Non chiederemo mai di fare una campagna elettorale contro la politica, ma per una buona politica. Il manifesto elettorale di ogni candidato alle amministrative dovrebbe essere chiaro e preciso: a iniziare dalla soluzione scelta per fronteggiare le tantissime emergenze messinesi. Il confine tra slogan e parole inaccettabili diventa sempre più sottile e quel Roma ladrona è l’epitaffio più colorito della politica. Messina guarda a Roma con preoccupazione; Messina attende Roma per ripartire da cose concrete. Rinnegare ogni forma di anti-politica, di abuso della politica, di deformazione della politica, di degenerazione della politica, di affermazione della politica con "p minuscola" dovrebbe rappresentare la base del nuovo manifesto elettorale, la chiave per capire le candidature per i prossimi aspiranti alla carica di sindaco. Parole che seguono secondo un nesso logico e temporale ben preciso le altre: contribuire al rilancio culturale, sociale e economico di Messina insieme a donne e uomini che vogliono perseguire il c.d. "bene comune" in "spirito di servizio". Coltivare la speranza di una città bella, pulita, verde, migliore, ideale. Sostenere un progetto simile è auspicabile e condivisibile al di là del colore politico, non ci sono alternative né scuse. Priorità nella riflessione e nella azione dovranno essere "protezione civile", "qualità della vita", "servizi sociali", "sviluppo economico", "marketing territoriale", "rigenerazione urbana". Questi temi dovranno in campagna elettorale essere declinati compiutamente senza riserve o slogan. Che è duplice. Il primo, difensivo: raccogliere più voti possibile per avere di nuovo voce in capitolo nel Governo che verrà e comunque guadagnare spazi e credibilità dopo periodi torbidi. La vera alternativa alla crisi di Messina è la politica una ricomposizione della classe dirigente che in sintonia con i cittadini riscriva regole e programmi. Messina va conformata all’essere vero crocevia del Mediterraneo e riconcepita spazialmente in funzione del dialogo commerciale, culturale, spirituale con il Nord Africa, con il medio-oriente, con i Balcani, con i binari paneuropei. Tutto ciò produrrà davvero un risultato concreto? Lo diranno ovviamente le urne, ma un progetto così ideato garantisce serietà. Il prossimo sindaco con la sua squadra dovrà saper affrontare i problemi gestionali e amministrativi ma anche sapere parlare il linguaggio del mondo del lavoro e dell’impresa. Insomma basta immagini con potenti in fuga perché inseguiti dalle inchieste giudiziarie e popolo in piazza per reclamare i propri diritti calpestati dal potere: Messina ha disgusto dei potenti rapaci che lasciano al popolo affamato le briciole. Chi andrà a guidare Palazzo Zanca dovrà dichiarare, al momento dell’insediamento, se il Comune è o non è al dissesto; cosa e come fare delle c.d. "partecipate"; cosa e come "tagliare" nei costi e nelle spese; cosa e come fare per accertare e riscuotere le "entrate". Occorre ripartire da zero per rifondare la macchina amministrativa. In questa situazione andremo alle elezioni. Se così è, nessun partito e nessuno schieramento è in grado di governare da solo la città; nessuno ha del resto presentato una parvenza di programma economico (al di là di qualche pezzo di società civile). IMG Press apre il dibattito, il tutto, sia chiaro – sempre a fin di bene e senza chiedere soldi né poltrone.