Si è svolto a Messina il congresso del Pdl: le cronache raccontano di una straordinaria partecipazione di folla con effetti speciali e un fiume di buoni propositi: tornare allo spirito del 1994! Peccato, che la domanda da porsi, sia questa: per quale ragione c’è ancora? Il partito di Berlusconi è destinato a finire perché appunto è di Berlusconi e non della gente. A Messina, tanto per non risultare simpatici, il Pdl così confezionato, non rappresenta nessuno se non una stretta cerchia di amici, si fa per dire, anche se di motivi ce ne sarebbero tanti per provare a far funzionare decentemente la cosa. Ma il partito non è della gente e soprattutto non si occupa di risolvere i problemi della gente. Il quesito non è più se Messina, il Comune, la Provincia regionale andranno in default ma se ciò priverà gli attuali rappresentanti del Pdl locale del loro potere, delle loro poltrone e cariche istituzionali. Senza girarci attorno, così da esser capiti persino da loro: il problema da affrontare è un altro e riguarda l’essenza stessa della Politica mal concepita. Più che eleggere se stessi dovrebbero auto rottamarsi per consentire una soluzione dei problemi da loro creati. Il male attuale, per esempio, del Comune, fatta salva la bravura del sindaco, degli assessori tutti, è che, per scelte poco nobili, si sono inaridite le fonti principali delle entrate. Se il comporto dei rifiuti non lo si può toccare per problemi di favori, se i Servizi sociali sono proprietà di alcuni signori, se l’urbanistica è diversamente regolata alla fine resta ben poco da amministrare in maniera utile. Dario Caroniti, a esempio, è straordinario nel cogliere il senso delle piccole cose ma più di tanto non può fare. Ed è vero che i mali di Messina li hanno trovati già in casa con la complicità del sindacato – alludiamo all’Atm e a Messinambiente, ma è poca cosa come scusante. Il Pdl proprio perché comanda dal 1994 anche se con titoli diversi, ha molte responsabilità da dover spiegare. Troppo comodo far calare il silenzio sul caso Roberto Corona e non dire neppure una frase sui pastrocchi del Bilancio. Resta da capire quanto i nostri eroi possono esercitare la loro perizia amministrativa se nessuno provvederà a far quadrare i conti: scaricare le responsabilità della crisi a quelli prima di loro non porta da nessuna parte anche se il messinese dimentica che prima di loro c’erano… loro. Messina per loro costituisce un pozzo senza fondo: licenze edilizie, appalti, concessioni, raccolta dei rifiuti. Ci auguriamo che tale sicumera non obnubili la lucidità dei Buzzanca, Garafolo, Germanà, Ricevuto… I cittadini non possono sempre essere costretti a inventarsi il modo di farli sopravvivere nonostante i disastri: si potrebbero svegliare una mattina e trovarsi senza mutande.