Si chiama Clarissa, ha una età dove tutto è un sogno e vive a Treviso. Con la sua freschezza, le sue idee, vogliamo svegliare gli italiani per questo complicato, ma intrigante 2012. Per anni siamo stati abituati alle favole compreso il posto garantito pur non avendone il merito. Ora è arrivata la stagione dei cambiamenti, delle svolte e solo chi ha talento può restare a galla. Clarissa, frequenta il terzo anno del corso di laurea in Conservazione e gestione dei beni culturali presso l’Università di Ca’ Foscari di Venezia e fra qualche mese arriverà alla meta della laurea. Insomma, la nostra Clarissa ha le idee chiare su cosa farà da grande ma questo non vuol dire che non si debbano cavalcare i sogni che sbocciano all’alba di un nuovo anno, anzi. Solo che per farli, e farli sempre meglio, bisognerebbe ogni tanto ragionare sulla musica che trasmette la politica italiana. Che è poco amata. Per le più svariate ragioni. Poco amata perché poco chiara. Poco amata perché non é per i cittadini normali. Poco amata perché, musicalmente parlando, siamo meno ignoranti di coloro che amministrano la cosa pubblica, le università, gli ospedali, i servizi in genere. Poco amata perché in tanti anni nessuno in Parlamento è stato capace di farcela amare la politica. Non sono le curve dei corpi il problema e neanche la capacità di sognare con poco. Clarissa ride di qualsiasi cosa le raccontiamo ma non dà nessuna importanza a tutto quello che le diciamo. Oggi è il primo dell’anno, è il 2012, l’avventura inizia con l’aiuto di Clarissa, ma vediamo di aggiungere qualche particolare… “Sono una ragazza normale, però cerco di darmi da fare il più possibile. Lavoro il più possibile, come hostess e come insegnante di Latino e Greco presso una scuola privata della mia città. Gli anni che più ho apprezzato del mio percorso scolastico, infatti, sono stati quelli del liceo, durante i quali sono rimasta profondamente affascinata dalla cultura greca antica che ritengo essere alla base di tutte le discipline. Cerco di guadagnare da sola il necessario per pagarmi gli studi e tutto ciò di cui ho bisogno, nonostante io viva ancora nella casa dei miei genitori, e un ottimo modo per mantenermi è lavorare come hostess di terra, sfruttando, così, la mia altezza e la propensione al contatto con le persone. La cosa che adoro di più in assoluto è viaggiare e il mio obiettivo (forse più un sogno, difficilmente realizzabile) è visitare tutti i Paesi del mondo: per questo colgo ogni occasione possibile per "scappare" all’Estero, vedere nuove città, rifugiarmi in un’altra realtà diversa da quella italiana che comincia a farmi paura, a opprimermi, a togliermi speranze rispetto al mio futuro. Sono, però, anche profondamente ottimista, motivo per cui so che troverò un lavoro che mi piacerà, magari riuscirò ad aprire una galleria d’arte tutta mia, a lavorare in una casa d’aste o, addirittura, a diventare curatrice museale. In ogni caso, da grande sarò una donna che viaggerà spesso, indosserà tailleur e tacchi alti e sarà molto colta e felice. Sono una ragazza normale, come tante altre, però molto determinata e che ama impegnarsi, mettersi in gioco e continuare ad essere ottimista anche in un momento come questo in cui la realtà quotidiana tende, forse, a scoraggiare i giovani. Sono convinta che ci siano ancora molte possibilità in giro, ma che servano anche umiltà e coraggio, caratteristiche che molti di noi non hanno o fingono di non avere per convenienza. Non so dove sarò l’anno prossimo, a che facoltà mi iscriverò, che tipo di persona riuscirò a diventare, però ho molte idee realistiche, attuabili, per cui mi sto impegnando. Sono un po’ banale, probabilmente: non voglio fare la velina, non voglio lavorare in televisione, non sfrutto la mia altezza per fare la modella, ma studio, lavoro, leggo, viaggio. Adoro ridere, essere allegra, stare con le persone; non riesco mai a decidere nulla, rimando perennemente le mie scelte ma credo che sia anche per il fatto che non voglio precludermi alcuna possibilità”. Tutto vero, tutto giusto.
Come fa una ragazza a cavarsela nel Paese governato dai lupi?
Come in qualunque ambito, anche nella vita in generale servono impegno, umiltà, determinazione: con questi ingredienti si può fare qualunque cosa anche in un mondo difficile come ci sembra quello a cui noi giovani ci stiamo affacciando. Probabilmente sono ancora troppo poco realista, ma ho fiducia nelle capacità del singolo individuo; molto spesso ci illudiamo di essere circondati da lupi per evitare di impegnarci a fondo per perseguire i nostri obiettivi. Voglio continuare a credere che una buona preparazione scolastica sia una base importante, a cui, in seguito, aggiungere molte doti personali.
Il tuo aspetto esteriore ti crea problemi o vantaggi?
