Il caso Sport & Territorio di Patti ci ha costretto volenti o nolenti, all’ennesima riflessione su Sport e Politica. Su come usiamo le opportunità per favorire scalate sociali e su come ne siamo usati dalla Politica. Insomma sul loro ruolo nella nostra vita quotidiana, sportiva, sociale, educativa. Dopo la pubblicazione della scabrosa storia della Sport & Territorio di Patti (Messina): un buco di 250 mila euro nel basket, debiti maturati e mai onorati, con staff tecnico e giocatori tra il 2010 e il 2011, ci aspettavamo una reazione da parte del sindaco di Patti, avv. Giuseppe Mauro Aquino. Non solo. Dopo quanto raccontato, su protagonisti e vittime, una orgogliosa reazione da parte del primo cittadino sarebbe stata ben accolta da tanti, non per gettare la croce (appunto) sulla politica, ma per far riflettere coloro che di quel misfatto si sono macchiati, ovvero i signori Ignazio Natoli (51%) e Angelo Busco (49%). Magari proprio grazie al sindaco Aquino avremo fatto luce su tante ombre che hanno offuscato l’immagine, il prestigio, il decoro della Sport & Territorio, società che nel 2009-10 ha acquisito il titolo di Maddaloni in Serie B Dilettanti e ha subito conquistato la promozione in Serie A Dilettanti. Società retrocessa dopo appena una stagione in seguito alla sconfitta subita contro Agrigento. Un tempo, di fronte a simili osceni spettacoli, ci si chiedeva se fosse ancora possibile staccare la spina. Nel giugno 2011, la società aveva annunciato di non avere le risorse economiche per affrontare la B Diettanti e che sarebbe dovuta ripartire dalla C con una formazione di elementi locali, salvo poi ritirarsi dal campionato. La spina invece non è stata mai staccata – tanto che continuano a gestire basket, anche se con la b minuscola e mantengono un ruolo che, per ragione delle cose da noi svelate, andrebbe loro tolto. E sempre grazie all’intervento del sindaco di Patti avremmo potuto rispondere ad alcune domande, del tipo: come hanno potuto due impiegati con reddito non elevato investire nel basket se moltissimi dei presidenti delle altre società sono fior di imprenditori? Chi era il grande regista dell’operazione Sport & territorio? Indizi che come da noi scritto portano sulle tracce dell’onorevole siciliano Roberto Corona (Pdl). Ma al di là dei fatti accaduti – quando Aquino non era ancora sindaco – sono le conseguenze di quella brutta figura che dovrebbero far preoccupare l’attuale primo cittadino: la mancanza di una struttura sportiva capace di rispondere alle esigenze delle famiglie. L’assurdo è che nonostante i debiti da pagare, nonostante le brutte figure, nonostante la perdita di credibilità nei confronti di Federazione e Istituzioni, gli artefici della scomparsa del basket con la B maiuscola da Patti, continuano a gestire la palestra di Patti. Si dovrebbe porre un freno per manifesta incapacità e invece continuano a decidere le sorti della comunità. A Mauro Aquino ci permettiamo di ricordare che lo Sport è un servizio sociale. Chi educa i giovani deve essere lui per primo modello di trasparenza, simbolo di regole e non una sorta di macchietta, per non dire di peggio. A Patti facendo scomparire il basket professionistico si è consumata un’altra tragedia: non dare più speranze ai giovani di avere una speranza di riscatto sociale. Ormai nessuno più contesta l’affermazione secondo cui lo sport è un servizio sociale (togliere dalla strada e dai pericoli di micro criminalità e droga è uno dei compiti primari di una società sportiva). E a buona ragione perché basta ricordare soltanto il ruolo che Io sport aveva nell’antica Grecia o nell’antica Roma per restare basiti di fronte al silenzio del sindaco Aquino: non può far finta di nulla per convenienza politica. I giovani, le famiglie, gli stessi atleti – per non dimenticare lo staff tecnico – della Sport & Territorio hanno il diritto di conoscere il suo pensiero in proposito. Su quelle canotte, su quelle tute, c’era stampato il nome di Patti e oggi non è consentito ad alcuno di tacere: le briciole per pochi non sono il bene per tutti! Il problema è reso tanto più acuto oggi se si pensa che gli ostacoli all’esercizio sportivo sono più grandi a causa della crisi del paese. Senza persone preparate in palestra significa per la maggior parte dei cittadini di Patti essere costretti alla vita sedentaria, all’uso quasi obbligato di emigrare altrove per poter fare attività in maniera seria e professionale. Ecco perché ricordiamo ad Aquino che nell’amministrare deve tenere ben presente delle priorità sociali: i medici riscontrano difetti fisici nei giovani dovuti proprio al modo di vita, i sociologi avvisano contro pericoli più nascosti, ma non per questo meno grossi. La colpa è degli architetti, dicono alcuni: sono state costruite città per automobili non per uomini, i parcheggi e il cemento sono più importanti dei campi da gioco e dei prati. E’ colpa dei politici, dicono altri: la soddisfazione immediata di certi bisogni è stata premiata sui programmi a lungo termine, sull’attenzione ai bisogni veri dell’uomo. Accuse e controaccuse, fatto sta che lo sport è un servizio sociale più nei discorsi che non nella realtà. E il caso scabroso della Sport & Territorio lo testimonia. Oggi a gestire Patti c’è l’avvocato Mauro Aquino: tutti insieme però contribuiscono a disegnare una foto di gruppo eloquente. Ecco perché occorre intervenire per fare chiarezza, altrimenti non ci sarà più gioco, più sport. Mai più una società civile.