Un anno fa non sapevamo che la crisi, ormai inevitabile nonostante le negazioni dell’ex premier Silvio Berlusconi, ci avrebbe portati a un passo da fallimento. Un anno fa non avevamo idea delle proporzioni della crisi mondiale del 1929; già, perchè ormai la depressione attuale ricorda a tutti gli effetti quella che quasi un secolo fa provocò licenziamenti a catena e costrinse i grandi capi di Stato a cercare una soluzione efficace nel giro di pochissimo tempo. Un anno fa quanti sapevano cosa fosse lo spread, quello di cui la Germania è "custode", e come si poteva credere che Standard and Poor’s ci avrebbe declassati portandoci al livello della Grecia, Paese in cui i bambini non possono nemmeno a portare il sacchetto del pranzo a scuola?
Un anno fa il debito pubblico era incredibilmente risalito e si cercava la soluzione migliore per tagliare le corde all’altalena tagliando invece la lingua e la dignità degli italiani.
Un anno fa pochissimi italiani conoscevano Mario Monti e la sua attuale squadra di tecnici, e per scoprire le loro "bravate" ci si è serviti della biblioteca virtuale di Internet, setenziando poi che tutto il popolo li conosceva e aveva già avuto a che fare con loro (in gergo giovanile, chiamerei questi curiosi "falsi saputelli"!). Un anno fa la TAV e i suoi finanziamenti erano gli ultimi pensieri degli italiani, come le soluzioni alternative per evitare l’ennesimo sfascio ambientale ed economico.
Un anno fa Equitalia non era, come adesso, nel mirino dei pacchi bomba e degli Indignati che a causa delle sue pratiche di strozzinaggio rischiano di perdere la loro vita.
Un anno fa i giovani cercavano ininterrottamente un impiego che permettesse almeno di portare a casa qualcosa da mangiare, mentre pochi mesi dopo hanno perduto qualsiasi speranza e nessuno si prende la briga di ascoltarli. Un anno fa ci si era indignati troppo tardi delle pesantissime spese militari, e troppo tardi si è discusso del fatto che con tutto quel denaro si potevano costruire intere Milano fatte esclusivamente di scuole, ospedali, centri di accoglienza, asili nido…
Un anno fa "L’anno che verrà", la trasmissione di Capodanno di Carlo Conti, si teneva ancora in riva al mare, quando Rimini poteva permettersi di usufruire dei suoi risparmi per finanziare una delle feste più attese dalla città. Un anno fa, quando non si riusciva a comprare un regalo ad un amico e si rimediava qualcosina all’ultimo secondo, quando ci si giustificava ironicamente con "C’è la crisi" tutti scoppiavano a ridere; ora poco manca che si scoppi a piangere (modello Fornero).
Un anno fa la Casta non giustificava i suoi guadagni con frasi come "Ci istigano al suicidio": il popolo era talmente menefreghista che la disperazione nel cercare in fretta una ragione valida per dire che quei soldi pubblici sono meritatamente guadagnati non si faceva sentire.
Un anno fa la crisi c’era, ma ancora non aveva preso il diploma giusto per poter insegnare ai suoi discepoli quanto valga non essere fannulloni ed essere invece indignati, ma non incazzati!
Ilaria Del Fuoco