La prima sezione civile del tribunale di Palermo ha dichiarato oggi decaduto dal ruolo di deputato regionale siciliano, il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca. Lo ha reso noto l’avvocato Antonio Catalioto che nel ricorso difendeva Antonio D’Aquino che ora potrebbe subentrare a Buzzanca come deputato regionale. Ci chiediamo se la gente di Messina meriti questa nuova telenovela o se la politica sia davvero questa… a noi pare che la sensibilità dimostrata da Buzzanca sia pari a zero. Mi dimetto, non mi dimetto, mi oppongo, resisto, comando. Incasso ciò che mi spetta. Ma a casa Buzzanca, nella segreteria del Pdl, sanno che c’è la crisi economica? Bah. Insomma, con tutto il rispetto per le Istituzioni una volta di più si gioca con il destino delle gante. Neanche una parola per i poveri, i precari, i giovani e gli anziani? A voi interessa solo il potere per il potere? Buzzanca sì, Buzzanca no? La Consulta con una propria decisione aveva detto no al doppio incarico. Dopo la decisione della Consulta Buzzanca non si è dimesso da una delle due cariche e la vicenda era finita alla commissione verifica poteri dell’Assemblea regionale siciliana. Al momento di votare la proposta di incompatibilità la commissione, riunita in seduta pubblica, non ha raggiunto la maggioranza prevista dal regolamento: 5 i voti a favore dell’incompatibilità (i quattro componenti del Pd e il deputato del Mpa), 4 quelli contrari (Pdl e Pid) e un astenuto (il presidente dell’Ars, Francesco Cascio del Pdl) che per regolamento equivale al voto contrario. Quindi la vicenda per l’Ars si chiuse lì anche perchè vi era il procedimento davanti al tribunale civile dopo il ricorso presentato dal primo dei non eletti nel collegio di Messina, Antonio D’Aquino (Pdl). Naturalmente… vi rimandiamo alla prossima puntata.