Avrei voluto commentare le Linee Guida per la redazione del Nuovo Piano Regolatore Generale della Città di Messina il 29/10/2009, giorno in cui la delibera è stata depositata in Consiglio Comunale, per poi essere prontamente ritirata dall’Assessore competente su pressioni del Sindaco, senza che il Consiglio e prima la competente Commissione Consiliare, abbiano avuto la possibilità di leggere la prima pagina.
Dopo il ritiro della delibera, il Sindaco, si è disinteressato di tutta la materia Urbanistica, avendo per unico obiettivo l’importante opera degli svincoli, da porre nel “carniere politico” come vanto per la Sua Amministrazione, dopo 20 anni di inerzia, ed è dovuto intervenire un Commissario ad acta per rispolverare il tema e sollecitare la definizione della delibera.
A distanza di quasi quattro anni dal ritiro della delibera e quasi a fine legislatura, con i titoli di coda che stanno scorrendo, vengono presentate le Linee Guida per la redazione del nuovo P.R.G., mentre non si ha traccia del vero strumento di pianificazione, la cui adozione avrebbe consentito, con l’applicazione delle norme di salvaguardia, di bloccare la speculazione edilizia, o meglio l’ingiustificata espansione edilizia, essendo il termine speculazione poco rispettoso nei riguardi degli operatori del settore, a cui va riconosciuta la buona fede e di operare, spesso a malincuore non trovando spazio in questo settore l’obiezione di coscienza, nel rispetto di uno strumento urbanistico che consente l’edificazione in zone dove la natura sconsiglia qualsiasi tipo di intervento edilizio.
Né l’art. 2 delle norme tecniche di attuazione dell’attuale P.R.G., che non consente l’edificazione ove le principali opere di urbanizzazione primaria manchino e non siano idonee anche in contrasto con le previsioni del P.R.G., è molto efficace, perché si presta a varie interpretazioni, molto spesso contrastanti e a contenziosi che possono causare danni erariali all’Amministrazione Comunale.
Tra l’altro, è giusto non permettere edificazioni dove il territorio non lo consente, ma è altrettanto giusto eseguire uno studio approfondito sulla suscettibilità edificatoria del territorio e non far pagare le esose tasse denominate ieri l’I.C.I., oggi l’I.M.U. con valutazione di terreno edificabile, quando poi non si consente l’edificazione, e diverse cause in pendenza presso la Commissione Tributaria vedono l’Amministrazione Comunale soccombere e pagare spese legali.
Si cerca di porre un freno all’espansione edilizia con atti deliberativi poco incisivi che ingenerano confusione, anche per le diverse prescrizioni e normative successive all’approvazione dell’attuale P.R.G., risalente al Settembre 2002.
Guardando oltre la delibera concernente le Direttive Generali del Nuovo P.R.G., e alla sua approvazione dal parte del Consiglio Comunale, cha ritengo scontata, rivestendo il tema una importanza prioritaria per la difesa del territorio, il lavoro concreto deve ancora cominciare.
Affiancare agli Urbanisti che dovranno essere scelti per la redazione del Nuovo P.R.G., un Team di Economisti, il cui compito sarà di orientare alcune scelte del P.R.G., con prospettive di sviluppo economico e sociale, dotare la città del PDUM (Piano Utilizzo Demanio Marittimo), redigere la VAS (Valutazione Ambientale Strategica) come impongono le vigenti normative, con la conseguente Carte dei Vincoli e delle Potenzialità del Territorio Comunale, costruzione della Rete Ecologica Cittadina, creazione di un Vasto Parco Agricolo Collinare sottoposto a specifica normativa tecnica di attuazione, costruzione di una Carta del Rischio Esistente che mette in fusione la Carta di Pericolosità Geologica e la Carta della Pericolosità Sismica Locale, verifica dello stato di attuazione delle previsioni dei piani particolareggiati, Verifica di Coerenza delle Previsioni del PIAU, redazione di un apposito Piano dei Servizi, PIT-PRUSST, richiedono dei tempi molto lunghi, se si pensa che ancora non è stata avviata la procedura per dare incarico ai professionisti esterni in ottemperanza alla L.R. 15/91, considerando che all’interno della Pubblica Amministrazione non esistono delle figure professionali che possano redigere il nuovo piano, con la conseguenza catastrofica che tutte le previsioni dell’attuale strumento urbanistico siano completate, per cui rimane ben poco da difendere e programmare, se non dare incentivi economici per la demolizione degli immobili in eccedenza rispetto alle reali esigenze degli abitanti.
La riflessione che viene spontanea è:
1) quanto tempo sarà necessario per dotare la città di uno strumento urbanistico più rispettoso per il territorio e in linea con le esigenze dei cittadini e che detti regole precise senza prestarsi a interpretazioni diverse a seconda degli attori?
2) Era necessario redigere le Linee Guida limitate a una decina di pagine, atteso che la sola approvazione, pur rappresentando un segnale, non ha alcuna incidenza per la tutela del territorio, ma che purtroppo hanno avuto il merito di far trascorrere i 4/5 della Legislatura?
