"La notizia dei giorni scorsi relativa al definanziamento del Ponte sullo Stretto da parte del Cipe ha riscosso un’approvazione pressochè unanime, dalle associazioni ambientaliste al presidente di Confindustria Marcegaglia, oltre a quella dell’opinione pubblica. Dunque è curioso che l’eco di questa importante decisione non sia arrivata al ministero dell’Ambiente, dove si continua in maniera imperterrita a discutere delle opere connesse e di supporto al Ponte, affrontando persino la valutazione di impatto ambientale di alcune di queste, tra le quali la galleria ferroviaria che avrebbe dovuto collegare la rete al Ponte". Lo dicono i senatori Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta che aggiungono: "Con la delibera del Cipe si è messa la parola fine alla vicenda infinita dell’infrastruttura più discussa della storia di Italia, destinando ad altri scopi i 1.624 milioni di euro necessari alla costruzione del ponte. Una bocciatura per il colossale progetto, e d’altra parte non poteva essere altrimenti, dopo la decisione della Commissione Europea che non aveva inserito il ponte tra i progetti prioritari delle grandi reti transeuropee per il periodo 2014- 2020. Insistere a questo punto con una valutazione di impatto ambientale per le opere connesse al Ponte equivale ad una discussione sul sesso degli angeli, a meno che non ci siano altri intenti che animano questa ostinazione. I sostenitori del Ponte si arrendano all’evidenza, i soldi non ci sono più, e piuttosto – concludano i due senatori Pd – si proceda in tempi rapidissimi allo scioglimento della Società Stretto di Messina".