"Che io possa avere la forza di cambiare le cose, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere l’intelligenza di saperle distinguere”. (Tommaso Moro).
Sono state pubblicate dai giornali alcune denunce dei redditi e ho pensato che molta gente che guadagna un sacco di soldi a volte ruba, molto di più di un barbone per sfamarsi, di un tossicodipendente per trovare i soldi per la sua dose e di un malavitoso per cercare di cambiare il suo destino e quello della sua famiglia. Eppure, chissà perché, in carcere è così difficile trovare un banchiere, un politico, un giudice, un imprenditore, un vescovo e altri cosiddetti “colletti bianchi”, forse perché ci sono veri delinquenti che non entrano mai in galera, e poi ci sono ex delinquenti che non escono mai dal carcere. Leggendo il giornale “La Repubblica” di venerdì 24 febbraio 2012 ho scoperto che l’ex Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Franco Ionta guadagna 543. 954 euro. E mi sono domandato come fa un uomo che comanda le carceri a non vergognarsi di guadagnare così tanti soldi mentre un agente della Polizia Penitenziaria riesce a malapena a sopravvivere e a mantenere i suoi familiari e i detenuti guadagnano veri stipendi di fame.
Non mi resta che sperare che il nuovo Direttore del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Tamburino, (ex Presidente del Tribunale di Sorveglianza Roma) si diminuisca lo stipendio per proporre di aumentarlo alle guardie carcerarie e ai detenuti che lavorano. E per ultimo ricordo alla Ministra della Giustizia, tecnica, ma spero volenterosa, che i fondi destinati alla retribuzione dei detenuti-lavoratori, sono passati dai 71.400 € del 2006 ai 49.664 € del 2011 (- 30,5%), e che il numero degli occupati è rimasto pressoché invariato; il risparmio è stato ottenuto riducendo le ore d’impiego e da 18 anni le retribuzioni dei detenuti non vengono adeguate: Il lavoro alle dipendenze del DAP viene retribuito avendo come riferimento economico i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro di vari settori, in misura non inferiore ai 2/3 del trattamento previsto nei contratti stessi, così come indicato nell’art. 22 dell’Ordinamento penitenziario. Tuttavia l’adeguamento ai CCNL non è stato effettuato dal 1994, per carenza di risorse economiche. (Notizie registrate al Registro Stampa del Tribunale di Padova n°1964). Ricordo pure alla Ministra della Giustizia che dal mese di novembre 2011 svolgo attività lavorativa come scrivano/bibliotecario nel carcere di Spoleto, con passione, dedizione e fantasia e mi sono attivato, con spese personali di cartoleria e valori bollati, e ho scritto a diverse case editrice per rinnovare e aggiornare la biblioteca, facendo arrivare per il momento un migliaio di libri. Eppure la mia paga media mensile è di 26,48 € e non credo proprio che questa sia una remunerazione decorosa e rieducativa, la trovo piuttosto umiliante. A questo punto mi chiedo: Signora Ministra della Giustizia, chi è il ladro?
Carmelo Musumeci
Carcere Spoleto