PROVINCE: Sì AL TAGLIO DEGLI SPRECHI E DEI CAROZZONI POLITICI NO AL TAGLIO DELLA DEMOCRAZIA

Il Parlamento il 28 dicembre 2011 ha approvato in via definitiva il decreto 201/2011 che prefigura uno svuotamento dell’istituzione provincia fino alla scomparsa della stessa che, insieme agli altri punti di attacco alla democrazia ed alle condizioni di vita dei soggetti più deboli contenuti nel decreto, è una norma di chiaro segno anticostituzionale: lo scioglimento dei consigli provinciali – con la conseguente decadenza di consiglieri ed assessori – la loro trasformazione in enti di secondo livello, eletti dai consigli comunali del territorio provinciale, con semplice funzione di “indirizzo politico delle attività dei Comuni“. Ove mai le Regioni non legiferassero entro la fine di aprile 2012 scatterebbero, attraverso una clausola di salvaguardia, i poteri sostitutivi dello Stato realizzando una ulteriore incredibile mostruosità giuridica: lo Stato che, violando una legge di primaria importanza come il testo unico sull’ordinamento degli EELL (dlgs 267/2000 e successive modificazioni), che prevede dettagliatamente i casi di scioglimento dei consigli provinciali, decide centralisticamente sulla decadenza di istituzioni locali democraticamente elette e di rilievo costituzionale!. Sono però in ogni caso chiarissime, le due ragioni di fondo del nostro giudizio negativo sul provvedimento. In primo luogo evidenziamo che in nome di una battaglia sacrosanta contro i costi impropri della politica si tenta di azzerare una risorsa della democrazia, sancendo un pericoloso precedente con l ‘attacco al sistema di elezione democratica degli EELL, innalzando ulteriormente soglie di sbarramento e centralizzando tutti i poteri nei Presidenti. Nel recente studio presentato dall‘UPI, redatto da ricercatori del CERTET Bocconi, si stima il costo di funzionamento della rappresentanza democratica delle Province italiane nell’ 1,4 % della spesa corrente delle province stesse (122 milioni ) a fronte di compiti e funzioni che non sono certo eliminabili e che, se accentrate nelle Regioni o decentrate ai Comuni, rischiano – come affermato nella citata ricerca – di costare addirittura di più.

In secondo luogo si abbandona l’idea – su cui da anni ci battiamo – di un futuro delle Province come soggetto istituzionale fondamentale contro la crisi e per la tutela dei soggetti più deboli; ente territoriale di governo dell’ area vasta, con un ruolo importante per la programmazione del territorio, della salvaguardia dell’ ambiente e dei beni comuni, del trasporto pubblico e della scuola e possibile protagonista di processi di sviluppo partecipativi ed ecocompatibili. In questi mesi, infatti, molti Comuni e Province hanno svolto un ruolo importante, più del governo, nel sostegno ai soggetti espulsi dal processo produttivo e a salvaguardia dei soggetti più deboli. Quando ribadiamo la necessità di salvaguardare il ruolo delle Province come governo democratico dell ‘area vasta lo facciamo, allora, per permettere un livello di coordinamento dei 5.740 Comuni italiani inferiori ai 5.000 abitanti, che rappresentano una caratteristica peculiare ed una ricchezza dell’Italia. Le Province e più in generale il sistema degli enti locali hanno, insomma, fatto molto di più del governo contro la crisi pur con risorse e poteri limitati. Si al taglio degli sprechi partendo dalla eliminazione di tuti gli enti intermedi (agenzie, società, consorzi ecc.) che svolgono impropriamente funzioni che possono essere esercitate direttamente dalla provincia;

Per questi motivi siamo intervenuti col segretario nazionale Paolo Ferrero all’ assemblea nazionale dell’UPI del 6 dicembre “ esprimendo sostegno alla battaglia delle Province che è una battaglia di verità e di democrazia. Battaglia di verità e di democrazia perché la crisi non si può affrontare senza contrastare la politica della BCE che invece di contrastare gli speculatori con una politica espansiva ne subisce le ricette iperliberiste: la campagna mediatica sulla inutilità e sui costi della rappresentanza democratica delle province copre solo un esigenza di portare avanti una politica antipopolare azzerando opposizione sociale presidi democratici

In conclusione ci batteremo nei prossimi giorni come Prc, promuovendo dibattiti e prese di posizione, pertanto apprezziamo l’ordine del giorno approvato lo scorso 31 gennaio 2012 dal Consiglio Provinciale di Messina che ha registrato il voto positivo del consigliere del PRC.

Maurizio Fazio Responsabile Provinciale Enti Locali
Francesco Andaloro Consigliere Provinciale P.R.C