Nel giorno dell’anniversario di Mani pulite il Comune di Messina invoca l’aiuto dello Stato per non morire sotto il peso dei debiti. Così, magari, perché distratti dai conti in rosso, il grido d’allarme di Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei conti che ricorda con particolare vigore che non molto è cambiato da quando si avviarono le inchieste giudiziarie nel 1992 sui rapporti tra affari, politica, economia e istituzioni, non viene colto da nessun amministratore messinese né dai cosiddetti censori di Palazzo Zanca: si può amare Messina e provvedere anche al mantenimento della famiglia e del partito, nel rispetto delle leggi. Non bisogna essere degli esperti di economia né aver frequentato le aule di Giustizia per comprendere come le mazzette e gli “appalti gonfiati” siano tra le maggiori cause del dissesto di Messina. E, proprio in virtù di questa premessa ci permettiamo di chiedere a chi di dovere di svelare non a IMG Press, bensì ai cittadini, quanti di quei soldi sprecati per incapacità gestionale o peggio, persi nel fiume dell’illegalità siano stati restituiti al “mittente – Comune” dai colpevoli. Noi crediamo che non esistano corrotti buoni, e con generosità, pensiamo che ce ne siano di meno cattivi, i quali, talvolta, debbono la loro fortuna a quelli più spregiudicati. Ma tutto questo però non giustifica assolutamente il fatto grave che pochissime azioni di responsabilità siano state avviate da Palazzo Zanca, per esempio, nei confronti di amministratori pubblici e professionisti che hanno sprecato risorse e opportunità – anche in buona fede- aggravando così i debiti del Municipio. E non parliamo del sacco edilizio cittadino con l’Urbanistica vero centro di potere. Magari sarà anche per questo che le parole del presidente della Corte dei conti Giampaolino – illegalità, corruzione e malaffare sono fenomeni ancora notevolmente presenti nel paese le cui dimensioni sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce – sono risultate indigeste agli amministratori messinesi. E la pensiamo come l’alto magistrato quando sostiene che “la trasformazione di enti pubblici in società spesso si riduce a vuota forma o ad artificioso guscio quando le sue regole, flessibili per consentire una gestione efficiente dell’impresa vengono strumentalizzate da un’amministrazione che non è orientata all’economicità e, di fatto, esonerata da responsabilità”. Non vi ricorda nulla questa affermazione? O vi tornano in mente certe pratiche innovative portate avanti dalle ultime amministrazioni di “destra e sinistra”? La politica in genere è bugiarda e spesso peggio: ha problemi nel far emergere la verità. Per carità, la verità su alcuni misfatti è stata spesso estromessa dalle aule dei tribunali: perché niente accomuna come il crimine. Sì, nel giorno del ricordo di Mani pulite, a Messina resta tanta perplessità… e tanti colpevoli manifesti a piede libero. Noi di IMG Press crediamo sempre nel trionfo della Giustizia anche quando vediamo nei Palazzi istituzionali porcherie evidenti con diavoli trasformati in santi. Dieci anni fa questo foglio elettronico vedeva la luce con tante belle illusioni: dare voce a chi non aveva voce. Oggi, dieci anni dopo dobbiamo purtroppo condividere l’amarezza dell’ex giudice Gherardo Colombo: “aver fatto emergere un sistema di corruzione così articolato, poteva rappresentare lo spunto perché in altre sedi si cercasse di sradicare questo sistema. Invece non è stato fatto per niente, tanto che oggi ci ritroviamo con gli stessi problemi. In questo senso Mani pulite è stata un’occasione mancata”.