Finalmente il sindaco di Messina ci ha spiegato che siamo alla canna del gas. Era da tempo che lo sostenevamo ma lui no, lui si ostinava a vendere fumo e … territorio. Finalmente il sindaco Buzzanca è uscito allo scoperto con quella sua lettera al Premier Monti: “Il Comune di Messina si trova in una grave situazione di carenza di liquidità di cassa e rischia di non poter garantire neanche i servizi essenziali come lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, il trasporto pubblico, l’erogazione dei servizi sociali e il pagamento delle retribuzioni agli oltre 1.700 dipendenti comunali”. Da quando abbiamo letto l’irresistibile annuncio di resa da parte di Buzzanca (dimettersi non sarebbe più logico?) sentiamo il bisogno di rintracciare nuove cognizioni sui debiti di Palazzo Zanca, sulla gestione delle partecipate, sugli orrori della politica in genere. “Il Sindaco Buzzanca è risaputo è allergico al confronto con le parti sociali ma è bravo a scaricare su atri soggetti la sua incapacità politica nella gestione della cosa pubblica”. Questo è il commento di Clara Crocè alle dichiarazioni rese dal Sindaco Buzzanca in merito crisi economica del Comune di Messina. Siamo alla farsa, al ridicolo. La crisi economica che si sta battendo sui Comuni è il frutto delle manovre economiche che negli ultimi anni sono state messe in dal governo Berlusconi. Governo avallato dal Sindaco Buzzanca. Se il Sindaco mendica 40 milioni di euro, è il segno che le casse comunali sono vuote e che nessuna azione politica è stata messa in atto, in questi anni dalla giunta per incrementare le risorse, aggiunge la Crocè. Oggi preso atto che siamo alla canna del gas non possiamo altro che attenderci le dimissioni di Buzzanca: l’occasione – e che fervida occasione! – sarebbe questa per resettare politica e burocrazia. Per ripartire una volta per tutte senza più uomini mediocri né ballerine da sistemare. Noi, della Seconda repubblica sorta dalle ceneri di tangentopoli, negli infuocati anni del dopo Falcone e Borsellino, dobbiamo avere preso la parte peggiore, quella della vergognosa finta società civile che parla di solidarietà e tolleranza ma si nutre di appalti e commesse pubbliche alla faccia degli ultimi, del culto delle grandi opere quando strade e verde cittadino sono bisognosi di maggiori attenzioni e risorse. Messina è alla canna del gas mentre la sua classe dirigente si divide quel che resta della torta. Ha fatto molto bene Clara Crocè della Cgil, nel suo lucido commento finale, a riconoscere il fallimento di un uomo, di un sistema: “Come pensa di tirare avanti la carretta questa Amministrazione? Nessuna programmazione nessuna ipotesi di sviluppo. Da tempo chiediamo un confronto ma si sa il Sindaco è allergico ai confronti. Gestisce Palazzo Zanca in completa solitudine, rinchiuso nel suo bunker, come fosse il padre padrone. Non tollereremo nessun ritardo nel pagamento degli stipendi ai pubblici dipendenti e si dia corso al pagamento del salario accessorio 2011. Nessun taglio agli sprechi e alle consulenze. Addirittura, la vicenda dei lavoratori ex Futura è servita al Sindaco per distribuire incarichi legali. E’ una vergogna!”. Purtroppo sì, è una città deformata se Peppino Buzzanca guida il popolo alla riscossa. E’ l’ennesima offesa alla comunità se Buzzanca invoca l’aiuto di Monti per sollecitare l’accreditamento dei trasferimenti statali per evitare gravi ripercussioni sull’ordine pubblico e riflessi sulla sicurezza della cittadinanza: ma la chiusura di Messinambiente e Atm a chi è da imputare se nessuno ancora è stato chiamato a precise responsabilità? E’ un mondo alla rovescia quello prefigurato da questa politica di sistema a cui Buzzanca fa da testimonial specie quando si occupa di giovani, cultura, legalità: non c’è futuro politico con esponenti come quelli attuali, esistono solo persone predisposte a inscenare teatrini, dibattiti, feste a tema, in cambio di incarichi e poltrone, facendo soprattutto una gran confusione in Consiglio comunale e generando solo debiti.