A Palazzo Zanca aria gelida nonostante la primavera: c’è il caso Svincoli a tenere banco. Sembrerebbe che i conti non tornino più all’assessore al Bilancio Orazio Miloro e così il tesoretto del Comune per pagare il cavaliere Pippo Ricciardello non sarebbe più nelle disponibilità del sindaco di Messina. Apriti cielo: adesso chi lo dice al cavaliere che in questi anni si è fatto in quattro, se non in dieci, per mantenere gli impegni con Buzzanca? Sfortuna, errori, dispetti: così sbanda l’Amministrazione e crollano le certezze. Dopo l’Atm, ecco la grana Svincoli. Al di là di individuare le responsabilità – politiche e amministrative – l’ulteriore vicenda conferma che arriva sempre il momento in cui si deve cambiare: per necessità, e anche un po’ per virtù. Palazzo Zanca sotto la spinta di Buzzanca sta cambiando o, meglio, fatica a mantenere quel ruolo istituzionale che l’Urna del 2008 le aveva assegnato. Messina frena, cade, scivola, giorno dopo giorno, sempre più in basso e non si vedono soluzioni se non il voto. A patto che si scelga bene. Nel Sistema Messina qualcosa s’è incrinato. La città da bere è in caduta come in caduta è gran parte dell’attuale classe dirigente. La Giunta Buzzanca ne esprime la fisiologia, anche se qualche pezzo non è così mediocre. Quali i motivi? Troppa superficialità nell’affrontare la quotidianità, poca competenza e scarsa propensione al sacrificio. Certo, gli amici del sindaco diranno: ma chi poteva prevedere un simile flop? E invece si doveva e si poteva se solo si andasse al Comune per fare gli interessi dei cittadini. Il diffondersi della corruzione, l’aumentata capacità di penetrazione delle mafie negli enti locali, l’intollerabile fardello dell’evasione fiscale, il riproporsi di scandali che investono i titolari di incarichi pubblici, sono fattori che contribuiscono in modo determinante ad allontanare i cittadini dalla politica e a drenare risorse pubbliche altrimenti destinate alla realizzazione di opere e servizi per la collettività, impoverendo così la qualità dell’azione amministrativa e minando alla radice i fondamenti della democrazia. Sono anni che sosteniamo in orgogliosa solitudine che tutti coloro che si candidano a ricoprire un incarico politico pubblico devono farsi carico di tali questioni e impegnarsi pubblicamente per risolverle, mettendo in atto comportamenti concreti e responsabili, che mirino a ricostruire una cultura di legalità, di cittadinanza, di democrazia, di partecipazione, restituendo così credibilità alla politica. Affidare la macchina amministrativa a persone non all’altezza del delicato compito di risollevare le sorti di Messina è stato un grossolano errore. Povero Buzzanca, povero Miloro, non siano però solo loro il capro espiatorio degli Svincoli anche gli altri rincalzi faticano non poco: Amam, Ato3, Servizi sociali. Nonostante l’aria gelida il sindaco tiene duro, magari sul già modesto Bilancio si potranno fare correzioni; magari un ragioniere risolverà l’enigma dei conti e riposizionerà l’asticella, certo è che se non si rispetteranno gli accordi con il cavaliere Ricciardello son cavoli amari. E soprattutto si certificherà il crac di Palazzo Zanca.