Egregio Direttore,
se la malapolitica degli ultimi decenni con le sue ruberie e le sue scelte disastrose ci ha portato quasi al default, non vedo altra soluzione per risalire la china se non quella di fare all’incontrario di come si è fatto finora. Cioè invertire decisamente la rotta: meno soldi alla politica, ai manager pubblici e ai partiti, meno corruzione, evasione ed elusione fiscale, meno pensioni in ancor giovane età (per questo ci ha già pensato, in modo però eccessivamente cruento, la Fornero!), meno pensioni (rubate!) a falsi invalidi, meno favoritismi, meno assunzioni ”politiche” nel pubblico impiego, meno speculazione edilizia (a solo scopo di lucro), migliore salvaguardia del territorio e dei beni culturali, maggiori risorse alla scuola, alla innovazione, alla ricerca e alla cultura in generale per far crescere intellettualmente e preparare meglio i giovani al lavoro, maggiore impegno nella lotta alla delinquenza e alla droga, maggiore sostegno all’agricoltura nazionale, ma soprattutto maggiori sgravi economici e burocratici per DIMINUIRE IL COSTO DEL LAVORO per le imprese che investono e producono sul territorio nazionale, aumento della tassazione sulle rendite patrimoniali e finanziarie, seria lotta all’esportazione dei capitali, migliore funzionamento della Giustizia con abbreviamento dei tempi delle cause sia civili che penali, lotta alle mafie e alla malavita organizzata troncando ogni collusione di queste con la politica.
Tutte cose che finora non si son fatte, per cui SOLO FACENDO IL CONTRARIO DI QUANTO SI È FATTO FINORA, in altre parole evitando di accollare sempre e solo ai settori produttivi l’onere del mantenimento di quelli improduttivi, in particolare quello di un elefantiasico carrozzone pubblico e di una politica corrotta, ma restituendo ossigeno al “privato produttivo”, alle imprese e all’agricoltura, SI POTRÀ USCIRE DALLA CRISI. Ma gli Italiani sapranno rinunciare a tanti assurdi privilegi ed iniziare un percorso “virtuoso”? Favorendo un maggior introito finanziario nelle casse pubbliche e minore nelle tasche di certi privati? Dopo tanti anni di malapolitica, che ha condizionato negativamente il modo di pensare (anche dei giovani purtroppo) ed i comportamenti del popolo italiano, ne dubito assai. Per questo sono razionalmente pessimista, inoltre MI SEMBRA CHE I PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI DEL GOVERNO MONTI CARICHINO COME PRIMA, SE NON ANCHE PIÙ DI PRIMA, IL PESO DELLA CRISI SULLE SPALLE DEI “SOLITI NOTI” (lavoratori e imprese) e non accennino minimamente a una inversione di rotta, senza la quale non si potrà certo invogliare chi fa impresa a investire o a rilocalizzare in Italia ed aumentare di conseguenza l’occupazione. Perché qui – a mio modesto avviso – sta il vero nocciolo del problema: RIPORTARE IL LAVORO IN ITALIA, ed è inutile voler continuare a girarci attorno proponendo provvedimenti che su ciò non incidono affatto.
“Mala tempora currunt!”, prevedo tempi lunghi di sofferenza per tanti, la crisi continuerà a mietere produttività e posti di lavoro, i provvedimenti di questo Governo (modifica all’art, 18 inclusa) non favoriranno minimamente la ripresa economica del paese che continuerà a galleggiare, auguriamoci senza affondare come è successo per la Grecia (anche se è molto probabile!).
Giovanni Dotti