Se vogliamo dare un ruolo al mio aspetto esteriore, posso sicuramente dire che mi abbia creato vantaggi, ma non in maniera eccessiva. Sfrutto altezza e bella presenza nel mio lavoro di hostess, ma non mi sono mai basata sull’esteriorità per ottenere qualcosa. Forse non sono sufficientemente bella per potermi basare solamente sulla fisicità…! Una bella presenza, che non coincide necessariamente con la bellezza, penso possa essere d’aiuto in ogni ambito, ma solo come primo punto di partenza. E poi, che problemi avrebbe potuto crearmi? Penso che il mio aspetto fisico sia un bel regalo che ho ricevuto e su cui ho continuato a lavorare con il tempo.
In Italia è mai possibile che tutto debba passare attraverso il sesso?
Sicuramente tutto ciò che si ottiene attraverso il sesso fa più clamore e se ne parla spesso, ma non facciamo in modo che si pensi che sia una necessità! Non conosco molto degli ambiti in cui generalmente si ritiene il sesso un “must” per emergere, ma voglio credere che sia solo un’alternativa facile, veloce, sicura che viene, talvolta, preferita ad una strada più lunga e irta di difficoltà.
Ma perché le ragazze ci provano gusto a passare per eterne veline?
Penso che spesso noi donne siamo attratte dalla figura della velina bella, al centro dell’attenzione, conosciuta, realizzata, ma allo stesso tempo vi associamo un significato negativo, di persona vuota, superficiale. Essere velina è sinonimo di persona che sia riuscita a raggiungere una posizione di successo, a cui spesso, però, consegue anche una visione di donna che abbia utilizzato il proprio corpo come merce di scambio per ottenere popolarità. Le ragazze vogliono essere belle e famose, ma se chiedete loro se vogliano diventare delle veline, probabilmente vi risponderanno che loro, a differenza di quelle che vedono in tv, sono intelligenti. Bisogna, quindi, scindere i vari che nella nostra società sono incarnati dalla soubrette e capire quali siano quelli perseguiti dalle ragazze.
Neppure la piazza ci potrà salvare: i cortei sono ormai passerelle televisive. Di grandi lotte neppure a parlarne…
Ho ventun anni, di grandi lotte ho solo sentito parlare; gli scioperi delle superiori erano, per la maggior parte dei ragazzi, solo un motivo per saltare lezione e, quindi, ho sempre creduto poco nell’ efficacia dei cortei e delle piazze. In realtà quest’anno, per la prima volta, ho visto l’Italia unita durante la manifestazione del 13 febbraio, “Se non ora quando”, e per un attimo ho pensato di capire cosa potessero essere le piazze di cui parlavano i miei genitori o i libri. E’ vero che le grandi lotte sembrano essere passate di moda, surclassate da un più comodo passivismo, però rimane il fatto che manifestare sia un modo per farci sentire, per protestare, per mostrare la nostra indignazione: forse non è più efficace, ma in attesa di una nuova forma di contestazione sarebbe il caso di continuare a scendere in piazza.
Che idea ti sei fatta degli “Anni di piombo” tu che hai solo 21 anni?
Partiamo dal fatto che ben poco si parla degli Anni di piombo rispetto ad altri periodi storici e che probabilmente molti ragazzi della mia età conoscono quel periodo solo per qualche strage più ricordata delle altre. Da quello che ho letto sui libri mi sono sembrati degli anni di forte tensione, ma allora per quale motivo non se ne parla spesso? Perchè non è rimasto un segno indelebile nelle persone che li hanno vissuti, al punto da costringerli a ricordare frequentemente quel periodo?
Sono un po’ perplessa, poichè la gravità del periodo storico che viene evidenziata in molti testi non è conforme ai commenti espressi da coloro che hanno vissuto quel periodo.
I professori che cosa ti hanno spiegato?
La cosa assurda è che i professori non mi hanno mai parlato di quel periodo! Troppo spesso non viene menzionato perchè raramente si arriva a trattarlo, a causa dei programmi troppo lunghi e del fatto che si continui a parlare del Novecento come il secolo delle due guerre mondiali! Per quanto siano stati degli eventi sconvolgenti, è giusto conoscere anche quello che è successo dagli anni Sessanta in poi e, soprattutto, quello che continua a succedere intorno a noi.
La televisione, i giornali spesso non aiutano i cittadini a “leggere” i fatti: li ritieni più complici dei potenti o solo schiavi delle multinazionali?
In realtà io non credo si possa dare la colpa a giornali e televisione della disinformazione, o meglio, della cattiva informazione: ci sono molti modi per “raggiungere” la verità e abbiamo la possibilità di scegliere di quali fonti usufruire per conoscere ciò che accade. Certo, chi si limita a servirsi di un’unica fonte è maggiormente soggetto al rischio di vedere un solo lato della questione, e tale contesto specifico penso sia la “sottomissione” ai potenti a limitare e indirizzare il modo di vedere dei cittadini.
In tutta onestà quanto credi ai politici?
