A un Consiglio comunale come quello di Messina – che recita una parte scritta da altri, cioè incapace di tutelare gli interessi della gente – bisognerebbe rispondere con una riflessione usata, un commento di seconda mano. Si legge Consiglio nella mani del sindaco Peppino Buzzanca, ma si dice Franzantonio Genovese, o Turi Leonardi, o qualcos’altro già visto e rivisto (Franco Providenti). Bisogna ammetterlo, quando il SISTEMA MESSINA / LOBBY DELLO STRETTO ha un’idea la munge con ammirabile dedizione. Per fare un politica, c’è chi si spreme le meningi e chi spreme il povero cittadino come un limone (tanto che adesso pare così smarrito da non sapere più cosa fare alle prossime Amministrative, tanto destra o sinistra è stata una colossale fregatura). Oggi i media scoprono le scarse propensioni amministrative del Sindaco Buzzanca e della sua Giunta (troppe emergenze, risposte che non arrivano e città in balia degli eventi…). Sarebbe stato meglio per tutti che li avessero smascherati qualche anno fa così da evitare trappole e conti in rosso. IMG Press queste cose le ha documentate in questi quattro anni di Amministrazione Buzzanca – come per quelle precedenti – e per questo motivo, il solerte UFFICIO STAMPA di Palazzo Zanca ha oscurato i nostri articoli. Non voleva far sapere che gestendo la città così maldestramente ci avrebbero portato al dissesto. Buzzanca e la sua Giunta non sono più un nostro problema, noi vogliamo occuparci del dopo. Capire chi potrebbe avere le carte in regola per salvare Messina dai debiti. E mentre ci guardiamo intorno il Consiglio comunale viola ancora una volta le regole della democrazia in politica. Un manipolo trasversale di Consiglieri di gruppi politici maggioritari (sempre i soliti), in crisi di identità, non ha permesso ai Consiglieri che non la pensano come loro, di esprimere attraverso un atto amministrativo una precisa determinazione diversa, che è quella di chiamare a responsabilità i soggetti competenti che dovevano agire in tempo e non l’hanno fatto, e quindi evitare che il Consiglio Comunale tutto debba assumersi delle responsabilità non dovute.
La delibera era quella targata Ivano Cantello – doveva essere già trattata molto tempo addietro ma per motivazioni bizzarre si è fatto di tutto per ritardare e non votare -; la votazione della delibera avrebbe permesso alla magistratura contabile, di poter avere un quadro diverso rispetto agli atti inviati nelle due proposte di delibera di indirizzo presentate, l’una dall’Amministrazione Buzzanca, l’altra dal Presidente del Consiglio in collaborazione con il PD. Aria fresca sono stati definiti i precedenti atti dal Trio “Cantello – Melazzo – Pergolizzi” che hanno gettato nel panico l’aula che ha prima votato tutti gli emendamenti, proposti dallo stesso Cantello, e poi ha chiesto la sospensione della delibera, in quanto ha ritenuto di commettere il reato di lesa maestà. La delibera in sintesi, sarebbe stata una presa d’atto delle deliberazione delle Sezioni di Controllo della Corte dei Conti sul bilancio di previsione 2011 e la richiesta di dati e notizie sul rendiconti consuntivo 2010 strettamente connessa e collegata alla precedente, ma la cronologia delle date avrebbe permesso di appurare che alcuni atti dell’esecutivo sono stati predisposti dietro sollecitazione di altri atti del consiglio comunale. Inoltre, avrebbe demandato in atti agli organi competenti (Giunta, Responsabili di settore, e collegio dei revisori) di indicare le giuste misure correttive da adottare dal Consiglio, oltre che valutare se tali misure siano idonee a soddisfare l’ordine della Corte dei Conti e quindi demandare sempre agli organi deputati a farlo di valutare ogni altra ipotesi normativamente prevista per legge in merito allo stato finanziario dell’ENTE. L’idea della proposta era quindi quella di blindare il Consiglio da eventuali future responsabilità provenienti dalla Corte dei Conti. Anche perché mentre giorni fa c’era tanta sicurezza nelle frasi di molti a palazzo, questa sera qualche consigliere ha corretto il tiro, dicendo che sarebbe il caso di aspettare le risposte della corte tra trenta giorni per valutare il da farsi, anche alla luce dei dubbi espressi dal Presidente del Collegio dei Revisori, che è stato dubbioso sulla esaustività delle due proposte di delibere. Infatti proprio per questo è meglio anticipare i tempi hanno sostenuto i Tre. Sarebbe stato un bell’esempio di compattezza, ma c’è chi non se le sentita di tutelarsi e chissà perché. Ma ecco l’ennesimo inciucio, sospensione richiesta dal PDL, avallata da PD e UDC. Ennesimo grave atto in cui non si vuole fare chiarezza sulla reale situazione economico finanziaria dell’Ente. E pensare che questa era l’ultima ancora di salvataggio, in quanto il Consiglio Comunale, recidivo, ha già bocciato una delibera sempre proposta dal solito Trio che mesi fa in atti chiedeva una relazione dettagliata agli organi competenti sullo stato finanziario dell’Ente. Ma anche quella volta vai con l’inciucio di PDL PD e UDC. Cose da fare strappare i capelli al senatore D’Alia che fa le battaglie all’ARS inneggiando contro il voto trasversale e lo squallido inciucio. Ma è mai possibile che ci siano partiti che propinano alla città determinate cose e che poi in aula ne facciano altre con la complicità inconsapevole (?) della stampa? Come è stato poco nobile che il Presidente del Consiglio Previti non abbia illustrato un atto da lui sottoscritto e lo abbia fatto illustrare da un consigliere del PD. Cose che capitano solo a Messina: e pensare che il Presidente del Consiglio dovrebbe essere organo di tutela al di sopra delle parti. Adesso l’inciucio si chiama democrazia ed è l’unica apprezzabile variazione dell’infantile smania di ridere alle spalle dei più indifesi (i cittadini che non godono dei privilegi del SISTEMA). Forse per salvare il salvabile e smascherare attori e registi – se manca la stampa e l’Ufficio stampa fa il censore – ci vorrebbe il Gabibbo, anche se, visto il pericolo del crac, non c’è da ridere. Oggi abbiamo assistito all’ennesima burla: una amministrazione che dovrebbe agire e decidere, con l’opposizione che dovrebbe verificare e proporre… ma contro ogni logica democratica, con sovversione dei risultati elettorali. Un mega inciucio è vai. Esatto, non c’è molto da ridere se Il Pd che fa la conferenza stampa sul dissesto di Palazzo Zanca, poi difende l’amministrazione Buzzanca e spalleggia il PDL. Stessa cosa l’UDC: “siamo per la difesa della città ma non vogliamo il dissesto”. Non c’è risata che tenga: non hanno capito che il dissesto non è che lo vogliono alcuni tanto per farsi due risate alle spalle del sindaco o del presidente Previti: il dissesto o c’è o non c’è! E più si cercano sponde, più la città affonda: Messina è malata e urge trovare un medico preparato. Ecco perché di Buzzanca e della sua Giunta non vorremmo più doverne parlare. Mettiamoci d’impegno per convincere Gianpiero D’Alia a salvare Messina!