Si valutino merito, creatività e talento: si premino i più bravi attraverso un nobile sistema di incentivi economici e sociali. Quella che auspichiamo è anche una riforma culturale, i nostri pardi oggi vivono nella bambagia delle tutele grazie a un ‘dispetto generazionale’: siamo costretti tutti noi a soccombere rispetto a mille garanzie che le generazioni che ci hanno preceduto si sono arbitrariamente assegnate. E’ quanto si legge in una lettera -inviata al presidente del Consiglio Mario Monti e al ministro del Lavoro, Elsa Fornero- da alcuni giovani e pubblicata dal Corriere della Sera. E’ triste doverlo ammettere: nel momento storico – politico così particolare della recente storia nazionale, la classe dirigente sembra incapace di incarnare il senso dello Stato. Soprattutto i luoghi scartati dalle Istituzioni soffrono più di tutti la crisi: Messina è forse tra le città più sofferenti per incapacità di reagire alle avversità. Magari per colpa di una politica mediocre se non peggio. Non è solo questione di progetti travolti o lasciati scorrere, o di colline invase dalle ruspe salvo poi fare un marcia indietro favorendo così quei palazzinari che nel frattempo avevano iniziato a costruire dove prima c’erano aziende che davano lustro e lavoro ai messinesi. Sarà solo un caso? Bah, niente da queste parti accade per caso come per esempio nelle consulenze di Comune e partecipate: se i nomi dei fortunati professionisti sono noti a molti ma sembrano non interessare a nessun autorevole censore, vuol dire che qualcosa non funziona negli organi preposti al controllo. Eppure a Messina sarebbe davvero l’ora di ristabilire le priorità e allocare con equità i necessari sacrifici visti i richiami della Corte dei Conti. Parafrasando il Corsera, l’egoismo dei protetti, l’ingordigia dei privilegiati sono malattie che rischiano di pregiudicare il nostro avvenire e quello dei giovani. Ma davvero interessa a qualcuno? Come facciamo a sapere se abbiamo un futuro da inseguire se il sindaco o il presidente della Provincia, magari, sono in altre faccende affaccendati? Le domande, insomma, sono sempre le stesse: chissà per quale strada Buzzanca è riuscito ad arrivare a Palazzo Zanca: stavamo male prima, stiamo peggio ora. Ci deve essere proprio una specie di mistero, un miracolino, appunto se uno giudicato non presentabile nel 2003 oggi è primo cittadino. Buzzanca si rivela come mago Merlino che con la sua arte misteriosa riesce a tirare fuori dalle urne la parte peggiore di noi (favori, interessi personali, benefit, raccomandazioni…). Così la magia per i cittadini è svanita: niente funziona come dovrebbe. Non c’è lavoro, non ci sono opportunità – tranne per gli amici degli amici o i parenti dei potenti -, le strade sono quelle che sono e gli svincoli ci stanno costando sangue e lacrime. Non abbiamo la sfera di cristallo, ma pensiamo che questa classe dirigente ci stia portando al dissesto. Anzi, già lo siamo. Questione di certificazione istituzionale. Intanto Buzzanca & soci sanno solo chiedere aiuto per raccattare ancora qualche favore tra i cittadini e voi liberi anche di farvi umiliare.