Non so se l’elezioni universitarie a Messina premieranno i bei progetti della signorina Federica Mulè, il direttore di IMG Press farà il tifo per lei però… c’è sempre un però nella vita quotidiana, ci sono ancora le urne da svuotare e spesso i conti non tornano. In più, delle amicizie con cui doversi confrontare. Nel caso della Mulè, Giacomo Caci, Nicola Crisafi e Alberto De Luca. Nella sua lettera Federica (mi permetto di chiamarla per nome, mi scuso nell’eventualità che la cosa non sia gradita) prende le distanze da tante cose e da qualche locale: evviva, c’è chi non si svende! Così proviamo a ragionare su giovani, politica e università stregati dalle belle parole di Federica, prigionieri di una ragnatela a cervelli a reti unificate, agitati da una furiosa carica di cialtroneria che non manca quando c’è da dividere una “torta”, organizzare una “festa”, gestire delle anime libere. Ma chi sono i giovani rampanti in politica, perché si parla di loro, qual è il motivo di tanto scandalo e insieme di consenso? L’università e le sue strade, certamente, i posti da “okkupare” nei consigli, soprattutto. Poi, a cascata, le Amministrative, dai quartieri a Comune e Provincia. Insomma, l’uso scorretto del voto dilaga in nome dell’interesse collettivo. Nella città della raccomandazione, delle quattro frecce che permettono ogni trasgressione a codici e buon senso, i giovani crescono male. Quando ascolto le loro lagnanze non posso fare a meno di ripensare a quanto eravamo fortunati quelli della mia generazione: avevamo sogni, grinta, illusioni. Respiravamo la libertà di essere single. Oggi nei volti dei ragazzi leggo frustrazione, poca voglia di combattere, depressione, svendita di ideali e … corpi. Si fidanzano non per valori, ma per convenienza. Però, se Federica è come si descrive, io l’ammiro: sono e sarò un suo sincero ammiratore. Non tanto per galanteria quanto per il mio rigore nell’applicare la meritocrazia, l’etica, i valori. Per questo e per altri motivi la metteremo alla prova: il confronto dialettico non ci spaventa, semmai spaventa i mediocri e i falsi. Chiarito questo però andiamo oltre: c’è in molti di loro un po’ di messinesità da operetta. Sono liberi fino a quando non devono misurarsi con l’interesse personale. Sono liberi ma a patto che la loro libertà non pregiudichi la carriera politica, universitaria, sociale. Da sempre lo sospettavamo e finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di dirlo: non vi vota per credo ma per convenienza. E da qui che dobbiamo partire se vogliamo capire le strane reazioni che riserviamo a ogni ragionamento che ci sbatte in faccia la realtà. Se la politica permette a dei senza talento di deviare il corso delle cose vuol dire che abbiamo toccato il fondo. Non esiste partito, associazione universitaria, club privato o discoteca che può essere guidato da incapaci, da raccomandati. I mestieranti alla fine restano dei mestieranti e i loro principi sono falsi, in vendita. Non fanno audience, non portano voti. Fanno fare una figura di merda a chi dà loro credito. Messina continua ad avere l’incredibile record di essere una città senza certezze: conti in rosso, mancanza di progetti, piena di mezze figure. Ed elezione dopo elezione i portatori di rinnovamento sono sempre gli stessi della volta precedente, del fallimento precedente. Da un lato, ci sono le storie quotidiane, le comparsate pubbliche, le nomine dietro raccomandazione, dall’altro le rivendicazioni del minimo sindacale: i buoni motivi per una rottura con il passato. Se IMG Press muove delle critiche per la pochezza delle qualità di qualche potenziale amministratore non le muove per fatto personale o perché non ha ricevuto gli inviti per la festa, ma perché è finito il tempo delle veline e dei raccomandati. Messina è nei guai e non possiamo permetterci il lusso di far lavorare chi non è all’altezza del compito. Per tutta risposta i senza talento si agitano goffamente, promettono querele e vendette… Alla Provincia regionale l’onorevole Nino Germanà con la preziosa opera di Giacomo Caci nominano Dario La Fauci assessore, in nome della buona politica. Subito viene incoronata la grande alleanza con botti e ricchi premi al Vintage. Già, ma cos’è questa buona politica di cui tutti si riempiono la bocca? E cosa vuol dire fedeltà a un progetto con gli elettori, con degli studenti? Non certamente un balletto, né una serie di favori per mogli e fidanzate. Anche per le elezioni universitarie, a volte, la prova del palloncino servirebbe a limitare i danni. Federica, la mia generazione non ha fallito: ha combattuto e continua a lottare. Si vince e si perde come in ogni battaglia, però mai servi di nessuno. Invece molti di voi pensano di essere dei fighi, addirittura che sia bello essere così… e se ne vantano. Preferirei che proprio Federica Mulè se ne vergognasse almeno un po’. Così per tranquillizzarci sulla sua intelligenza, sulla sua crescita, sui suoi valori. Altrimenti si goda la sua celebrità e tanto basta.
Sempre maggiori successi
Roberto Gugliotta