Con la politica c’è poco da scherzare: lo hanno imparato a proprie spese i cittadini di Messina che per non farsi mancare nulla di scherzi, nell’urna, ne fanno, eccome. Uno per tutti aver eletto sindaco chi pochi mesi prima era diventato appena deputato (Giuseppe Buzzanca, Pdl). Al di là di come la si pensa sul fatto – democrazia sì, democrazia no – nessuno potrà negare che per un Comune carico di problemi e debiti, e quello di Messina lo è certamente, avere un sindaco a tempo pieno sarebbe preferibile a un primo cittadino part time. Con la politica c’è poco da scherzare è la logica che lo consiglia, logica che non ammette eccezioni. Ma Peppino Buzzanca è Peppino Buzzanca: un dietologo prestato alla politica nel bel mezzo di una carestia di cervelli: Io resisto e dunque sono! “Ci sono tanti deputati e senatori nel parlamento nazionale che, come me, hanno ritenuto di doversi legittimamente difendere da una sentenza della Corte costituzionale che è giunta dopo le elezioni", ha affermato Buzzanca, intervenendo a "24 Mattino " su Radio 24 e online sul sito www.radio24.it in merito alla decisione dell`Assemblea siciliana di dichiarare incompatibile il suo doppio incarico. Si capisce bene che anche la difesa di una causa può diventare fondamentalismo contro gli uomini ed è per questo che magari ci riesce difficile, se non impossibile, non provare un turbamento morale nel vedere la politica che subordina la comunità agli interessi dell’uomo Buzzanca. Per favore, fate qualcosa, prima che sia troppo tardi. Dite qualcosa, non di destra o sinistra, bensì di intelligente. Fate sentire la vostra voce prima che la gente preferisca il mare e i monti alle urne, lasciando così uno spazio ancor più grande all’antipolitica figlia della cattiva politica. Sì, c’è qualcosa di bizzarro nel caso Buzzanca, un piccolo amministratore coccolato e celebrato sui media locali ma non così eroe da salvare se stesso dalle polemiche e dalle aule giudiziarie: "In questo momento viene fatta una battaglia persecutoria contro di me perché il primo degli eletti (Antonio d’Aquino) che mi subentrerebbe, eletto nel Pdl, poi ha fatto altre scelte, da voltagabbana qual è, passando nel partito Mpa di Lombardo. Questa sì che è una questione morale". La sua resistenza alla ragione, alla legge, alla politica non deve dunque distoglierci dal nostro dovere di critica: Buzzanca dovrà decidere entro dieci giorni quale poltrona mantenere, altrimenti l’Ars lo considererà decaduto. Maledetta politica, maledetto senso del dovere: ma è possibile che a pagare sono e saranno i cittadini? L’aver acceso un così cavilloso dibattito nel bel mezzo di una crisi economica non giova alla causa e fa comprendere una volta di più che la politica, quella con la P maiuscola è assente dai Palazzi messinesi. E’ assente dalle segreterie politiche, è assente dalle stanze ovattate della cosiddetta società civile, divenuta ormai incivile, barbara e spesso assassina. Le implicazioni etiche dello stato attuale sono palesi e bisognerebbe anche ricordare e fissare bene nelle nostre menti le terribili immagini di sofferenza della popolazione dopo le alluvioni: senza politica c’è il disastro, con tutto quello che ne consegue anche in termine di vite umane.