di Frida Simona Giuffrida
Oggi è il 25 novembre, la giornata contro la violenza di genere. I social sono pieni di immagini con panchine rosse, scarpe rosse, fiori rossi, donne sfigurate dalle botte…
I servizi dei telegiornali snocciolano i numeri delle donne vittime di violenza, numeri che fanno paura e che, invece di diminuire, aumentano.
Proprio di oggi la notizia di quel figlio, che ha ucciso il padre per proteggere la madre, che è stato assolto dalla Corte di Assise.
Sospiro di sollievo, ma quel figlio ha ucciso suo padre e per lui non potrà essere finita con una sentenza di assoluzione.
Tristezza, cupezza, frustrazione.
Tutto vero, tutto infinitamente biasimevole e da combattere sempre.
Mi piacerebbe, dunque, che la giornata contro la violenza, non fosse solo una, che fossero 365 all’anno, ma che si leggesse ovunque che viene aborrita ogni forma di violenza, non solo quella DI GENERE, ma soprattutto quella contro il GENERE UMANO, contro i bambini, gli anziani, i fragili, i deboli, gli emarginati, uomini e donne soli, abbandonati e vittime di violenze fisiche e psicologiche ad opera di un altro essere umano, della società, dello stato che li ha abbandonati.
La violenza non ha colore, non ha sesso, non possiamo renderci complici di una tale grave e forte discriminazione al contrario.
La violenza è un problema sociale e una responsabilità sociale di tutti, per tutti e contro chiunque.