Il pagamento dell’Iva sui rifiuti della Tia1 sembra non avere avuto un punto fermo dopo le sentenze di Corte Costituzionale e Cassazione che ne hanno sancito il carattere tributario e quindi la non legittimità dell’imposta Iva. In assenza del Governo (che ha praticamente non risposto ad un’interrogazione in commissione Finanze della Camera), al momento l’unica iniziativa legislativa in merito è quella di un emendamento del deputato Pd Alberto Fluvi che, in barba a Corte Costituzione e Cassazione, ribadisce che la Tia1 ha natura di corrispettivo e dunque l’Iva va pagata…. come dire: chi se ne frega dell’altro potere (giudiziario) dello Stato che afferma e ribadisce, io che sono il potere legislativo faccio come mi pare e piace senza minimamente considerare quella che dovrebbe essere l’integrazione tra le attività dei vari poteri dello Stato… che detto in “soldoni” significa mettere le basi per mantenere eternamente aperto un conflitto in cui la certezza del diritto degli amministrati potrà essere affidata solo al giudizio di un giudice, più o meno “attento” rispetto al potere. Nel contempo le aziende partecipate che nei vari Comuni gestiscono il servizio rifiuti, si guardano bene dall’aprire un contenzioso con l’amministrazione fiscale dello Stato per farsi restituire il maltolto e, di conseguenza, continuano a chiedere l’Iva agli utenti del loro servizio.
Il quadro sconfortante è il seguente:
– c’è la legge zoppicante e poco chiara;
– i massimi organi giudiziari e costituzionali sono intervenuti per dire che non e’ come la legge dice e, quindi, bisogna cambiare in direzione no-Iva;
– l’esecutivo non dice la sua;
– il legislatore ignora l’esistenza degli altri poteri dello Stato e insiste sull’esistente zoppicante;
– i gestori del servizio non solo se ne fregano, ma minacciano, in caso di mancanza dell’Iva sulle loro bollette, di aumentare i costi del servizio (come se l’Iva fosse un guadagno che viene loro sottratto e non una partita di giro… c’è qualcosa che non torna, se non che loro non hanno nessuna intenzione di farsi rimborsare dal Fisco e se saranno costretti ad emettere fatture senza Iva e rimborsare il maltolto agli utenti, hanno intenzione di rifarsi solo verso questi ultimi…. bell’esempio di amministrazione democratica e ‘consumer frendly’);
– gli utenti continuano a pagare e possono rivalersi solo se hanno la costanza di portare in giudizio i gestori, trovando un giudice che dia loro ragione.
E’ ovvio che è un braccio di ferro con un solo risultato certo al momento: la credibiità zero delle istituzioni, con una curva di peggioramento che aumenta ogni giorno e che -ovviamente- non porterà il cittadino contribuente ad avere sempre meno fiducia verso lo specifico gestore dei rifiuti, ma verso le istituzioni tutte. Continuiamo a farci male?
Vincenzo Donvito, presidente Aduc