Nella nostra città accade ormai sempre più con maggiore frequenza che il dibattito politico parta dal presente cancellando ciò che è accaduto nel passato recente. E’ un modo singolare di affrontare i problemi, forse serve agli irresponsabili amministratori per autoassolversi dall’insipienza di questi quattro anni di Amministrazione. La vicenda della liquidazione di Messinambiente è un esempio di tale strategia della rimozione del passato. Sono inaccettabili le dichiarazioni del Sindaco che affermano la inevitabilità della liquidazione dell’azienda pubblica. Inevitabilità conseguente a quattro anni di litigi tra ATO 3 e Messinambiete, scontri tra Ruggeri e Di Maria, entrambi nominati dallo stesso Sindaco. Inevitabilità conseguente all’incapacità di adottare un sistema di gestione che tendesse alla riduzione dei costi del servizio attraverso la raccolta differenziata a monte e la realizzazione di impianti di differenziazione secco/umido e la biostabilizzazione a valle, impianti bloccati dal Sindaco immotivatamente, su cui si è consumata la rottura con Dalmazio che rassegna le dimissioni rimanendo in un assordante silenzio fino ad oggi. Il passato recente è contrassegnato anche da due gare che l’ATO 3 ha bandito per l’affidamento del servizio a privati e andate deserte. In questo frangente Messinambiente e ATO 3 non si sono fatti mancare niente, ricorsi al TAR e al CGA, ingiunzioni di pagamento al Tribunale Civile, insomma il termine "inevitabile" non sembra per nulla appropriato per descrivere la scelta solitaria del Sindaco di mettere in liquidazione la Società di Via Dogali. L’Amministrazione non ha tenuto conto di un indirizzo del Consiglio Comunale proposto dal PD e approvato da una maggioranza trasversale. In tale atto si dava mandato all’amministrazione di procedere alla messa a gara del 40 % delle Azioni di Messinambiente S.p.a. attraverso la procedura della gara a doppio oggetto, affidando le azioni al privato e allo stesso tempo compiti operativi per la gestione del servizio. La proposta nasceva dalla necessità di reperire investimenti privati per l’ammodernamento dei mezzi, la realizzazione degli impianti, ed anche per assicurare il pugno duro nell’organizzazione del lavoro di cui c’è bisogno a Messinambiente. Obiettivo era ridurre i costi evitando il conferimento a Mazzarrà di tutti i rifiuti della città attraverso l’aumento progressivo della differenziata, l’adozione di sistemi di differenziazione a valle e la concentrazione di tutti i sevizi di igiene ambientale in capo alla nuova società mista evitando doppioni con l’ATO che continua ad affidare servizi e consulenze riducendo i trasferimenti a Messinambiente che affonda. Nessuno può affermare che il PD ha fatto un’opposizione cieca perchè su questo come su molti altri temi le nostre proposte sono agli atti. Il Sindaco non ha tenuto conto della volontà del Consiglio Comunale, che rappresenta istituzionalmente la volontà della città, ma di questo ormai non ci possiamo meravigliare, da un Sindaco che non rispetta una sentenza della Corte Costituzionale (l’unico in Italia) non ci si può aspettare comportamenti diversi rispetto al Consiglio Comunale.
Il Segretario Cittadino del PD
Giuseppe Grioli