Si narra infatti che San Paolo, giunto a Messina per predicare il Vangelo, quando nel 42 si apprestava a tornare in Palestina, fu contattato da una delegazione di devoti, che gli chiesero di poterlo accompagnare per poter conoscere la Madonna di persona. Fu così che la delegazione di cittadini ebbe l’occasione di incontrare e consegnare una missiva a Maria, dove i messinesi, chiedevano la sua protezione.
Maria li accolse e rispose alla lettera ricevuta, inviandone una arrotolata e legata con una ciocca dei suoi capelli. La lettera, chiudeva con la frase che campeggia alla base della stele dedicata alla Madonna che si trova all’entrata dello storico porto naturale della città, “la Falce”:
“Vos et ipsam Civitatem benedicimus”.
Il sacro e il profano, in Sicilia, da millenni vanno di pari passo, spesso si fondono e si confondono diventando un tutt’uno. Messina è la città dove Dicearco nacque e inventò il parallelo e la geografia, la città dei “due mari”, di Scilla e Cariddi, dell’Odissea, di Colapesce e della Fata
Morgana. Miti, leggende, storia e tradizioni che la rendono unica e affascinante.
E non è un caso, visto che questo è il momento in cui i pescatori varano le “felughe” per dare vita alla millenaria tradizione della caccia al pescespada nello #StrettodiMessina
Le famiglie messinesi, infatti, in questo giorno dedicato a “Matri ‘a Littra”, cucinano uno dei piatti più tradizionali e iconici, “la ghiotta di pescespada”, che io insieme a mia moglie, stiamo “tradizionalmente” preparando. Buona festa della Madonna della Lettera a tutti, e auguri
a coloro che festeggiano il proprio onomastico.
bilgiu