La bellezza però è una categoria estetica e in questo caso non sembra il criterio più idoneo. Aggiungiamo allora che queste storie sono anche la cronaca di ciò che siamo diventati senza rendercene conto nel giro brevissimo di dieci o vent’anni. D’altra parte, per alimentare la discussione, non c’è bisogno di accanirsi sulla “Fiamma” della Meloni o i vuoti culturali di Salvini. In Italia purtroppo si vota per moda: ci sono candidati che in aula si dicono oscuri ma preziosi e in questo periodo non scendono mai al di sotto di una sufficienza larga. Come si vota per moda rovesciata quando si giudicano politici che sono ufficialmente in crisi o in difficoltà.
Non c’è la peggio che farsi un nome, anche nella politica come nella vita. Per alimentare la discussione, dicevamo, basta guardare i riassunti delle cronache politiche che i giornali pubblicano e dieci minuti di comparsate televisive su qualunque canale o piattaforma che, a nostro modesto avviso, fanno rimpiangere il padre delle tribune politiche, il mitico Jader Jacobelli.