Parla come se vivesse su Marte e non a Messina il Sindaco Buzzanca. Affermare che a Messina non avrebbe ragione di esistere il clima di tensione sociale è il segno del totale disinteresse da parte del primo cittadino, delle condizioni di disagio e delle difficoltà in cui versano tutti i lavoratori che in modo diretto e indiretto, ancora aspettano dal Comune il pagamento degli stipendi. A ciò si aggiungono, le condizioni di chi ha perso il lavoro e dei nostri figli che sono costretti a lasciare la nostra città perché non trovano un posto di lavoro. E’ bravo il Sindaco, a scaricare la colpa sul governo nazionale e regionale, come se il governo della città spettasse ad altri e non a lui. Ci rendiamo conto – dichiara Clara Crocè Segretario Generale della FP CGIL – che è difficile per la politica, comprendere il disagi e la disperazione di un dipendente comunale che percepisce in media dai mille a 1200 euro al mese. Del lavoratore delle cooperative sociali che percepisce in media 700 euro al mese e che molti di loro sono in arretrato dal mese di ottobre. Dei lavoratori della Messinambiente al netto dei turni 1200 euro al mese. In questo momento quasi tremila lavoratori, a causa delle difficoltà del Comune sono alla canna del gas. E il Sindaco minimizza, non comprende – continua Crocè – ci rendiamo conto, per chi percepisce lauti stipendi, per cariche politiche, è difficile comprendere che il ritardo dello stipendio, possa comportare tensione sociale. Ricordiamo al Sindaco Buzzanca che i lavoratori, devono fare i conti con i loro miseri stipendi, e non arrivano più a pagare mutui, bollette e tasse.Tasse che, tra l’altro, il Sindaco marziano, si appresta ad aumentare. E quando gli stipendi non vengono pagati, il lavoratore ha il problema di come dare da mangiare ai propri figli .Il Sindaco Buzzanca dovrebbe scendere da Marte fare meno fantascienza e senza andare troppo lontano – continua Crocè – e chiedere agli altri Sindaci dei Comuni della nostra provincia, come fanno a pagare regolarmente gli stipendi e il salario accessorio ai loro dipendenti. Soprattutto, come hanno fatto alcuni Comuni di piccole dimensioni a varare il piano di stabilizzazione dei precari. Considerato che in termini di rapporto numerico, il Comune di Messina ha il minor numero di precari in servizio. Un esempio per tutti: il Comune di Capo D’Orlando ha in forza 141 precari e 40 unità di personale ASU, contro i 304 del Comune di Messina. Eppure il Comune di Capo d’Orlando ha presentato alla Regione Sicilia il programma di fuoriuscita dal precariato. La mancata stabilizzazione dei precari è un’altra promessa non mantenuta da parte del Sindaco. In situazioni di crisi economica, la priorità del primo cittadino dovrebbe essere quella di assicurare gli stipendi ai lavoratori, e non quella di raschiare il barile, per liquidare qualche ditta o la sua corte che ricordiamo, al contrario dei comuni mortali, hanno percepito somme consistenti. Il Sindaco scenda da Marte, faccia meno fantascienza e incominci a occuparsi seriamente dei problemi dei lavoratori- conclude Crocè – e prenda atto, della sua incapacità politica a reperire risorse nuove per la città.