La Sicilia del "dopo Lombardo" sarà figlia di assetti politici nuovi, e per certi versi stravolti, rispetto a quelli che quattro anni fa portarono alla presidenza della Regione il leader dell’Mpa. Le incrinature più o meno ampie, più o meno interne alle coalizioni, dovute alla volontà altalenante dei partiti di appoggiare, o revocare, il sostegno a Lombardo in questi anni, hanno innescato infatti delle dinamiche atipiche tutte siciliane, che hanno fatto dell’isola un vero e proprio microuniverso politico a sè rispetto al resto del Paese.
Con l’uscita di scena di Raffaele Lombardo, secondo presidente della Regione dopo Salvatore Cuffaro che lascia Palazzo d’Orleans travolto da un’inchiesta per mafia, sono già diversi gli esponenti politici ad aver annunciato la volontà di tentare la strada che porta alla poltrona più alta della Regione.
Il primo ad avanzare la sua candidatura è stato l’ex sindaco di Gela Rosario Crocetta. L’eurodeputato del Pd è determinato a proporre il suo nome, sebbene questo crei qualche "mal di pancia" al partito di Bersani in Sicilia. La candidatura di Crocetta, da sempre fautore delle primarie, infatti, sbarrerebbe la strada a un’eventuale candidatura unica, di matrice Pd-Udc, individuata dai vertici regionali dei partiti nel segretario siciliano del gruppo di Casini: Gianpiero D’Alia.
Questa scelta porterebbe Crocetta a defilarsi quindi dal Pd e correre autonomamente, adottando una strategia che lo potrebbe vedere sostenuto dall’Mpa del governatore uscente, che non ha nascosto le sue simpatie per l’eurodeputato democratico. In un eventuale "tandem" Crocetta-Mpa, inoltre, potrebbe inserirsi anche Futuro e Libertà. Il partito del presidente Fini, al momento, conferma la proposta di Fabio Granata come successore di Lombardo, ma in molti sono pronti a scommettere che alla fine anche dai futuristi potrebbe arrivare il sostegno a Crocetta.
Il Movimento per l’Autonomia, però, potrebbe riservare qualche sorpresa dopo il 31 luglio. Stando infatti a rumors sempre più insistenti, il partito di Lombardo, con l’addio del suo leader, starebbe per "cambiar pelle", diventando un nuovo grande gruppo di moderati che al suo interno conterebbe pezzi del Pdl, Leontini, Beninati e Mancuso su tutti, il Pid di Rudy Maira, e soprattutto Grande Sud di Gianfranco Miccichè, il quale però continua ancora a confermare la sua volontà di correre per la presidenza della Regione.
Altro candidato a scaldare i motori in queste settimane, poi, è Claudio Fava, giornalista e membro della segreteria nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà.
A questo scenario complesso, infine, va aggiunta la candidatura del leader di Sicilia Vera, Cateno De Luca, sul quale però incombe la spada di Damocle di un possibile provvedimento giudiziario intentato dalla Procura di Messina che ha chiesto il suo rinvio a giudizio per abuso d’ufficio, tentata concussione e falso, nell’ambito di un’inchiesta su una speculazione edilizia