Egregio Direttore,
– considerato che gli attuali rappresentanti dei partiti politici, tranne poche eccezioni, non accennano minimamente a voler cambiare registro, né a voler ridurre i “costi della politica” e i relativi privilegi di una “casta” arrogante e autoreferenziale, soprattutto in un momento così drammatico per tanti Cittadini Italiani, giovani e meno giovani, che si trovano senza lavoro;
– considerato che i partiti che sostengono l’attuale Governo sono incapaci di sostenere e garantire i diritti dei lavoratori ma si appiattiscono passivamente sui provvedimenti da esso proposti;
– considerato anche che la quasi metà dell’elettorato, come risulta da sondaggi attendibili, è arcistufo di questi mestieranti della politica incompetenti, litigiosi e corrotti, che in tanti anni di (mal)governo ci hanno portato alla “crisi” attuale, crisi che non sono stati in grado né di prevenire né di fronteggiare adeguatamente;
anziché continuare a muovere critiche o avanzare proposte che cadono nel vuoto e che nessuno degli attuali politici si mostra disposta ad accogliere, invitiamo i GIOVANI, i DISOCCUPATI, i LAVORATORI, i PENSIONATI e TUTTI COLORO CHE CONTESTANO QUESTA CLASSE POLITICA vecchia e incapace, che pensa solo ai propri affari, A COALIZZARSI possibilmente INSIEME AI SINDACATI (finalmente uniti, che costituiscono l’ultima forza sociale rimasta a difendere seriamente gli interessi dei lavoratori) per dar vita ad una nuova formazione politica, che potrebbe chiamarsi “PARTITO DEL LAVORO”, che si faccia interprete dei problemi e delle aspettative e porti avanti le giuste rivendicazioni del “mondo del lavoro”, che sembra essere ormai diventato un “mercato degli schiavi”. (Proposta già avanzata in precedenza da uno di noi, ma purtroppo rimasta lettera morta, forse perché i tempi non erano ancora maturi).
Questo nuovo partito potrebbe, a nostro avviso, riscuotere -almeno idealmente- numerosi consensi, e si potrebbe presentare alle prossime elezioni politiche in modo da contrastare in modo incisivo lo strapotere della attuale classe politica dominante che tanto ha nuociuto e nuoce al Paese. E potrebbe costituire il vero “TERZO POLO”, alternativo ai due maggiori esistenti, con funzioni di “ago della bilancia” indispensabile per far pendere le decisioni che contano dalla parte di quelle suddette categorie sociali che attualmente non si sentono più tutelate da nessuno.
Noi due, (che per l’età siamo ormai fuori dal mondo del lavoro e della politica) auspichiamo fortemente per il bene dell’Italia che i giovani e quanti sono veramente interessati al cambiamento non restino inerti e rassegnati a leccarsi le ferite, ma con un sussulto di orgoglio e di dignità partecipino attivamente alla vita politica per difendere i propri diritti (soprattutto all’istruzione e al lavoro) e farsi artefici del proprio destino.
Non è più questione di destra, sinistra o centro, è questione di SOPRAVVIVENZA per tutti coloro che vogliono vivere onestamente del proprio lavoro. E’ ora di passare dalle parole ai fatti!
P.S. Questa nostra proposta di “rivoluzione pacifica” che parta dal basso, cioè dalla società civile e dal mondo del lavoro, si propone i seguenti scopi:
– 1) dare una rappresentanza politica in Parlamento a quella miriade di lavoratori (dipendenti, autonomi, giovani e precari) che attualmente non si sente più tutelata dalla attuale classe politica;
– 2) rimpiazzare in Parlamento parte di questa vecchia classe dirigente corrotta e incapace che vive solo di politica, che alla società civile non ha più niente da dire e che da sola mai lascerebbe le amate poltrone;
– 3) unire le forze sane del Paese per opporsi validamente allo strapotere e allo sfruttamento del lavoro da parte della finanza internazionale (che anche la politica dell’attuale Governo non è in grado o non ha intenzione di contrastare);
– 4) eliminare l’inutile oltretutto costosa e scoordinata doppia rappresentanza, costituita da una parte dai partiti dell’area di sinistra (che non si sono mostrati capaci di sostenere validamente i ceti più deboli della società) e dall’altra dai Sindacati, semplificando così e rendendo più chiaro il sistema delle rappresentanze politiche e immettendo in Parlamento quelle forze che, avendo una conoscenza diretta del mondo del lavoro, cioè i Sindacati, possono meglio interpretarne i problemi e favorirne le soluzioni;
– 5) ridare fiducia e speranza ai lavoratori ed ai giovani in particolare, perché solo riappropriandosi della gestione del proprio presente e del proprio futuro potranno salvaguardare i propri diritti e difenderli dallo strapotere delle forze conservatrici che li vorrebbero tenere sempre docili e sottomessi. Ai lavoratori, ai giovani, ai pensionati se non vogliono finire tutti in miseria interessa di avere una rappresentanza forte e diretta in Parlamento che sappia difendere la loro dignità e i loro legittimi interessi; per dirla con una efficace metafora riportata da un operaio disoccupato in un recente talk-show televisivo: “Non interessa di che colore sia il gatto, se bianco o rosso o nero, interessa che sia bravo a prendere i topi!”!
Giovanni Dotti – Martino Pirone