I rappresentanti del nostro territorio ai vari livelli istituzionali, oltre alla comune matrice politica neoliberista e neofeudale, hanno in comune un marcato tratto caratterizzante: l’aver portato avanti scelte di (mancato) sviluppo per il territorio che il tempo ed i disastri ambientali ed economici della nostra provincia hanno reso evidenti. Le scellerate scelte politiche si sono trasformate in tragedie: non si è investito nella messa in sicurezza nei comuni a rischio, concentrando la propria attenzione sulla costruzione del Ponte sullo Stretto, ritenuto, dalle destre al potere, la vera priorità per lo sviluppo del comprensorio. La messa in sicurezza non significa solo protezione ambientale, ma la possibilità di salvaguardare e rilanciare un’economia provata da crisi e mancanza di prospettive, dovute al vuoto politico in cui ci troviamo ad agire. Tuttavia, a livello nazionale, il governo Monti non sembra discostarsi dalla linea politica del governo Berlusconi. Sono state messe in discussione le scelte fatte attraverso il referendum vinto contro la privatizzazione dell’acqua; in nome di una politica liberista, l’attuale governo “tecnico”, sulla scorta dell’uscente governo Berlusconi, attraverso i propri ministri e rappresentanti ha dichiarato di voler privatizzare il servizio, definendo il referendum “un imbroglio”. Questa scelta avrà ripercussioni pesanti, in particolar modo per quanto riguarda quei comuni a rischio siccità. Partendo da questo, si evince che le scelte politiche fatte, ma ancor di più quelle da fare risultino determinanti per il futuro della nostra terra: bisogna portare avanti, nel nostro territorio, una “costituente per i beni comuni”, un’alleanza tra quei soggetti, associazioni e cittadini che hanno partecipato ai referendum, difeso l’acqua pubblica e la tutela del territorio contro le logiche di cementificazione selvaggia e mancata cura delle aree verdi, dimostrando una partecipazione sconosciuta nella vita democratica del nostro paese degli ultimi anni. Le prossime amministrative diventano a tal proposito l’occasione per sancire questo patto: come Partito della Rifondazione Comunista – Federazione di Messina proporremo candidati che rispondano a questo assunto al tempo stesso radicale ed unitario: radicale, in quanto si chiede, a partire dalle amministrazioni locali, un rivoluzionario cambio di rotta, rispetto alla politica di sprechi e favori fatta dalle amministrazioni di centrodestra; unitario, perché si vuol uscire dalle stantie logiche politiche fatte di recinti e distanza dai cittadini, per andare incontro a coalizioni che guardano all’interesse comune e che vedano la scadenza elettorale solo come il naturale passaggio di una proposta politica che si espleta durante tutto l’anno.
Carmelo Junior Ingegnere
Segretario Provinciale – Rifondazione Comunista Messina