Le Direttive Generali del Nuovo Piano Regolatore, dopo una puntuale e precisa disamina temi che dovrà affrontare la nostra città per uno sviluppo sostenibile che non deve prescindere dalla tutela del fragile territorio, per cui si sono versati fiumi di inchiostro, tratta delle ovvietà che nel corso degli ultimi anni, sono stati portati alla ribalta e, che qualunque professionista individua e pone come base per la redazione di uno strumento urbanistico, che tra l’altro deve ubbidire a normative ben precise che indicano nell’aumento demografico lo sviluppo di una città in sinergia e coerenza con altri strumenti vigenti o da redigere, di pianificazione urbanistica.
Condivido l’obiettivo di limitare la crescita edilizia che possa comportare un ulteriore consumo di suolo, obiettivo sancito da una Legge Regionale risalente al 2003 (art. 18 L.R. 4/2003) che prevede per evitare ulteriori consumi del suolo, il recupero abitativo delle pertinenze dei fabbricati esistenti, che sarebbe opportuno, con un’apposita norma da inserire nel N.P.R.G., estendere anche per il recupero ai fini commerciali di pertinenze di fabbricati esistenti, ma è il realizzato che certamente non consentirà, nella previsione di un nuovo P.R.G. la realizzazione di volumi edilizi, atteso che l’attuale strumento è stato sovradimensionato prevedendo un incremento demografico fino a 300.000 abitanti, quando la popolazione dovrebbe superare di poco (è in corso il censimento) le 250.000 unità.
Lo scrivente, ritiene che ulteriore contributo a una seria analisi dei dati che debbono essere posti a base di un corretto strumento di pianificazione, sia anche l’individuazione di tutte le case “fantasma” e il censimento di tutti gli immobili realizzati abusivamente per i quali sono state presentate istanze di condono edilizio, nei vari periodi in cui la legge lo permetteva (1985- 1994 – 2003) e oggi definiti per una percentuale inferiore al 30%, immobili in molti casi avulsi dal tessuto urbanistico e da recuperare con la realizzazione di infrastrutture, oggi assenti o non conformi alle regole di una normale prevenzione di rischi idrogeologici.
Il nuovo P.R.G., dovrebbe prevedere anche il recupero di quel territorio caratterizzato da immobili abisivi, realizzati in modo disordinato, così come dovrebbe creare nuove viabilità a quelle porzioni di villaggi che si sono sviluppati limitrofi ai torrenti e non hanno alcuna strada di accesso se si eccettua l’alveo del torrente usato impropriamente come strada e per le quali l’Ufficio del Genio Civile, di recente ha accesso i riflettori, con l’obiettivo di porre fine all’uso dei torrenti per la viabilità.
Vanno previste opere per il recupero delle zone baraccate da risanare, che rappresentano una vergogna per la città e una risorsa per alcuni politici che speculando sulle reali esigenze di coloro che hanno disagi abitativi, hanno costruito le proprie fortune.
Potenziare l’approdo di Tremestieri e attrezzare l’intera zona per lo sviluppo di attività produttive, non basta, se non si interviene con una viabilità alternativa, che non riversi il traffico sulla S.S. 114, errore che si sta commettendo con la realizzazione dello svincolo a servizio dell’ipermercato di Zafferia che sfocia sulla Strada Statale, mentre dovrebbe fa riflettere l’obiettivo di precludere al traffico gommato gli alvei dei torrenti, con la conseguenza che i mezzi a servizio della zona ASI di Larderia, invece di arrivare direttamente allo svincolo autostradale di Tremestieri via torrente Larderia, si dovranno immettere nella statale al bivio di Larderia, che è una strettoia insufficiente e comunque andranno a incidere pesantemente su quel tratto della congestionata S.S. 114.
Va inserito nelle previsioni del nuovo P.R.G., un progetto che langue nell’elenco del programma triennale opere pubbliche, per l’importo di circa € 5.000.000, avente per oggetto la realizzazione di un tratto di strada che correndo parallelamente alla S.S. 114, convoglia il traffico dei villaggi Zafferia e Larderia, comprese aree commerciali e artigianali, direttamente nella rotonda Alfio Ragazzi, non sovraccaricando la S.S. 114.
Mi risulta difficile comprendere il collegamento autostradale tra Tremestieri e contrada Marotta del Villaggio Curcuraci, sia per motivi economici, sia per il forte impatto ambientale sul territorio, sia per la scarsa utilità che un’opera del genere possa rappresentare per la città.
La sistemazione dell’alveo dei torrenti oggi, deve essere una priorità del nuovo Piano, in quanto, sovralluvionati e usati impropriamente come carreggiate stradali per accedere a borghi o immobili di recente costruzione, si dovranno prevedere briglie e opere di contenimento degli argini, nelle quali ultimamente sono stati ammassati notevoli quantità di detriti e terriccio, per consentire il deflusso delle acque piovane in regime normale, ma che in caso di eventuali precipitazioni metereologiche eccezionali, rappresentano un serio pericolo, perché trascinati a valle dove i torrenti tombinati attraversano i centri abitati.
