RADIO ZANCA: Peppino Buzzanca, una panchina dopo il crac

Oggi in Sicilia il periodo di gran caldo, accompagnato dal solleone, regala l’ennesima rovente giornata politica. Colpa anche del sindaco di Messina, Peppino Buzzanca e del suo fermo “Io resisto”. Buzzanca non molla insomma anche se l’Assemblea regionale siciliana decreta l’incompatibilità tra le due cariche occupate: sindaco di Messina e deputato regionale del Pdl. Chissà, il caldo di Scipione o la pazzia della poltrona: l’immaginifico Peppino non ha sciolto il dubbio che ci attanagliava che tiene in bilico la Regione, una piazza calda e afosa come quella di Messina. Ma oggi dovrebbe essere fuori dall’Assemblea o forse lo è già dal giugno 2008 quando diventò sindaco. Non è chiaro chi sia stato il regista ma l’immagine è abbastanza eloquente: una città in crisi. Risorgere dalle ceneri di un fallimento si può? Boh! Buzzanca ha urlato con tutto il fiato che aveva in gola – “lo ritengo giusto, mi volete togliere il diritto di difendermi? La mia è una battaglia di principio. Io non sto occupando abusivamente uno scranno. Sono stato legittimamente eletto dai miei concittadini in due distinte corse elettorali. La gente in cabina elettorale ha scritto Buzzanca. Sa invece qual è la Casta? Chi non si sottopone al giudizio degli elettori, quella è Casta”- ha via via sostituito il Governatore Lombardo, il rivale Antonio D’Aquino nel dettare i cambi, il giudice nell’assegnare ruoli e competenze, i politici nel votare, gli elettori nell’incitare la resistenza alla Legge. Forse troppe parti in commedia per il ruolo di onorevole sindaco. Al di là se Buzzanca ha diritto a resistere c’è il diritto dei cittadini a essere amministrati con trasparenza e onestà. L’impressione attuale è che a capo della politica messinese non ci sia più una persona in grado di indirizzare la crescita dei “talenti”, frenarne la deriva narcisistica. Buzzanca purtroppo non è l’unico esempio di condotta bizzarra. Ci viene in mente Vincenzo Garofalo deputato Pdl che non perde occasione di dirsi bravo, bravissimo, unico e intelligente tra i politici di Messina: non smette un solo attimo di gridare ed enfatizzare anche la più scontata battuta di Angelino Alfano e Rocco Crimi, come se dovesse pagare qualche tributo alla poltrona. E che dire degli interventi di Nanni Ricevuto, Orazio Miloro, Giuseppe Santalco e Michele Bisignano: che ormai è una recita continua? L’impressione è che il centrodestra locale rischi di rompersi, che ognuno pensi soltanto a costruire il proprio personaggio e non si curi più del proprio ruolo e degli aspetti gravi dell’attuale momento. Sono anni che fissiamo le nubi sul cielo di Messina: se questa è la classe migliore che il Pdl può mettere sul campo, allora Francantonio Genovese e Gianpiero D’Alia tutta la vita.