La sentenza della Corte Costituzionale n. 238 del 16 luglio 2009 non lascia spazio a interpretazioni: sia la TARSU (tassa sui rifiuti solidi urbani), sia la TIA (tariffa di igiene ambientale) sono dei tributi e come tali non possono e non devono contenere l’IVA, in quanto non è affatto ammissibile, per la Corte, l’imposizione di una tassa su un’altra tassa!
Il consigliere della terza Circoscrizione Libero Gioveni, presentando esattamente 2 anni fa una interrogazione al Sindaco Buzzanca e all’assessore alle politiche tributarie Orazio Miloro, tentò di fare chiarezza su una delle imposte più pesanti e indigeste per i cittadini messinesi (appunto la TARSU) nella quale sembra si possa celare in qualche misura l’IVA nell’importo totale da pagare, ma a quel documento (che venne inviato anche al Comitato Provinciale dell’Unione nazionale dei Consumatori) egli non ottenne una risposta esaustiva. E poiché l’argomento in queste ultime settimane (alla luce anche dei molteplici ricorsi che soprattutto al nord stanno tenendo banco) è tornato fortemente d’attualità, Gioveni torna adesso a chiedere al Comune di esprimersi chiaramente e definitivamente.
Sull’ingarbugliata questione giuridica occorre puntualizzare alcuni passaggi:
la sentenza sopra richiamata aveva messo definitivamente la parola “fine” sulla diatriba che poneva l’interrogativo se la TIA e la TARSU si sarebbero dovuti considerare o meno dei reali tributi o più semplicemente dei corrispettivi per un servizio ricevuto.
Tale sentenza, infatti, aveva stabilito che i pagamenti sulla raccolta dei rifiuti solidi urbani, sia nella versione TIA che nella versione TARSU, dovevano essere considerati a tutti gli effetti dei tributi e come già detto, conseguentemente, l’eventuale imposizione dell’IVA da parte dei Comuni o degli ATO (con aliquota agevolata del 10%) si sarebbe dovuta considerare assolutamente illegittima!
Facile immaginare il fatto che fra molti cittadini (che stanno già facendo la spola con le associazioni dei consumatori) regni attualmente tanta confusione in riferimento alla sentenza n. 238/2009, specie perché anche nel campo della giurisprudenza permangono forti dubbi sull’eventuale esecutività della stessa nella città di Messina.
Se si considera, infine, che l’amministrazione comunale da qualche anno si è anche “intestardita” a richiedere con la TARSU anche il pagamento del balzello di 5,88 euro per le spese di notifica, si potrà comprendere come l’eventuale rimborso dell’IVA (sempre che sia presente nella cartella esattoriale) rappresenterebbe, in un periodo di forte crisi che investe molte famiglie, la classica “boccata d’ossigeno”!
Pertanto, Gioveni, sollecitando l’assessore ai Tributi Miloro a rispondere all’interrogazione, chiede che si faccia definitivamente chiarezza sulla questione e che eventualmente si proceda al rimborso del balzello (se dovuto) a tutti i contribuenti messinesi, magari attraverso degli sgravi dalle future bollette.