Oh, finalmente un grande statista di destra, dopo il declino del Cavaliere. Oh, finalmente un politico che parla chiaro e senza equivoci. Oh, finalmente uno che a Palazzo i rospi non li ingoia ma li sputa in faccia agli avversari. Ecco a voi l’onorevole Angelino Alfano che dichiara ai quattro venti, senza equivoci di sorta o mascheramenti: “il Pdl è un partito che è riuscito a incanalare le sue ebollizioni in canali democratici ed è ‘rimasto in piedi. Siamo stati capaci di non far finire le divisioni interne a sediate in testa”. Formidabile! Che grande uomo squadra questo segretario Alfano che in una intervista a Il Giornale spiega, pianifica, sentenzia: ‘Voglio fare il segretario, quello che fa funzionare le cose e dà regole certe alle primarie, non quello che deve organizzarsi tutto per competere”. Sulla perdita di consensi del partito osserva: “Abbiamo perso tre punti, non mi pare che siamo scomparsi. Siamo un partito che resiste, con un profilo frizzante che tiene insieme la squadra”. Ma è davvero così? A noi sembra che i conti non tornino assolutamente. Il Pdl di Alfano è una sorta di grande condominio dove i soliti noti fanno la voce grossa e alla truppa tocca sempre ingoiare i rospi e le porcherie. Prendete Messina. Esiste il rinnovamento del partito? Giammai. E come potrebbe avvenire e soprattutto da quali uomini? Da Roberto Corona? Impossibile da qualche mese è sottoposto a misura cautelare perché accusato di gravissimi reati ma questo Alfano non lo dice. Eppure l’onorevole regionale Corona era, ed è uno dei suoi fedelissimi in Sicilia tanto da nominarlo coordinatore insieme al sindaco – onorevole Peppino Buzzanca e blindarlo nei Palazzi. Allora da Buzzanca? Meno che mai. Ah, sì dai parlamentari, Rocco Crimi, Nino Germanà ed Enzo Garofalo: punto e a capo! Beh, certo, già che c’era Alfano poteva fare per Messina qualcosa di un po’ più moderno e non riproporre, paro paro, un frammento di politica anni ‘ 70, stile vecchia Diccì, con uomini ingessatissimi, tipo manichini: Pippo Isgrò, Ciro Gallo, Orazio Miloro, Melino Capone, Gigi Cartagenova… oh, il rinnovamento, finalmente un pizzico di vecchia nostalgica politica ingessata. Perché non ci fossero equivoci il programma del rinnovato Pdl di Alfano a Messina è stato aperto da una esecuzione sommaria dei nemici dichiarati: la famiglia Burrascano in testa! Ma tanto a chi interessa se persino dei vecchi fedelissimi di Forza Italia – sempre sulla strada a cercare voti e dialogare con la gente – abbandonano il Pdl perché truffati dal rinnovamento di Buzzanca, Corona, Crimi, Germanà e Garofalo… I rinnovatori inviati dal segretario Alfano, da bravi amministratori, si sono spartiti tempi e spazi, sono stati attenti, persino troppo, a non rubarsi la parola né la fortuna di avere un posto dove ripararsi nonostante la bufera provocata per incapacità politica e gestionale del partito. Il Pdl a Messina è tutto tranne che un partito. E non ci si venga a dire che hanno le tessere a dimostrare l’esatto contrario: solo i Burrascano ne hanno regalate ai Germanà 400. Il tutto senza rinunciare alla fuga. Sì, i conti non tornano segretario Alfano, altro che rinnovamento di programmi e uomini. Ma Alfano non si mostra preoccupato: non risponde alle lettere, non si degna di telefonare ai fuggiaschi e cancella dalla sua pagina di Fb – dimostrando la sua diversa democrazia chi non la pensa come lui e lo sollecita a prendere una decisione sui misfatti venuti a galla -. A Messina il Pdl e la sua classe dirigente sono ai titoli di coda di un film finito. Svanito il mito Berlusconi in molti elettori resta solo l’amaro in bocca per aver dato fiducia a delle persone che fiducia non meritavano.