I giovani avvocati messinesi chiedono che venga garantita l’effettività del diritto di difesa dei cittadini previsto dalla Costituzione, restituita dignità alla figura dell’avvocato ed assicurata l’efficienza del Tribunale ordinario di Messina. Il direttivo dell’AIGA (Associazione Italiana Giovani Avvocati) di Messina, presieduto dall’avv. Alberto Vermiglio, ha deliberato di aderire alle ragioni poste alla base dell’ iniziativa giudiziaria intrapresa dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Messina che ha impugnato dinanzi al T.A.R. Lazio la deliberazione adottata nella seduta del 24.11.2011 dal Consiglio Superiore della Magistratura con la quale si è sorprendentemente proceduto a destinare al Tribunale ordinario di Messina solo cinque dei M.O.T. (magistrati ordinari in tirocinio) nominati con D.M. 5.8.2010, in luogo dei nove originariamente individuati. Lo stato della giustizia a Messina ha raggiunto un livello di drammatica difficoltà innanzitutto per l’insufficienza di giudici rispetto alle piante organiche e, secondo il Vice Presidente della sezione messinese dell’AIGA, avv. Nazareno Pergolizzi, “oggi ingentissimi pregiudizi ricadono non soltanto sugli avvocati, costretti ad esercitare il ministero difensivo in condizioni di assoluto disagio, ma soprattutto sui cittadini, ormai costretti a subire continui “dinieghi di giustizia” in ragione dei quali sono sempre più indotti a rinunciare all’inviolabile diritto alla difesa”. Tale insopportabile situazione di disagio si riflette anche sulla dignità e sul decoro della professione forense, denuncia l’avv. Ferdinando Croce, consigliere del direttivo messinese dei giovani avvocati, secondo il quale “l’esercizio della professione è oggi fortemente compromesso per la giovane Avvocatura, che vede sempre più lontana qualunque prospettiva di crescita, specialmente in territori, qual è quello messinese, caratterizzato da costante depressione economica e dalla mancanza di servizi e strutture adeguate ai tempi”. Nonostante il decadente quadro della giustizia messinese, i giovani avvocati accolgono con soddisfazione la decisione del legislatore di abrogare l’articolo 26 della legge 12 novembre 2011, n. 183, sulle misure straordinarie per la riduzione del contenzioso civile pendente davanti alla Corte di Cassazione e alle Corti di Appello. Per il Presidente Vermiglio “la norma che prevedeva l’obbligo per la parte di presentare una istanza di persistenza di interesse alla prosecuzione del giudizio, costituiva una novità legislativa sintomatica di una pericolosa indifferenza per i valori giuridici a vantaggio solo delle ragioni economiche, ed a solo discapito dei diritti dei cittadini”.