiano: hai idea di quante volte mi sono ritrovata a fare un grand-pliè per prendere qualcosa nello scaffale in basso al supermercato, o sull’autobus in corsa in quarta posizione? Più volte mi sono sentita dire “Tu sei una ballerina, vero? Si vede da come ti muovi.”… Io danzo praticamente tutto il giorno… senza volerlo!

Nella vita essere visti in mezzo a tanti sguardi fugaci è una cosa commovente. Sul palco che emozioni prova più spesso?

Cito Pina Bausch, una grandissima coreografa, che diceva: “Certe cose si possono dire con le parole, altre con i movimenti. Ci sono anche momenti in cui si rimane senza parole, completamente perduti e disorientati, non si sa più cosa fare. A questo punto comincia la Danza..”. Come ho già detto la Danza è il mio mezzo di espressione, e quindi attraverso il mio corpo io mi racconto. E naturalmente questo comprende tutte le sensazioni e le emozioni che vivo in quanto essere umano: quelle belle e anche quelle meno belle. Son Stefania, in tutta la mia essenza e verità. Perché, da sempre, credo che la Danza richieda onestà. Certo questo è possibile solo se accanto alla sfera espressiva il danzatore possiede una solida Tecnica. Come uno strumento deve essere accordato e costruito in un certo modo affinché la performance del musicista sia impeccabile, anche il nostro strumento (il corpo) va costruito e perfezionato attraverso tante ore di lezione e di studio. Io sono perché danzo. Potrei dire la classica frase “Quando danzo mi sento libera”, ma non credo a questa affermazione: significherebbe chiudere la mia espressività e comunicazione dentro la scatolina delle emozioni belle, e come tutti gli esseri umani non provo solo quelle emozioni, e io amo tutte le sfumature delle mie emozioni perché significa che sono viva e quindi pure la mia danza è viva.

Altra tua suggestione: Si casca stando coi piedi sulla terra, ragionando troppo, non come me che ho gli occhi pieni di nuvole e comete… Ma cosa c’è oltre le nuvole?

Questa frase appartiene a Goliarda Sapienza. Un giorno ho avuto l’occasione di partecipare alle riprese de “L’Arte della Gioia” della straordinaria Valeria Golino a Catania ed è stata un’esperienza bellissima essere catapultati nella Catania del primo ‘900. Sono rimasta colpita da questa frase e così l’ho riportata sui miei social. Io sono una grande sognatrice (ma va!) quindi spesso mi perdo nei miei pensieri immaginando cose o facendo dei veri e propri film mentali. C’è stato un periodo in cui la mattina, prendendo l’autobus per andare in Accademia, facevo questo gioco: guardavo le persone attorno e immaginavo le loro vite; poi prendevo uno dei loro gesti e successivamente li utilizzavo come ispirazione per creare delle coreografie. Era davvero divertente! Entravo proprio in un altro mondo parallelo mentre le vie di Roma scorrevano davanti ai miei occhi e la vita reale proseguiva! Oltre le nuvole per me c’è la vita, nuove avventure, nuove possibilità, nuove emozioni. Vivo lasciandomi sorprendere dalla vita quindi evito di stare troppo con i piedi per terra!

Non solo danza: le immagini da modella sono bellissime. Che rapporto hai con il tuo corpo?

Grazie, ma il merito è dei fotografi! Io sto solo lì ferma! Che rapporto ho con il mio corpo? Questa è una bella domanda. Come tutti coloro che fanno del corpo uno strumento di lavoro il nostro rapporto non è sempre stato amorevole: non sempre fa quello che dico io! Tralasciando la questione strettamente estetica (che come per chiunque comprende l’abilissima capacità di vedere sempre i difetti), nel mio caso c’è una sfida continua perché lì dove c’è il limite, cerco di superarlo e non sempre è possibile quindi accettare il fatto che su certe cose non ho potere non è stato sempre facilissimo. Soprattutto con l’avanzare dell’età. Quando parlo con il mio fisioterapista dei miei vari dolorini, inizio così “ Lo so cosa mi vuoi dire: Te lo ricordi che non hai più 20 anni?”. Ecco, io me lo dimentico! Tornando all’argomento “modella”, mi piace mostrare il mio corpo perché per me è solo un involucro, un contenitore della mia essenza quindi non lo vivo come un tabù. Credo di aver raggiunto, con fatica, un rapporto equilibrato e di avere imparato ad amarlo con tutti i suoi difetti. Sempre parlando di questo aspetto della mia vita, legato alla fotografia e i social, ho anche la fortuna di collaborare con brand meravigliosi del mondo della danza e del fitness e questa cosa mi diverte moltissimo!

