ATM. I SINDACATI TORNANO A SOLLECITARE IL SINDACO SUL RITIRO DELLA DELIBERA

L’ennesimo flop dell’amministrazione comunale sulla delibera ATM dimostra che sono inutili le corse in avanti, che una parte sola è incapace di imporre la propria volontà agli altri e soprattutto che non si possono proporre soluzioni raffazzonate su una questione così importante e da cui dipendono i servizi alla città e il futuro di 620 lavoratori. Dipendenti e sindacati, che ringraziano i consiglieri che ieri notte hanno evitato che si approvasse così com’è la delibera farsa proposta dalla giunta, non considerano tutto ciò una vittoria, ma lo ritengono comunque un ulteriore prova che si è giocato a fare propaganda e che solo un chiaro progetto condiviso da tutte le parti può rappresentare la soluzione e far recuperare il tempo inutilmente perduto finora. Il diritto di una comunità ad avere un servizio di trasporto pubblico efficiente, quello dei lavoratori ad ottenere garanzie per il posto di lavoro e la mancata corresponsione a quest’ultimi della tredicesima e della mensilità di dicembre, sono privazioni così forti che non possono essere soddisfatte con la semplice enunciazione di generici impegni o con il contentino della quota dell’azionariato societario per i dipendenti, emendamento quest’ultimo fortunatamente bocciato.
Città e lavoratori pretendono certamente, e non da ora, che chi li amministra individui una soluzione e soprattutto la attui velocemente. Ma ciò non significa che qualsiasi soluzione vada bene o che basti semplicemente recepire in un elenco ogni richiesta per soddisfare tutti. L’ATM va cambiata, lo impongono le sue condizioni e le norme, e dato che non c’è nessuno che possa essere contrario, o che possa volerlo più degli altri, occorre solo definire 3 punti: come si trasforma, con quali soldi si concretizza questa operazione e si aumentano i mezzi in circolazione, e come si tutelano servizi e dipendenti, tutto il resto, come è facile comprendere, viene da solo. Il compito di gestire l’intera mobilità cittadina, il divieto all’esternalizzazione dei servizi, la piena occupazione e addirittura l’obiettivo del full time, sono solo fumo negli occhi per i lavoratori se la nuova azienda che si vuole costruire poggerà sul nulla e non avrà risorse e mezzi, proprio come oggi è l’ATM. Ancora una volta quindi, e prima che la situazione in azienda precipiti, invitiamo tutti a deporre le armi e chiediamo a Buzzanca di prendere atto dello stato di impasse determinatosi e di ritirare la delibera procedendo immediatamente a convocare le parti per la definizione di un nuovo provvedimento sulla base dei tre punti citati.