Riforme. Dalla porcata alla boiata

"Una boiata". Così, il presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, ha definito la proposta di riforma del mercato del lavoro presentata dal governo Monti, per poi aggiungere che va votata. Squinzi è considerato una colomba rispetto al candidato rivale alla presidenza, Alberto Bombassei. La contraddizione è evidente a tutti coloro che hanno un po’ di buon senso: se non sei d’accordo su una proposta non sostenerla. Purtroppo, questa è l’Italia dei cerchiobottisti, dei consociati visti, di coloro che hanno fatto del compromesso e del conflitto di interessi la loro ragione di condotta. Si fanno le riforme per non farle e per cercare, successivamente, gli accomodamenti più convenienti per sè e sconvenienti per tutti. La "boiata" è stata preceduta dalla "porcata": la riforma elettorale. Conveniva a tutti i partiti perchè in questo modo erano, e sono, le segreterie che nominano gli eletti. Il risultato è questo Parlamento che produce leggi convenienti per lobby e corporazioni. Degli interessi generali nessuno è interessato, tanto ognuno pensa al suo "particulare".

Primo Mastrantoni, segretario Aduc