
Siccome da anni annotiamo con preoccupazione le arroganti giustificazioni del Sistema Messina circa le tante emergenze cittadine che spesso si trasformano – come nel caso del sacco edilizio – in tragedie umane, accogliamo con sollievo le notizie giudiziarie che finalmente riguardano alcuni professionisti e politici della civile Messina abili nel “mattone”. In ballo un pezzo di territorio: condannati a 4 anni e mezzo di reclusione l’ex presidente del consiglio comunale di Messina, Umberto Bonanno, il funzionario comunale Antonino Ponzio e l’avvocato-mediatore Pucci Fortino. Questa la sentenza emessa ieri dai giudici della Prima sezione del Tribunale per la spartizione delle mazzette sulla speculazione edilizia del complesso residenziale "Green Park" di viale Trapani, a Messina. Due anni e mezzo inflitti agli imprenditori Giovanni Arlotta, Giovanni e Santi Magazzù e ad Antonino Smidile. Assolto, invece, Salvatore Arlotta, figlio del costruttore barcellonese. Prescrizione del reato di abuso d’ufficio, infine, per i funzionari regionali Rosa Anna Liggio, Giuseppe Giacalone e Cesare Antonino Capitti. I giudici, che hanno escluso per gli imputati l’accusa di associazione per delinquere, hanno condannato in solido il Comune di Messina e gli imputati a risarcire le parti civili. Il complesso residenziale è stato confiscato. Secondo l’accusa Bonanno, Ponzio e Fortino costituivano il "comitato d’affari" che aveva fatto approvare, oliando funzionari corrotti, la variante al Prg e la concessione edilizia, trasformando così l’area agricola a monte di viale Trapani in un complesso residenziale da 200 appartamenti e due centri commerciali. Si sarebbero spartiti tangenti per 248 mila euro e l’assegnazione di appartamenti. Bonanno, Ponzio e Fortino e gli imprenditori erano stati arrestati l’8 maggio 2007 dalla Squadra mobile nell’operazione "Oro grigio" coordinata dai Pm Cavallo e Farinella. Ci piacerebbe che la società civile di questa città intervenisse nella discussione. Ci piacerebbe che da oggi nei dibattiti che anticiperanno le prossime elezioni (Regionali e Amministrative) si spiegasse sul serio come tutelare il territorio e come procedere nel caso in cui si debba punire chi ne abusa in maniera maldestra. Ovviamente con le Leggi. Di Oro grigio ci siamo occupati tante di quelle volte che non ci sembra il caso di ripetere nomi e cognomi dei protagonisti che ci hanno causato problemi nel lavoro (la vendetta ritorsiva mafiosa non è solo quella di Salvatore Rina…) e agguati giudiziari nei tribunali. Mai nessuno, prima del Procuratore Luigi Croce, aveva definito l’avvocato Pucci Fortino il Ciancimino dello Stretto, dando come assolutamente certo che dietro molte operazioni anomale ci fosse lo zampino del professionista. Il tribunale però solo in parte ha potuto esplorare questa tesi e a noi interessa poco sapere fino a che punto Fortino possa ambire al titolo di novello Ciancimino messinese in ogni caso la sentenza di primo grado dice per il momento che egli ha commesso dei reati per la spartizione delle mazzette sulla speculazione edilizia del complesso residenziale "Green Park" di viale Trapani. E lo ha fatto con un politico di primo piano del Comune (Umberto Bonanno) e con dei funzionari. Già questo è un fatto molto inquietante per la comunità e conferma che la politica ha troppe volte tradito i cittadini per interessi personali. Dimostra che all’interno dei partiti non c’è una volontà di risanare costumi e palazzi: se la Procura non fosse intervenuta state pur certi che oggi Umberto Bonanno sarebbe stato assessore o presidente di qualche società partecipata con tutto quello che ne consegue. Possibile che nessuno vedesse? Possibile che nessuno sapesse? Mah. Ci sono tanti, diversi, singoli episodi nella misura cautelare di Oro grigio, ma potremmo aggiungere anche in quella di Gioco d’azzardo, che dovrebbero far preoccupare – al di là dell’iter giudiziario e delle archiviazioni – partiti, istituzioni e cittadini. Ci sono tante parti offese, tante vittime che sono state pugnalate, derise, beffate dal SISTEMA MESSINA – LOBBY DELLO STRETTO e tra questi ci siamo anche noi. Però la società civile preferisce tacere, si preoccupa di non far incazzare i predatori, i saccheggiatori, i corruttori, i mafiosi e amici dei mafiosi. E’ una vergogna che ciò accada. E’ una vergogna che la Giustizia lo permetta: per essere dei giudici onesti non basta avere la foto sulla parete di Falcone & Borsellino. Per essere con la coscienza a posto bisognerebbe almeno fare un centesimo di quello che hanno fatto quotidianamente Falcone & Borsellino. Purtroppo dalle nostre parti non accade molto spesso. Purtroppo prevale il senso di amicizia, la colleganza, l’appartenenza al circolo privato. Ci dispiace doverlo ricordare oil giorno dopo l’anniversario della strage di Via D’Amelio. Nei misfatti messinesi, nei suoi passi più espliciti, ci sono vicende umane talmente squallide che IMG Press non è contenta di pubblicare e neppure di commentare. Ma lo facciamo per spirito di servizio anche a rischio della nostra sicurezza. Sappiamo pure che tra una settimana in molti dimenticheranno Oro grigio come hanno dimenticato lutti e tragedie. Se Messina è al dissesto, ci sarà un motivo, no? Ma ricordatevi però che finché saremo vivi sapremo valutare la differenza tra chi scrive cialtronerie e chi le fa. Per aiutare la città serve una grande rivoluzione culturale: inutile parlare di legalità e tutela del territorio quando a comandare è il SISTEMA MESSINA.