Egregio Direttore,
col senno di poi dobbiamo onestamente riconoscere che l’unione monetaria senza quella politico-economico-finanziaria è stata un madornale errore, in quanto ha accentuato ed evidenziato i macroscopici squilibri “strutturali” esistenti tra i vari “Stati Sovrani” che ne fanno parte (e che nei dieci anni trascorsi non hanno “voluto” rinunciare ad alcuna fetta della propria “Sovranità” – vedi anche mia lettera precedente n. 46 del 6/6/12: “L’ Europa unita è un’utopia”). Una unione solo monetaria non poteva infatti durare a lungo: gli Stati “levantini” del Sud non certo brillano per tenacia, serietà e moralità rispetto agli Stati dell’Europa continentale (Germania in primis), e se l’Euro ha tenuto per una decina d’anni credo che ciò sia dovuto al fatto che certi Paesi (come l’Italia) nell’entrare nella moneta unica hanno praticamente dovuto accettare una pesante svalutazione (l’Italia del 100%: 1 Euro = a circa 2000 Lire, ma con potere d’acquisto dimezzato: 1 Euro nella pratica corrente = 1000 delle vecchie lire). Ciò ha favorito principalmente l’industria e il commercio, ma alla lunga – grazie anche al concorso della speculazione internazionale e della finanza “creativa” – si è rivelato un boomerang anche per loro, ed inoltre ha favorito e incentivato la delocalizzazione” di molte produzioni all’estero, nei paesi “emergenti” fuori zona Euro, che ora ci stanno facendo le scarpe. Le economie e soprattutto le amministrazioni pubbliche “nazionali” sono infatti troppo diverse da Stato a Stato per poter reggere ad una “comunione” monetaria come quella che è stata forzosamente imposta, ed oggi da noi in Italia molti ne pagano le conseguenze (principalmente lavoratori dipendenti, che hanno visto in pratica dimezzarsi i salari ed ora soffrono per la disoccupazione propria e dei loro figli) mentre la Finanza spadroneggia su tutto e su tutti, ed il “Governo tecnico” cerca solo di “far quadrare i bilanci” incurante del disagio e della miseria in cui vengono a trovarsi migliaia di lavoratori e pensionati. A vantaggio di chi tutto ciò. Non certamente delle moltitudini dei Cittadini lavoratori, che giustamente pensano anzitutto a come sbarcare il lunario, cioè a sopravvivere alla meno peggio, e allora di chi? Evidentemente di quanti detengono grandi capitali e giustamente “temono” un ritorno alla Lira, che ridurrebbe di molto i loro profitti.
Ma tutto ciò non era proprio prevedibile? I grandi Economisti delle Università ed i Soloni della politica – specie quelli della Sinistra – perché hanno accettato passivamente tutto ciò? Perché hanno permesso senza opporvisi lo svolgersi negli anni di una politica economico-finanziaria che ha penalizzato soprattutto quei ceti (medio-bassi) che vivono del proprio lavoro? Vien da pensare o che siano incompetenti o che siano conniventi (perché stupidi proprio non credo che siano), e che questo andazzo faccia comodo anche a loro. O forse mi sbaglio? Se mi sbaglio “coreggitemi”! Qualcuno mi faccia capire l’arcana “filosofia” che sta sotto questa lungimirante “strategia”! Gliene sarò grato, perché io non ho l’intelligenza per capirlo.
Ma forse questo per loro è “il migliore dei mondi possibile” per dirla alla Plangloss (alias Leibnitz) maestro di filosofia del “Candide” di Voltaire. E forse dovremmo anche ringraziarli perché, a differenza di Mussolini, ci hanno finora evitato la guerra, almeno sul suolo patrio , perché alle guerre in altre parti del mondo (Balcani, Afganistan, Libia) ci hanno costretto a partecipare. Ringraziamo quindi i nostri politici ed i nostri economisti per la bella (prevedibilissima) situazione in cui ora ci troviamo, che evidentemente è loro completamente sfuggita di mano (infatti non sanno come porvi rimedio e confusamente si arrabattano per cercare di tappare le falle)!
Grazie per l’accoglienza
Giovanni Dotti