A copertura degli interventi a sostegno dei terremotati il governo ha deciso l’aumento di 2 centesimi dell’accisa sui carburanti per autotrasporto così come l’utilizzo di fondi resi disponibili dalla spending review. Una decisione, quella sull’accisa dei carburanti, che lascia attoniti. Come se niente fosse successo in questi anni con l’introduzione delle cosiddette tasse di scopo. Alla memoria sovvengono quella per la guerra di Abissinia e per Suez, Vajont, Belice, Friuli, Irpinia, Libano, ecc., che hanno aumentato l’accisa sulla benzina: al termine della guerra o dell’evento calamitoso sono sempre state inglobate nella fiscalità generale. Se il Governo lo ha fatto perchè gli sembra il metodo più semplice per venire incontro alle spese che dovrà sostenere per la ricostruzione delle zone terremotate, pur se il fine è nobile (come era altrettanto nobile anche in passato), sicuramente è pessimo. Probabilmente il Governo lo ha fatto perchè pochi oseranno, nell’attuale drammatico contesto in cui si contano ancora i morti emiliani, contestarlo in merito. Ma i governi esistono proprio per questo, cioe’ per governare: la razionalizzazione delle spese e del prelievo pubblico è il punto di partenza dell’arte di governo, arte che deve guardare al passato e anche al futuro, e non solo a tappare i buchi delle continue emergenze dell’oggi. Veramente non c’erano altri sistemi di finanziamento, magari scavando ancora meglio nello “spending review” su enti inutili, spese sanitarie fuori controllo, benefici delle varie caste, etc?
Vincenzo Donvito, presidente Aduc