Ritengo che l’obbligo, nelle ipotesi di demolizione e ricostruzione di fabbricati privati di ampie superfici, di destinare un intero piano a parcheggio pubblico non si percorribile, in quanto si scontra con problemi di natura privatistica, uno per tutti la ripartizione delle spese condominiali e la redazione di carature millesimali dell’intero immobile, a cui dovrebbe partecipare l’amministrazione Comunale, si può prevedere la realizzazione di portici o di gallerie pedonale di uso pubblico.
Le vigenti normative, e più precisamente l’art. 3 delle N.T.A. consente in aggiunta alle aree a parcheggio a soddisfo della volumetria insediata in ottemperanza alla Legge Tognoli 122/89, anche la realizzazione di parcheggi in deroga da asservire a tale uso con atto pubblico di vincolo permanente a parcheggio che posso essere venduti agli abitanti del centro cittadino che non hanno i parcheggi, assolvendo al fabbisogno, questa norma dovrebbe essere recepita nel Nuovo P.R.G..
Appare ovvio che con la crescita del traffico crocieristico, si debba prevedere la realizzazione di un Termina Turisti, tema attuale per la quale l’Autorità portuale ha bandito una gara aggiudicata il 4 Aprile scorso relativa agli interventi di riqualificazione del Terminal e altri servizi a beneficio della vasta utenza, in aggiunta al quale si dovrà affiancare un percorso turistico che possa calamitare l’attenzione dei turisti, oggi solo di passaggio obbligati dalla tappa delle navi da crociera e con un raggio d’azione limitato alle vicinanze del porto.
In una città come Messina, nel cui centro storico sono presenti attività moleste, quali lattonerie, officine, autolavaggi ed altre attività non compatibili con il centro urbano, è forte la volontà di decentrare in aree idonee a tali attività che pur essendo indispensabili, non possono essere ubicate nel centro cittadino, per cui si dovranno individuare aree da attrezzare a tali scopi.
La tutela del paesaggio e la salvaguardia delle risorse naturali, tema proposto con forza nel Piano Paesaggistico, non dovrà permettere l’esecuzione di opere che possano rappresentare detrattori paesaggistici, avendo comunque cura di sistemare le aree dove si avverte maggiormente il rischio di dissesto idrogeologico, riportare nelle campagne l’uomo contadino, sarà impresa ardua, ma appare indispensabile dettare nelle normative di attuazione del Nuovo P.R.G., criteri per la regimentazione delle acque piovane sia nell’esecuzione di strade interpoderali che spesso fungono da alveo di torrente non provviste di opere d’arte necessarie, per cui il deflusso delle acque piovane si concentra in pochi punti con la conseguente erosione del suolo, sia nella esecuzione di fabbricati rurali, le cui aree esterne non dovrebbero essere cementificate, favorendo l’assorbimento delle acque piovane.
Appaiono scontate le mere elencazioni dei buoni propositi che il sottoscritto condivide in toto, anche se così come accade con il programma triennale delle opere pubbliche, dove sono elencati da decenni opere indispensabili alla crescita sociale della città, la paura è che rimangano nel libro dei sogni per le croniche carenze di risorse economiche da parte dell’Amministrazione Comunale che in un P.R.G. deve intervenire pesantemente con la realizzazione di infrastruttura e realizzazione di servizi pubblici, che uno strumento di pianificazione dovrà necessariamente prevedere.
Il Nuovo P.R.G., per un armonico sviluppo della città, dovrà subordinare la realizzazione degli immobili all’esecuzione delle infrastrutture, concentrando le edificazioni nelle aree già urbanizzate anche con la predisposizione, ove possibile, di divisioni in comparti e isolati alla stregua del Piano Borzì ed evitare l’edificazione che seppur legittima, vedi rione Carrubbara, dovrà adeguarsi alle precarie condizioni dell’esistente viabilità.
La rigenerazione urbanistica in aree degradate con la conseguente messa in sicurezza di fini sismici, non può prescindere da una politica del territorio che stabilisca le configurazioni plano-volumetriche da insediare, cedendo aree pubbliche asservite a strade non idonee per ampiezza e ricevendo aree per l’ampliamento o la realizzazione di strade o per servizi sociali, così come sapientemente è stato fatto con il piano Borzì.
Pur non essendo un “Solone” come sarcasticamente e rozzamente sono stato definito in Consiglio Comunale da un esponente della Giunta, ritengo doveroso voler dare un contributo alla stesura del nuovo P.R.G., anche se realisticamente questa Amministrazione non avrà il tempo necessario e, ritengo nemmeno la volontà di lavorare concretamente alla redazione del nuovo strumento di pianificazione urbanistica, di cui la città ha bisogno per porre fine all’incontrollata espansione edilizia non necessaria alle reali esigenze dei messinesi.
Il Consigliere Comunale
Domenico Guerrera