Come definisci la tua natura?

Ahi! Una volta un mio amico mi ha detto “Stefania, tu sei un ossimoro vivente!”. Ecco, qui: Gemelli ascendente Bilancia.

Quale ambizione hai?

Sono appena tornata da New York. A Maggio sono stata selezionata tra i 12 al mondo dal Merce Cunningham Trust di NYC per l’accesso al primo Cunningham Technique Teacher Training Program su bando pubblico e sono onorata di essere stata una delle due italiane a rappresentare il nostro Paese in un gruppo di 12 straordinari danzatori provenienti da Italia (appunto), Francia, Australia, India, Barbados e Stati Uniti. Per me questa è stata un’esperienza incredibile perché ho incontrato questa Tecnica in Accademia da danzatrice durante il Triennio, poi avendo scelto il Biennio Specialistico in Metodologia per l’Insegnamento delle Discipline Coreutiche ho avuto modo di studiare la Tecnica dal punto di vista metodologico e l’anno scorso sono stata selezionata per un CPD sui Cunningham Technique Fundamentals al The Place di Londra. Essere stata scelta, quest’anno, dal Merce Cunningham Trust di New York per il lancio del programma per insegnanti è stato il coronamento del mio percorso iniziato da danzatrice e proseguito da docente. Adesso mi sto dedicando a questo: l’insegnamento. Sono docente di Tecnica della Danza Contemporanea presso i Licei Coreutici e il mio posto nel mondo in questa fase della mia vita ha a che fare con il trasmettere e trasferire il mio sapere e la mia esperienza ai giovani talenti.. e ricevere da loro altra esperienza! L’insegnamento per me è sempre un meraviglioso scambio. Quando ho scelto di intraprendere la strada dell’insegnamento l’ho fatto con consapevolezza perché quello è il momento in cui si passa dall’altra parte della sala e si deve essere pronti a essere responsabili e generosi, verso gli allievi, nel darsi. Chi lo fa senza consapevolezza, continuando ad essere il centro della sala, non fa il bene degli allievi. In quel momento loro diventano la priorità e non tutti sono pronti a fare questo passo. Per questo non tutti i bravi danzatori sono bravi insegnanti. E viceversa. Vorrei essere utile alle nuove generazioni: oggi la danza sta un po’ perdendo le sue radici storiche e culturali a favore di una “big salad” che si ferma alla superfice vorrei poter dare il mio contributo per restituire alla Danza la sua vera natura: arte e cultura.

Sei sempre in giro per il mondo: quanto è difficile mantenere vivi i rapporti, le relazioni?

I miei affetti li ho sempre vicini qui dove vivo. Ho tanti amici sparsi in giro per il mondo e mi sembra di aver già vissuto 4 vite. Con alcuni sembra che il tempo e le distanze non esistano quindi credo fermamente che lì dove ci sono legami forti e sinceri, tempo e spazio sono dimensioni assolutamente relative. L’unica che mi dà del filo da torcere è mia nipote: ogni volta che vado via e torno me la fa pagare come una vera Drama Queen. Tutta la zia!

Ritmo, musica, sentimenti: quando è stata l’ultima volta che ti sei innamorata?

Io mi innamoro tutti i giorni: della vita, dell’Arte, di un suono, di un gesto, di un movimento, di un suono.. Da bravo ossimoro vivente, sono cinica ma altrettanto romantica.

Oggi che hai raggiunto tanto obiettivi che cosa diresti alla Stefania bambina?

Le direi di vivere esattamente come ha vissuto, facendo gli stessi errori perché quelli sono stati il motore della consapevolezza e dei cambiamenti. Una strada in salita, ma percorsa sempre andando avanti e mai tornando indietro. Non importa quanto sia alto o ambizioso il traguardo, ma la capacità di andare sempre avanti. Forse le direi di essere più coraggiosa in alcune circostanze, e di essere meno riflessiva perché a volte lanciarsi anche senza avere abbastanza elementi per decidere, può essere una buona idea. Questo l’ho imparato con l’esperienza.