Il rammarico di un cittadino…

Egregio Direttore,

dopo aver letto e scritto di tutto e di più, su tanti giornali on-line e stampati, in materia di malgoverno, malapolitica, malagiustizia, malasanità, evasione ed elusione fiscale, corruzione, concussione, abusi, privilegi, plurincarichi, nepotismi e favoritismi vari, autoelargizione di laute prebende, ecc. ecc., non mi resta alfine che IL RAMMARICO per non aver conseguito alcun risultato oggettivo, eccetto forse il pensiero di aver scosso la coscienza di qualche indifferente. Pertanto non so se in futuro scriverò ancora su questi argomenti. IL MIO RAMMARICO si articola in varie direzioni:
– il disappunto per il fatto che nonostante tantissime persone con indignazione abbiano denunciato e scritto ripetutamente tante azioni e comportamenti vergognosi, nulla cambia, anzi ogni giorno si scoprono nuove ruberie e nuovi scandali;
– l’amarezza per il disinteresse che la stragrande maggioranza dei cittadini mostra dopo aver letto o sentito le succitate denunce;
– il rincrescimento per la scarsa attenzione propositiva che molta stampa rivolge alle stesse;
– la delusione per l’assenza su molti giornali, anche on-line ed in particolare quelli nel Sud Italia, di una rubrica per i commenti dei lettori;
– il cruccio che anche ove esiste detta rubrica la stessa è scarsamente seguita, e non favorisce il dialogo fra i lettori e tra questi ed i politici;
– l’afflizione per il più completo disinteresse che dimostrano anche i politici locali, i quali dovrebbero fare da “portavoce” verso i politici nazionali delle denunce, delle proteste e delle aspettative dei cittadini;
– la tristezza per le precarie condizioni in cui sempre più numerosi vengono a trovarsi tanti cittadini, più o meno giovani, con un allarmante tasso di disoccupazione, peraltro in continuo aumento, o con pensioni minime il cui potere d’acquisto è in continua diminuzione a causa del progressivo aumento del costo della vita;
– il dolore per coloro che, afflitti dalla disperazione per la perdita del lavoro e le conseguenti difficoltà finanziarie, decidono di togliersi la vita. E’ inconcepibile che ciò avvenga nello stesso Paese dove c’è gente che invece si arricchisce e ha il problema di come e dove investire i copiosi guadagni;
– e infine la preoccupazione per quanto di tragico potrebbe succedere nel prossimo futuro nel caso che tutta questa drammatica situazione non dovesse cambiare.
Cari Governanti, se continuate su questa strada senza “GIUSTIZIA ED EQUITA’ SOCIALE” temo che la corda potrebbe spezzarsi, come già paventato da altri lettori di questa rubrica.

Martino Pirone