Sono una persona ottimista e fiduciosa, ma effettivamente i politici mettono a dura prova la mia pazienza. Credo molto poco alla maggior parte dei politici di cui sento parlare più frequentemente, ma sono convinta che ci siano uomini preparati, onesti e interessati al bene dell’Italia. Un amico ha intrapreso da qualche anno la carriera politico e conosco le sue motivazioni e la sua preparazioni : voglio credere che la maggior parte delle persone che ci governano abbiano la sua stessa voglia di cambiare l’Italia in modo migliore, non per ottenere un tornaconto personale.
Non ti chiediamo per quale partito voti, ma ci piacerebbe sapere chi non voteresti mai e perché?
Al momento ho le idee abbastanza chiare rispetto alle persone per cui non voterei mai, ma cercherò di rimanere sul vago e, anzichè dire quali politici non mi piacciono, proverò a esprimere quali idee non mi piacciono (ovviamente, a partire dalle idee è facilmente attuabile il percorso inverso, cioè quello di capire quali partiti non mi piacciano!). Premetto che, in astratto, potrei concordare con la maggior parte delle idee di quasi tutti i partiti (magari così come le spiega Gaber in “Destra – sinistra”!), ma il problema sorge nel momento in cui vedo come, nella pratica, gli ideali vengano posti in secondo piano da alleanze, interessi, convenienze personali. Non potrei mai votare per persone che sostengano razzismo, omofobia, interessi delle caste, divisioni; voglio certezze, la possibilità un futuro sereno, meritocrazia. Come ideali, forse, sono abbastanza condivisibili, ma voglio un partito che li metta in pratica seriamente.
Che cosa ti aspetti dal Governo Monti?
Possiamo ammetterlo oppure no, ma ci troviamo in una situazione di grave crisi, motivo per cui è necessario fare sacrifici per poter assicurare un futuro dignitoso ai giovani così come a tutte le altre persone. Spero che gli sforzi che il Governo Monti richiederà siano equi, in modo che tutti contribuiscano a rialzare il nostro Paese a seconda delle proprie possibilità. Vorrei non essere derisa dal resto del mondo per come il Governo del mio Paese si comporta e vorrei che l’Italia fosse di nuovo credibile a livello internazionale. Ah, c’è poi una “piccola” questione relativamente alla quale, personalmente, spererei il nostro Governo si attivasse: la lotta all’evasione fiscale. Penso che l’evasione sia un’ingiustizia e una mancanza di maturità da parte di coloro che la attuano, e così facendo non si impegnano per il Paese. Vorrei un’Italia diversa da quella che è adesso, così come vorrei che tutte le cose che ammiro dei Paesi stranieri fossero presenti anche da noi.
Sei preparata alle responsabilità della vita?
Penso che il mio problema sia quello di illudermi di potercela fare in ogni situazione, probabilmente non tenendo in considerazione la quantità di lavoro che dovrò fare. Sono, però, una ragazza molto seria e sono convinta che riuscirò ad affrontare responsabilità e difficoltà senza problemi, o, per lo meno, che dopo un primo momento di spaesamento saprò rimettermi in carreggiata!
Che consigli ti hanno dato i tuoi genitori?
I miei genitori sono stati intransigenti su aspetti come l’impegno, lo studio, l’onestà, il rispetto, ma poi hanno lasciato che maturassi da sola e scegliessi io che persona diventare, senza impormi percorsi o decisioni. Mio padre è stato un giocatore di basket professionista e il fatto che lui sia riuscito ad emergere e a vivere grazie alla sua passione penso sia un ottimo esempio di tutto quello che si possa ottenere impegnandosi. Oltre a questo, mi hanno sempre sostenuta e questo è stato un grande punto di partenza.
Nel 2012 che cosa vorresti diventasse realtà?
Oh, che domanda difficile! Io non sono abituata ad aspettare che accada qualcosa, quanto piuttosto a cercare di realizzare in prima persona ciò che desidero (sempre entro i limiti del possibile!). Per questo i miei desideri sono tutti teoricamente realizzabili e non attendo che si compia da solo! Poi, ammettiamolo…sono fortunata e ho già la maggior parte delle cose che si possono volere! Questo per quanto riguarda me stessa. Più in generale, spero che davvero il Governo Monti riesca a riportare un po’ di prosperità e tranquillità nel nostro Paese, perchè credo sia un momento duro per molte persone.
Un sogno nel cassetto?
Il mio sogno è quello di girare il mondo: tutto, devo andare in tutti gli stati che ci sono! E’ difficilissimo, però intanto sto visitando tutti quelli vicini e qualcuno di più lontano. Mi piacerebbe essere pagata per viaggiare, facendo l’inviata o attuando un progetto…. ve lo ricordate Matt Harding, il ragazzo che era ripreso mentre ballava in tutto il mondo? Ecco, qualcosa del genere!
Ultima domanda: ma alle fiabe tu ci credi?
Credo a qualcosa che si trovi a metà tra la fiaba e la favola, cioè voglio pensare che si possa realizzare the happy ending, sebbene non voglia escludere il necessario viaggio da compiere, attraverso mille peripezie, per poter raggiungere il proprio obiettivo. Diciamo la verità, essere una principessa delle fiabe mi attira ancora di più che essere una velina!