In queste settimane una serie di "scandali" ha coinvolto vari esponenti istituzionali di entrambi i segni. Lo sdegno è grande, la sfiducia anche. La Corte dei Conti stima in 60 miliardi l’affaire della corruzione pubblica. Come se ne esce? L’azione della magistratura nei primi anni del ’90 (Tangentopoli) non ha prodotto i risultati sperati. Sembra che tutto prosegua come prima nonostante gli interventi di allora e di oggi. Una proposta molto semplice potrebbe ridurre il budget della corruzione, si chiama semplificazione amministrativa. Il che non significa solo diminuire il numero delle carte, bollate o meno, che il cittadino o una impresa devono depositare negli uffici pubblici, ma ridurre l’apparato burocratico amministrativo e relative funzioni. Se lo Stato, e relative propaggini, deve stabilire quante edicole ci devono essere in una città e probabile che si scateni la lotta all’accaparramento: chi è più "raccomandato" avrà maggiori probabilità di successo. Se riuscissimo a liberarci da lacci e lacciuoli che imbrigliano il cittadino, probabilmente i livelli di corruzione diminuiranno. Il decreto sulle liberalizzazioni era una buona occasione. Peccato che la si sia persa.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc